Lunga intervista della Gazzetta dello Sport a Gianluca Pagliuca. L'ex leggenda di Samp e Inter ripercorre alcune tappe della sua carriera e non può mancare un ricordo doloroso per lo scudetto 1998. Ma non solo.

Pagliuca, partiamo dalla Samp. Quella dello scudetto fu un’annata straordinaria.
"Si parla solo della stagione dello scudetto e della finale di Coppa dei campioni, ma abbiamo fatto tanti campionati di vertice. Eravamo un gruppo stellare".

La vittoria con il Barcellona in finale sarebbe stata la chiusura perfetta del cerchio?
"Eccome. Ce la saremmo meritata. Resta una ferita che non si rimarginerà mai".

A proposito di finali perse, due anni dopo arriva la sconfitta a Pasadena. Molti suoi compagni l’hanno definita come un incubo che va avanti da trent’anni. È così anche per lei?
"Io ancora non ci dormo. Mi capita di svegliarmi la notte e di rivedere i video dei rigori. Mi sveglio e mi dico “Buttati a destra!”. Invece mi spiazzarono tre volte. Ne ho preso uno, ma non è bastato. Non mi levo un’immagine dalla testa: io che sfilo a un metro dalla coppa. Potevo toccarla, era lì...".

Quell’estate passò all’Inter di Moratti. In cinque anni avete vinto solo una Coppa Uefa a Parigi. Meritavate di più?
"Sì, assolutamente. Nel ‘98 subimmo una serie di furti a ripetizione. La Juve era una grande squadra, ma noi eravamo più forti e meritavamo. Il fallo di Iuliano su Ronaldo resta una macchia indelebile. Mi hanno tolto uno scudetto. Fu uno scandalo… e ogni volta che ci ripenso mi incazzo".

È vero che fu vicino al Manchester United?
"Mi voleva Sir Alex Ferguson, ma l’Inter aveva appena preso Ronaldo e io non avevo nessuna intenzione di andarmene: ero in squadra con il Fenomeno, il giocatore più forte che abbia mai visto in tutta la mia carriera. In più, Moratti non voleva cedermi. La Premier al tempo aveva meno appeal della Serie A, oggi probabilmente farei una scelta diversa. Allora tutti i più bravi venivano a giocare da noi".

Sezione: Copertina / Data: Mer 19 novembre 2025 alle 10:48 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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