"Il derby è una partita che ti resta dentro. Lo giochi una volta e non dimentichi più quelle sensazioni irripetibili. Se poi lo vinci, non ti dico: è un’emozione non replicabile". Parole e musica di Francesco Moriero, uno che di derby di Milano se ne intende eccome. Le sue dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport.

Nel suo curriculum c’è anche un gol bellissimo, l’8 novembre 1998: un 2-2 pirotecnico.
"Quel gol nasce da un taglio dalla fascia classico, per me era un movimento naturale: il merito è però anche del passaggio millimetrico di Djorkaeff, che mi piazza davanti al portiere. Ma ricordo come fosse ieri anche un assist, altrettanto importante".

Per Ronaldo, il Fenomeno, in un altro derby.
"Tra noi c’era molta intesa, dal primo giorno creammo un feeling che non riesco a spiegare a parole. Mi bastava guardare i suoi movimenti per un millesimo di secondo per capire dove era giusto servirlo. Quando aveva la palla sulla corsa, come in quella partita contro il Milan, era quasi sempre gol: tocco di esterno e tutti a festeggiare".

E’ stato davvero il più forte, Ronaldo?
"Sì, era speciale. Anzi unico. Non esisterà mai più nel mondo un calciatore così, né per l’Inter né per altri".

Lo sente ancora?
"Certo, abbiamo una chat su whatsapp dei ragazzi della stagione 1997/98 (Moriero sul profilo mostra proprio una foto con Ronaldo, nda). Dopo tanti anni ci scriviamo ancora da ogni parte del mondo. Eravamo un gruppo sano, unito".

Quell’Inter vinse la Coppa Uefa ma non lo scudetto. Anche se l’episodio del contatto tra Ronaldo e Iuliano fa ancora discutere...
"Era rigore tutta la vita, ormai è risaputo. Dopo tanto tempo è ancora difficile digerire quel senso di ingiustizia".

Che derby dobbiamo aspettarci domenica?
"Sarà una partita a ritmi altissimi. Il Milan ha una squadra di tutto rispetto ma vedo favorita l’Inter, che nel complesso è superiore".

Merito anche di un allenatore che sta sorprendendo per la velocità di adattamento al ruolo.
"Sì, condivido. Chivu sta facendo un ottimo lavoro. Ha idee da grande tecnico ed è stato bravo a mettere i giocatori a loro agio. Mi piace l’identità, perché ognuno sa cosa fare sia con la palla che senza. Ammiro soprattutto l’attitudine al pressing, all’aggressività, che facilitano il gioco verticale".

L’uomo decisivo per l’Inter?
"Difficile sbilanciarsi ma se devo indicarne uno, punto su Dimarco".

Sezione: Copertina / Data: Mer 19 novembre 2025 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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