Probabilmente qualche mese fa Robert Acquafresca non avrebbe mai immaginato di poter essere oggetto del desiderio di più di una squadra importante, e che l'Inter fosse costretta a ribadire più di una volta la volontà di tenerlo a Milano. Negli ultimi anni, infatti, la sua carriera è stata quella tipica di molti giovani, partiti da una casa madre importante e lasciati in prestito in club minori spesso all'interno di altre operazioni di mercato. Due anni a Treviso (11 gol) e due a Cagliari (21 reti in serie A, 10 quest'anno e il conto è ancora aperto), nel frattempo la nazionale under 21. Insomma, questo giovane attaccante di 184 centimetri è cresciuto calcisticamente e si è messo in mostra nel modo giusto, tanto da poter ambire a palcoscenici più importanti. Poi, se nell'Inter lavora un allenatore che vuole costruire una squadra ricca di giovani da forgiare, l'occasione è dietro l'angolo. Insomma, il ritorno in nerazzurro, dopo quattro anni in giro per l'Italia, sembrerebbe assai scontato.

Ma in realtà non è poi questa l'evoluzione naturale, almeno secondo le ultime indiscrezioni di mercato. Acquafresca è un attaccante di livello, sa muoversi spalle alla porta e se la cava anche nel gioco aereo. Insomma, è il prototipo del bomber moderno. Gli manca ancora quella furbizia che acquisterà nel tempo, possibilmente misurandosi con avversari più esperti di lui. Ma, soprattutto, giocando con continuità. Proprio questo è il freno a mano che impedisce ad Acquafresca di annunciare il secondo matrimonio con l'Inter con grande entusiasmo. Il ragazzo teme di non giocare abbastanza nella squadra di Mourinho, che di certo vanterà in rosa attaccanti di primo livello. Non è un caso se lo stesso giocatore del Cagliari abbia tirato in ballo Pazzini, triste a Firenze per le tante panchine, felice a Genova per un posto da titolare ripagato a suon di gol (e per il conseguente esordio in nazionale). Imitare il "Pazzo", per lui, sarebbe un sogno, ma facendo panchina nell'Inter potrebbe non riuscirci.

Mourinho lo ha voluto rassicurare, ribadendo la volontà di averlo in rosa l'anno prossimo per sostituire Crespo o Cruz. Il tecnico ha visto in questo centravanti un potenziale enorme e ancora inespresso e vuole plasmarlo per renderlo un campione. E per farlo, Santon docet, non esiterà a scaraventarlo in campo, anche a costo di creare malumori tra gli altri attaccanti. Mou non è tipo che si lascia influenzare dal curriculum dei suoi giocatori, in campo va chi merita e chi è in forma (Maxwell lo ha imparato a sue spese). Per questo motivo, per un giovane che arriva in nerazzurro, questo è il momento ideale per sperare in un ruolo di primo piano, magari al fianco di Balotelli e Santon, che rappresentano il futuro della squadra e, perché no, anche il presente. Acquafresca deve evitare di cedere alla tentazione di preferire il posto da titolare assicurato, come magari avverrebbe alla Lazio. Giocare nell'Inter è un'opportunità da sfruttare al massimo e l'anno prossimo può essere quello della consacrazione, anche grazie alla vetrina internazionale. Il bomber nato a Torino ha tutte le carte per diventare uno dei principali attaccanti italiani dei prossimi dieci anni, basta accettare la sfida lanciatagli dall'Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 02 aprile 2009 alle 09:58
Autore: Fabio Costantino
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