"Neymar? Ma va’, è una cazzata. Mai sentiti e mai offerto... Una cazzata". Così Piero Ausilio chiude l'intervista con Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport. Ecco le dichiarazioni del diesse nerazzurro tra rivelazioni, aneddoti e verità.

Piero, all’Inter hai avuto quattro presidenti. Definiscili con un aggettivo, uno per ognuno. 
"Moratti passionale". 
 
Un po’ banale, su. E Thohir? 
"Visionario e coraggioso. Zhang, Steven intendo, innovatore". 
 
E Oaktree, anche se si tratta di un fondo? 
"Solido, strutturato". 
 
Avrei dovuto dire Marotta. 
"Beppe è perfetto per chi, come me, vuole soltanto fare il proprio mestiere. Sulla parte tecnica lascia tanta autonomia, lui è l’uomo delle sintesi". 
 
Chivu è stata una scelta supercondivisa, giusto? Tre i candidati, lui il vincitore. 
"Ci siamo ritrovati ad affrontare il tema della sostituzione di Simone soltanto il primo giugno. Ti assicuro che fino all’ultimo abbiamo sperato che restasse. Quando la proprietà chiede di individuare una soluzione non puoi portare un solo nome. Fabregas e De Zerbi non hanno preferito muoversi? 
Questo lo dici tu. Cristian ha tutto quello che cercavamo, è quello giusto anche per la proprietà". 
 
L’estate scorsa tu e Marotta avete vissuto settimane di notevole impopolarità derivate dal fatto che i tifosi, scottati dalla finale di Monaco e da mercati di tante idee a zero e poche risorse, avrebbero voluto Lookman. 
"Ci abbiamo provato, ritenendo che ci avrebbe consentito di cambiare qualcosa. Ma l’Atalanta è stata irremovibile. La crescita di Pio e Bonny ci ha permesso di cambiare obiettivo e restare fedeli al 3-5-2". 
 
A proposito di Pio, come vi ha conquistato? 
"Cercavamo una punta centrale, abbiamo seguito anche Hojlund. Nei quindici giorni del Mondiale per club abbiamo capito che Pio aveva forza fisica e la giusta voglia di arrivare. Per cui Bonny vice Thuram e Esposito alternativo a Lautaro". 

Mollato Lookman, siete andati su Koné. 
"Te l’ho appena detto, siamo tornati a puntare sul 3-5-2. C’è stato un contatto. A un certo punto la Roma ci ha fatto sapere che non se ne faceva nulla. E ci siamo mossi per Diouf". 
 
Un no dalla Roma di Gasperini. 
"Da noi è stato pochino. Mi credi se ti dico che mi sarebbe piaciuto lavorare con lui, visto quello che ha fatto in seguito? È un top". 
 
I migliori allenatori visti sul campo? 
"Spalletti e Conte". 
 
E nella gestione? 
"Simone, Mancini. E Ranieri, al quale sono molto legato, arrivò in un momento complicato per l’Inter. Da alcuni di loro ho imparato tanto, altri non sono stati collaborativi". 

E Mou? 
"Sopra tutto e tutti per quello che rappresenta nella storia dell’Inter". 
 
La verità sul tuo futuro in Arabia. 
"C’è poco da dire. Sto bene dove sono, ho un contratto fino al 2027. Già in passato ricevetti delle proposte anche economicamente più interessanti. Ma non mi sono mai mosso da qui". 
 
A gennaio ricorrerete al mercato? 
"Dopo un solo mese e mezzo ci sono, secondo te, società che stanno imbastendo trattative per gennaio? Fantasie. Posso comprendere la fame di notizie dei media, ma questo calcio vive del presente e solo al presente ormai". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 17 ottobre 2025 alle 08:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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