Preoccupazione e tristezza. Questo il sentimento di Mourinho, condiviso anche da Dunga, nei confronti di Adriano, giocatore in profonda crisi d'identità e a rischio di depressione, che deve necessariamente essere recuperato come uomo più che come calciatore. L'imperatore, che sta imboccando una strada pericolosa per sé stesso, ha probabilmente concluso, con l'ultimo episodio ancora in parte irrisolto, la sua avventura nell'Inter. Siamo probabilmente all'apice di una vicenda, il rapporto tra Adriano e l'Inter, fatta di alti e (molti) bassi, che ha visto la società nerazzurra tentare in tutti i modi di riportare alla realtà e di responsabilizzare un ragazzo troppo debole, incapace di dare il giusto valore alle cose della vita. Non si tratta del solito ritardo o dell'ennesima mancanza di professionalità da parte del giocatore. Come ha detto Mourinho, il calcio in questo caso non c'entra, il problema è molto più serio e richiede profonde riflessioni da via Durini.
Difficile capire come comportarsi in questo caso. Ormai il rapporto con il brasiliano è incrinato definitivamente, le immagini dei suoi gol spettacolari, delle sue discese, della sua leadership appartengono ormai ad altri tempi, totalmente asincroni rispetto alla realtà attuale. Arrivato nel gennaio 2004 (con un investimento di 15 milioni), l'imperatore ha subito confermato il suo valore, segnando 9 gol in 16 partite e trascinando l'Inter di Zaccheroni ai preliminari di Champions League. La stagione successiva, anche meglio: per lui ben 28 gol (10 in Champions), compresi quelli decisivi nella finale di Coppa Italia. Insomma, la stagione della consacrazione, ribadita nel girone d'andata successivo (2005/06). Ma in quello di ritorno inizia la fase di declino (un solo gol), che lo porterà due volte in Brasile nei mesi successivi: prima per un recupero psico-fisico, poi addirittura in prestito al San Paolo. Con Mourinho sembrava che la musica potesse tornare quella di un tempo, ma le note stonate erano troppo rumorose, anche a causa di comportamenti poco professionali da parte del brasiliano.
Oggi l'Inter si chiede come comportarsi, domani Adriano dovrebbe tornare a MIlano e lo attende una multa salatissima (250 mila euro), se non addirittura la rescissione di un contratto che scadrà nel 2010. Le ultime indiscrezioni vogliono il ragazzo a Vila Cruzeiro, la favela dove è cresciuto da piccolo e che, in parte, lo ha plasmato atraverso la frequentazione di cattive compagnie, le stesse che rischiano di danneggiarlo anche oggi. Probabilmente, dal momento che il suo cellulare è spento, Adriano sta usando un numero nuovo, ignoto sia al procuratore sia alla madre. Insomma, una vera e propria fuga, sintomo di grande disagio personale e di distaccamento dalla realtà che gli impone determinati comportamenti, anche in cambio di stipendi faraonici. Troppi, forse, pr un ragazzo immaturo, scaraventato in una ribalta che non gli è più congeniale. Anche per questo motivo l'Inter sta valutando di cederlo nuovamente, ma stavolta a titolo definitivo, a un club brasiliano, in cambio dell'opzione su una giovane promessa. Per tutelarsi, comunque, in via Durini starebbero studiando una clausola che imporrebbe ad Adriano di rimanere in Sudamerica per almeno 3 anni. Sarebbe una beffa vederlo rinascere in un'altra squadra di grande livello in Europa.
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