Il 2019 dell'Inter è stato caratterizzato da numerose svolte che hanno segnato un solco tra il passatop e il presente, con un occhio al futuro. Si è cercato di interrompere un circolo vizioso, per aprirsi a una nuova programmazione, discutibile per questioni ambientali ma anche affascinante e ambiziosa. Dopo le 5 immagini già esposte, è il turno delle successive che hanno dato un volto ben diverso all'anno solare in via di chiusura. Ecco la Parte II.
EP. 6 - È UN AFFARE?
Il nome designato fin dai primi giorni di giugno per l’attacco interista è uno solo: Romelu Lukaku. Il bomber belga si espone ai microfoni dei giornalisti e annuncia che la sua avventura con il Manchester United è chiusa, vuole una nuova sfida. Federico Pastorello è il regista dell’operazione più onerosa della storia dell’Inter. Conte lo desidera ardentemente, magari da mettere in coppia con Edin Dzeko, altro promesso sposo interista. Il problema del mercato, tuttavia, è sapersi destreggiare nel mare di fumo che ogni giorno viene propinato per guadagnare vantaggio sugli avversari: non è fatta, finché non ha firmato. Così il doppio colpo nerazzurro sembra questione di giorni, ma le distanze si fanno sempre più corpose, tanto che c’è un punto - il più caotico dell’estate interista - in cui Lukaku sembra addirittura a un passo dalla Juventus. L’ambiente nerazzurro si surriscalda, con Dybala in direzione Manchester: un doppio colpo agli obiettivi nerazzurri. Quando tutto sembra perduto, la svolta: la Juventus si ritira, l’Inter accelera e in un paio di giorni chiude la trattativa. Dall’estasi alla disperazione, e ritorno: Marotta chiude l’affare alle cifre desiderate, imballa la rosa della Juventus e permette al Manchester United di investire una cifra folle per il centrale Maguire. Con l’arrivo del nuovo numero 9, l’Inter di Conte prende forma.
EP. 7 - IL PRIMO ACUTO
Dopo tante chiacchiere, finalmente si gioca. L’Inter disputa un pre-campionato convincente, ma quando si comincia a giocare per i tre punti, di solito la musica cambia. Conte invece ha insegnato molto bene lo spartito ai suoi, che contro il Lecce giocano con una brillantezza insperata. E’ la prima volta di Lukaku e Lautaro insieme, è il primo acuto di Stefano Sensi in nerazzurro. Il centrocampista plasmato da De Zerbi vede calcio, disegna geometrie in campo e sfrutta tutti gli spazi che il gioco di posizione di Conte crea per lui. E’ una piccola rivoluzione che calca il campo del Meazza: segna, fa segnare e diverte. Insieme a lui, un rivitalizzato Candreva dà spettacolo con sventagliate di cinquanta metri e tutta la squadra sembra aver nuova linfa grazie a un tecnico che esplode a ogni gol dei suoi e carica i giocatori veementemente, come se stessero giocando la finale di Champions League. E’ solo la prima giornata, ma l’Inter ingrana le marce alte.
Ep. 8 - LA CADUTA DEL MURO
In Serie A l’Inter procede spedita, le vince tutte tranne che il big match contro la Juventus - in cui si fanno male prima Sensi e poi Godin. In Champions League Conte incespica sulla freschezza e il dinamismo dello Slavia Praga, mentre perde a Barcellona dopo un primo tempo che se avesse portato punti in classifica sarebbe entrato di diritto nella storia recente dell’Inter. Una padronanza totale al Camp Nou, cose mai viste prima. Nemmeno sotto José. Alla terza giornata, l’Inter ha un solo risultato per non sprofondare nel girone: vincere contro il Borussia Dortmund, in casa. De Vrij sale di colpi e suggella un inizio di stagione esaltante mandando in porta Lautaro Martinez, che si coordina e trova il pertugio giusto. Il muro giallo del Dortmund ha delle crepe, in cui si inserisce prima Esposito - che resiste alle sportellate con Hummels e lo costringe al fallo da rigore - e poi Candreva, che chiude i giochi e permette all’Inter di avere il fattore campo. Inutile, visti gli altri risultati del girone. Ma l’Inter ha dimostrato di poter giocare a qualsiasi livello, come nel primo tempo della gara di ritorno: peccato per quei quindici minuti di follia che sono valsi la qualificazione. Sarebbe bastato un pari, ci riproveranno l’anno prossimo.
EP. 9 - NELLA SOFFERENZA, LU-LA
A poco a poco, l’Inter incomincia a perdere pezzi. Di Sensi abbiamo detto, cui si aggiungono Sanchez, Barella, Gagliardini e una sfilza di altri nomi che costringono il resto della rosa agli straordinari. Conte è bravo a non far abbassare mai la guardia e a disegnare dei nuovi schemi sui giocatori rimasti: di fatto, l’Inter gioca un mese in emergenza totale, con il centrocampo senza cambi e l’attacco spezzato. In questo frangente, due giocatori su tutti alzano il proprio livello e costruiscono i successi della squadra: la differenza dell’Inter sono Lukaku e Lautaro Martinez, una coppia che ha imparato a conoscersi ed è in grado di vincere le partite da sola. Un esempio su tutti è la gara di Praga, dove l’Inter soffre per un tempo poi esce alla distanza grazie al giganteggiare di Lukaku e alla classe del Toro. Esultano insieme, si tengono per mano, corrono verso la vittoria: Big Rom è l’anima di questa squadra, insieme a Godin, D’Ambrosio e capitan Handanovic. Lautaro è il leader tecnico, la qualità di un attaccante che si sta forgiando e che punta all’élite mondiale.
EP. 10 - IL PASSAGGIO
Nell’ultima giornata del 2019, esordisce dal primo minuto un diciassettenne che sono anni che gioca fuori categoria. Sebastiano Esposito può rappresentare il futuro dell’Inter, ma il suo talento va coltivato con saggezza. Conte lo butta nella mischia, si fida di lui e ha trovato in Lukaku il giusto mentore per la sua crescita. Big Rom lo coccola, lo consiglia, abbraccia a pieno il suo ruolo all’interno dello spogliatoio. Il gesto che ha compiuto nei confronti di Seba ha fatto il giro del mondo: sul 2-0 per l’Inter, sulla spinta emotiva di San Siro, ha ceduto il pallone del rigore (e possibile tripletta personale) a Esposito che ha segnato ed è andato ad abbracciare la mamma, a fine partita. Gesti che fanno la differenza, sensazioni che rimangono a permeare un gruppo solido, cementato dallo spirito di un allenatore che vuole spodestare dal trono la creatura che lui stesso ha contribuito a creare. Ogni stagione dell’Inter è un’epopea romantica, degna d’un romanzo della tradizione popolare. I tifosi si godono questo Natale da primi della classe, consapevole delle perizie che è costato lungo questi 365 giorni. E, qualcuno direbbe, gli ultimi dieci anni di sofferenze. Nessuno sa come andrà il 2020, esprimere sogni e speranze è giusto ma quel che conta è che fra pochi giorni si torna in campo, c’è da preparare un paio di partite thriller contro Napoli e Atalanta. Per continuare a sognare, e scrivere altre pagine di storia interista. Sia mai che le dieci fotografie del 2020 nerazzurre possano contenere (anche) un trofeo.
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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