Lo chiamavano vice-Milito. Ce ne siamo riempiti un po' tutti la bocca, da addetti ai lavori a tifosi, da giornalisti a dirigenti, per indicare quel giocatore, assolutamente necessario per dare un ricambio al Principe, da prendere nel mercato di riparazione. Giocatore che poi è arrivato, tra mille dubbi e discussioni, e individuato nella persona di Tommaso Rocchi. Serviva un giocatore a poco prezzo, che avrebbe accettato senza lamentarsi troppo la panchina, pronto a sostituire Milito in caso di necessità. E poi cosa accade? Che quando Milito disgraziatamente si infortuna, e anche seriamente, Rocchi non gioca ma piuttosto Stramaccioni è costretto a cambiare modulo. E così ogni valutazione sulla dicitura "vice-Milito" va a farsi benedire. Rocchi doveva servire per tamponare piccole assenze o consentire variazioni tattiche, ma un'assenza così pesante va compensata in ben altra maniera, la spiegazione ufficiale. E allora perché investire su di lui?

Ecco che comincia così a circolare l'ipotesi di un ingaggio dai parametri zero, possibile fino al 31 marzo, per dotare l'Inter di una nuova prima punta di valore. Ma la società (nelle parole di Ausilio, Stramaccioni e Moratti) su questo punto appare abbastanza decisa: nessun ingaggio a parametro zero, si va avanti così, le parole di tutti fino a pochi giorni fa. Peccato che due giorni fa è sbarcato a Milano John Carew, direttamente dai set cinematografici di Hollywood, uno che col calcio aveva smesso e che è rimasto basito, parole sue, dalla chiamata dell'Inter. E com'era prevedibile, i 15 giorni di prova si trasformano in 1 giorno di test atletici, immediatamente negativi. E tanti saluti all'ex punta di Roma, Valencia e West Ham (tra le tante). Ma qui il problema forse è di fondo: come si può sperare di prendere un attaccante fermo da maggio, inserirlo in una squadra già rodata, e pensare che in tre mesi faccia la differenza e non faccia rimpiangere uno come Milito? Come pensare che possa essere più in forma di Rocchi, passato a questo punto da vice-Milito a vice-vice-Milito, che si allena tutti i giorni cercando di memorizzare gli schemi dell'allenatore?

Va bene il nome di richiamo e il passato di tutto rispetto, ma se lista svincolati dev'essere (allo stato attuale non c'è alternativa) si devono accettare anche i rischi del caso, e cioé che non potrà da un giorno all'altro risolvere i problemi di attacco dell'Inter. Al massimo si può pescare una terza-quarta scelta, come ha fatto la Juve con Anelka. E qui torna il tormentone accennato in apertura, tanto in voga soprattutto tra i tifosi: se si è cercato un vice-Milito per tutto il mercato di gennaio, perché si è puntato su un giocatore ritenuto immediatamente non adatto per quel ruolo? Parlare col senno del poi è facile, ma non sarebbe stato più utile trattenere Livaja, insistere per far rientrare anticipatamente Longo, prendere quantomeno un attaccante già in forma campionato, seppur di seconda fascia? Avrebbero accettato senza problemi di fare panchina in attesa del proprio momento, e in caso di infortuni avrebbero dato il loro contributo, senza mettere la società nella difficile scelta di cercare un'alternativa nel mercato degli "scarti".

Ma dagli errori si impara, e a quanto pare a Catania sarà forse finalmente l'ora di Rocchi. Un'occasione, forse l'ultima, per dimostrare che le strategie di mercato per il settore avanzato non sono state completamente sbagliate da gennaio in avanti...

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 28 febbraio 2013 alle 12:15
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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