Ma era proprio necessario creare questo putiferio intorno a Ibrahimovic proprio nel momento in cui l’Inter si trova a dover effettuare l’ultimo sforzo per festeggiare il quarto scudetto consecutivo? A livello di contenuti la vicenda qualcosa di interessante la presenta, basti pensare allo scontro frontale tra il giocatore e alcuni tifosi dell’Inter, prontamente ridimensionato dopo la presa di posizione conciliante da parte della Curva Nord, che si è detta estranea ai fischi partiti da quel settore. Oggi, a una settimana di distanza, ci si trova ancora a discutere di un falso problema, quello che causerebbe il famoso mal di pancia all’attaccante di Malmoe. L’agente lo ha detto a più riprese, Ibra è legato alla maglia dell’Inter e, se non bastasse, c’è anche un contratto da rispettare, e lui non è tipo che straccia gli accordi senza ragioni particolarmente importanti.

Il mercato è un argomento sempre interessante, fantasticare è d’obbligo, ma ogni tanto è meglio tenere i piedi ben saldi a terra. Ibrahimovic è un giocatore dell’Inter e tale rimarrà anche l’anno prossimo, difficile infatti che dall’estero possano pervenire offerte faraoniche che scalfiscano le certezze di Moratti. Il quale crede fermamente nel genio svedese, tanto da versargli lo stipendio più alto per un calciatore al giorno d’oggi. Un sacrificio economico ben ripagato sul campo, se è vero che Ibra sta vivendo la sua migliore stagione di sempre, segno di una crescita costante. Qualcosa però gli manca, e non è una nuova esperienza all’estero o in una squadra che gli possa garantire la Champions, anche perché (Manchester United a parte), di garanzie in tal senso non ne esistono. A un livello più tecnico, a Ibra mancano due partner in campo: una spalla offensiva attorno alla quale ruotare e inventare, e un trequartista che gli faccia arrivare il pallone rasoterra, e non con i lanci lunghi a cui si è abituato suo malgrado negli ultimi tempi. Moratti e Mourinho lo sanno bene e stanno lavorando in tal senso. Milito è sempre più vicino e rappresenta il giocatore ideale da affiancare allo svedese. Poi c’è quel tassello dietro le punte, che ancora deve trovare un padrone. Sneijder è un’ipotesi calda delle ultime ore, tattica e tecnica Made in Olanda, una sicurezza. Ma non è l’unica possibilità di mercato. La domanda sorge inevitabilmente spontanea: come si può parlare di un addio di Ibrahimovic, se la società sta lavorando per costruire intorno a lui una squadra ancora più forte?

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 09 maggio 2009 alle 09:24
Autore: Fabio Costantino
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