Andrea Poli è rimasto con la testa alla Sampdoria, verrebbe da dire. Male, malissimo, potrebbe commentare qualcuno leggendo la semplice frase in sé. Bene, benissimo, va invece detto, se guardiamo al contesto. Perché la partita in questione è Inter-Genoa, e Andrea Poli, sentendo l’odore della stracittadina che per diversi anni l’ha visto protagonista, sciorina una prova d’autore. Il centrocampista di Vittorio Veneto, sin qui considerato oggetto misterioso dai più, dimentica per una sera i problemi che lo hanno tormentato e trascina l’Inter verso i quarti di finale di Coppa Italia, suggellando con un gol bellissimo la qualificazione dei nerazzurri.

Andrea Poli, quindi, principale nota positiva della gara di ieri sera, ma non l’unica: perché l’Inter vista contro il Grifone di Marino, anche in formazione un po’ rimaneggiata con la coppia centrale Ranocchia-Cordoba e Castaignos unica punta nell’inedito modulo 4-4-1-1, dimostra di aver assorbito bene la lezione di Ranieri: pochi spazi contro un Genoa al quale viene lasciato il possesso palla ma senza che questo possa portare alcun pericolo concreto per Castellazzi, e poi colpire nel momento più opportuno. Dopo nove minuti il quadro tattico dell’Inter è già all’apogeo: Sneijder vede Faraoni e taglia il campo con un assist, il ragazzo di Bracciano serve Maicon che da fuori scaglia un pallone inarrivabile per Lupatelli.

La gara da lì in poi diventa accademia, con Ranieri che registra l’enorme voglia di fare di Wesley Sneijder, intento come non mai a cercare un gol che potrebbe rinforzare la sua intenzione di guastare un po’ i piani del tecnico, mentre dall’altro lato l’unico a farsi notare è il giovane Sampirisi, volenteroso lì a destra. Ranocchia controlla agevolmente Pratto, Ze Eduardo disputa una partita, quasi certamente la sua ultima col Genoa, incolore, e oltretutto i rossoblu perdono per infortunio Marco Rossi. Il ritmo non è esaltante ma va tutto a vantaggio dell’Inter.

Nella ripresa, dopo cinque minuti con un nuovo lampo arriva il raddoppio: apre la danza Maicon, che trova Poli, il quale spedisce al volo per Obi, anche lui molto positivo, che gli restituisce un pallone delizioso praticamente solo a tu per tu con Lupatelli: è glaciale il centrale nel trovare la conclusione vincente e nel sfogare la sua gioia per un gol che sa tanto di liberazione. A quel punto il Genoa, che vede uscire anche il subentrante di Rossi, Constant, sempre per un guaio fisico, perde ogni residua fiducia; solo l'ingresso di Sculli dà un po’ di vigore agli ospiti, che alla fine trovano anche il gol grazie all’errore di valutazione che agevola l’inserimento di Birsa. Ma prima della fine, c’è tempo per Javier Zanetti di prendersi l’ovazione numero n della sua carriera con una discesa delle sue.

E fu così che Claudio Ranieri divenne CR7 (come da definizione di Thomas Villa), ovvero l’allenatore dei sette successi consecutivi, ma soprattutto l’allenatore che ha ridato un’anima a quest’Inter. Se vogliamo accontentare quelli che devono essere critici per forza, si può parlare della prova di Castaignos un po’ opaca o di uno Zarate che dopo il primo tiro in porta sparisce. Ma l’olandese, pur intimorito anche da un San Siro formato ridotto e mai capace di trovare lo spunto vincente, probabilmente non è ancora pronto a prendersi da solo le responsabilità dell’attacco e dovrà lavorarci, in quanto a Maurito, beh, malgrado le parole di stima di Ranieri ha un futuro all’Inter sempre più avvolto nelle nebbie.

Ma nulla può intaccare la soddisfazione per la vittoria e per il fatto di aver ritrovato due nuove frecce al proprio arco come Poli e Sneijder. Domenica, ci sarà il derby del cuore di Ranieri contro la Lazio di Klose: chissà se il tecnico testaccino la preparerà prendendo esempio dal Poli visto oggi…

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 20 gennaio 2012 alle 08:00
Autore: Christian Liotta
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