Se le Borse d’Europa continuano a piangere, il listino continentale dell’Inter è nettamente in rialzo. Come nelle ultime due prove in Champions League, i nerazzurri mettono da parte la crisi italiana e ricaricano le pile nella competizione più prestigiosa d’Europa, ottenendo un lusinghiero terzo successo consecutivo. Primo posto confermato e rafforzato, dunque, e pass per gli ottavi in cassaforte. Tra l’altro, spicca la seconda vittoria contro i campioni di Francia del Lille, nettamente i più accreditati a competere con i nerazzurri per il primato del gruppo B. Un toccasana per l’Inter, che prima della sosta dovrà cercare punti ‘vitali’ a Genova, ma potrà farlo dopo una rinvigorente prestazione infrasettimanale.
CERNIERA CHIUSA - Anche contro il Lille, come nel match d’andata e nelle recenti partite in campionato, Ranieri chiude la cerniera della sua squadra, affidandosi alla classe degli attaccanti e chiedendo ai centrocampisti di badare prima di tutto a non sbilanciarsi. Ovviamente, il risultato è una squadra dal baricentro molto basso che come al solito non riesce ad attaccare con più di tre giocatori per volta. Ma rispetto agli ultimi impegni, la difesa avversaria consente all’Inter di fare bella figura. Complice l’assenza di un paio di titolari, infatti, Garcia se la gioca sul piano offensivo, mantenendo la linea difensiva a quattro estremamente alta. Una manna per gli avanti interisti, che creano numerose opportunità sul filo del fuorigioco (Milito ne sfrutta solo una su quattro) ed è emblematico che persino Chivu si trovi, a un certo punto, a tu per tu con Landreau salvo poi perdere il tempo per creare qualcosa. Potenzialmente, però, i nerazzurri potrebbero costruire una decina di chance nitidissime.
QUANTE CHANCE SPRECATE! - La scarsa attitudine a ripartire velocemente limita non poco comunque la manovra d’attacco dei padroni di casa, più propensi a controllare il gioco in attesa dello spiraglio giusto che a spingere nel momento opportuno amplificando le pecche difensive del Lille. Thiago Motta, Cambiasso, Stankovic e lo stesso Sneijder (costretto ad arretrare per cercare il pallone) infatti tendono a rallentare il gioco favorendo più di una volta il rapido rientro dietro dei francesi. Con Milito isolato là davanti e Zarate che arretra fino al cerchio di centrocampo, più di una volta la squadra appare divisa in due tronconi, situazione che si ripete soprattutto dopo il gol di Samuel. Da un lato è Ranieri che chiede ai suoi di mantenere il possesso del pallone, dall’altra, considerato lo stato di forma ancora poco invidiabile, è una necessità fisiologica dei giocatori.
STRATEGIA CHE VINCE NON SI CAMBIA - Il Lille anche a San Siro conferma le proprie caratteristiche: gioco offensivo multivariegato, con calciatori che spesso e volentieri modificano le proprie posizioni (Sow parte a sinistra, poi si accentra, Hazard e Cole cambiano fascia). L’intento, ovviamente, è non dare punti di riferimento alla retroguardia interista che, aiutata dal centrocampo, raramente va in difficoltà. I ragazzi di Garcia però si dimostrano decisamente più in forma, ma l’energia atletica non riesce mai a spuntarla contro l’organizzazione nella propria metà campo dell’Inter. Così come al Metropole, anche al Meazza i nerazzurri la spuntano utilizzando la stessa strategia, pur creando molte più chance per andare a segno.
DIFESA SOLIDA (SVARIONE A PARTE) - L’organizzazione, come detto, è stata la chiave della vittoria nerazzurra, visto che il reparto offensivo ha sprecato troppo per consentire a mediana e difesa di distrarsi. La prestazione del quartetto davanti a Castellazzi è stata convincente e solida, solo uno svarione in comproprietà tra Stankovic e Lucio ha permesso al Lille di andare in gol con De Melo, l’unica chiara e nitida occasione di tutto il match per gli ospiti. Non male, considerando il loro potenziale offensivo. Lucio (errore a parte, un episodio) e Samuel si sono comportati benissimo, senza andare mai in sofferenza contro avversari tecnici e sicuramente più rapidi. Il portiere, incolpevole in occasione della rete francese, ha dato sicurezza al reparto con interventi di pura amministrazione ma sempre puntuali. Nel complesso, dopo la prova allo sbaraglio contro la Juventus, la retroguardia ha offerto le garanzie che ci si attendeva.
PUPI PER TUTTI - È stato un successo dal sapore argentino quello dell’Inter contro il Lille. Al di là delle reti di Samuel e Milito (che per sua fortuna alla fine, dopo aver sprecato l’impossibile, ha fatto centro), infatti, su tutte è spiccata la prestazione eccellente di Javier Zanetti, schierato nella fattispecie nel ruolo di terzino destro al posto dell’infortunato Maicon. Oltre al duello tutto in velocità con Sow, il capitano ha dato una grossa mano ai due centrali difensivi, non ha lasciato spazio a Cole, Hazard e Obraniak quando transitavano nella sua zona e, a metà ripresa, ha regalato all’amico Milito un cioccolatino che andava solo scartato, dopo un’azione ubriacante tra le maglie bianche. Spettacolare Pupi, che a 38 anni è il più atletico tra tutti i giocatori in campo, non si ferma mai e fa sempre la cosa giusta, nonostante un possibile disorientamento dovuto ai continui cambi tattici cui è sottoposto. Ma lui non se ne cura, l’obiettivo è sempre chiaro nella sua mente, così come lo spirito di gruppo. Non a caso è lui il principale sponsor di Milito dopo la rete che lui stesso fa segnare al Principe. Encomiabile.
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