Il sole cominciava a indietreggiare dietro le colline mentre il cavallo nitriva e perdeva il passo. Padre Nicolas Mourinho si rassenerò nel vedere in lontananza un casolare che avrebbe potuto dar ristoro a sé e all'animale, esausto dal viaggio mai interrotto sin dall'alba.
"Tu non hai più energie e io non sono pirla", disse all'orecchio del cavallo e riprese il galoppo nel sentiero, mentre gli ultimi bagliori del tramonto facevano apparire quella landa ora più simile a un deserto, attorniato qua è là dalle foreste di ginepri che da anni attiravano ladri e malfattori garantendo loro il nascondiglio più inespugnabile di tutta la regione.
Arrivato nel cortile esterno fu subito accolto da un garzone che venendogli incontro gli fece cenno di essere sordomuto e con un altro gesto chiese le redini del cavallo, mentre Mourinho scendendo fiero gli fece il tre con le dita, a indicare che per Martial - questo il nome che aveva dato al suo destriero - richiedeva tre volte la normale razione di fieno della notte.
Varcò la soglia d'ingresso del casale notando che questo non era altro che una locanda di campagna, occupata già da una dozzina di loschi uomini in armatura, certamente mercenari e briganti, seduti a mangiare a una lunga tavolata mentre sbraitavano tra di loro e non lesinavano battute oscene nei riguardi della donna che in quel momento stava servendo loro da bere. Il vessillo poggiato sul muro, lasciato lì avventatamente poco distante dal camino, fugava ogni dubbio: quei furfanti appartenevano senz'altro all'Ordine dei Drughi, come segnalato dalle strisce bianconere del drappo a far da sfondo al volto intessuto di Moggio Luciani, il diabolico fondatore di quella compagnia di eretici arcinota ormai da anni per i crimini e le ruberie compiute ai danni della Chiesa di Avignone.
L'oste si avvicinò a Mourinho interrompendo quel flusso di pensieri. Nessuno, ovviamente, sarebbe dovuto venire a conoscenza della sua appartenenza al Papato, o la missione datagli da Bonifacio VIII di indagare sugli attacchi dei Drughi in quella terra desolata chiamata Turinia sarebbe stata messa a serio rischio, oltre alla sua stessa vita. La fama dello spietato inquisitore lo precedeva in larga parte dell'Europa, ma in pochi da quelle parti avevano visto mai il suo vero volto.
"Cosa le servo?".
"Il piatto della casa. E del vino rosso. Lontano dal frastuono".
L'oste finse di non aver fatto caso all'accento portoghese e senza fare domande gli suggerì un tavolo dall'altra parte della sala. Mentre cercava di passare al largo dagli altri commensali, alcuni si voltarono e vedendo che lo straniero indossava abiti sgualciti che lo avrebbero accomunato a un innocuo prete di campagna cominciarono a prendersi gioco di lui con insulti e provocazioni da osteria, convinti di poter estorcergli alla fine anche il denaro che questi avrebbe dovuto ricevere dalle offerte dei fedeli.
"Ehi, vecchio, non sai che quando incontri i Drughi devi inginocchiarti e chiedere clemenza?". Uno degli uomini si rivolgeva direttamente a lui facendo calare il silenzio nella sala, ma Mourinho che aveva appena ricevuto il pasto caldo non vi badò.
"Cosa fai, vecchio, continui a mangiare? Alzati e dicci il tuo nome, se non vuoi diventare tu stesso cibo per i vermi!".
A quel punto Mourinho pensò che quel mercenario spaccone doveva avercela proprio con lui, si portò la mano all'orecchio e replicò: "Scusa, puoi alzare i toni? Non sento...".
"Ti pentirai di aver mancato di rispetto a Bonuccio da Rupescissa, generale dell'Ordine dei Drughi", rispose il soldato suscitando i risolini dei suoi compagni che già pregustavano la fine del presunto parroco, mentre l'oste e la donna si dileguarono in un corridoio dietro al bancone.
"Non è mancanza di rispetto", aggiunse giustificandosi Mourinho, "io sono stato insultato per tutto il tempo da voi, invece questo è: 'scusa, puoi alzare i toni?'".
A quel punto un soffio di vento più violento dalla finestra spinse il vessillo nel camino infiammando il drappo e subito le fiamme si propagarono sulle suppellettili lì vicine. I soldati sorpresi da quell'evento ma ancora ubriachi iniziarono goffamente a gettare del vino sopra all'incendio, ma non fecero altro che ustionarsi cospargendo di fuoco anche le altre tovaglie. Lo stesso Bonuccio aveva perso di vista l'inquisitore, che approfittò di quegli attimi per fuggire via e chiudere il portone dietro di sé bloccandolo saldamente con una trave. Le urla dei Drughi ora riecheggiavano nella valle mentre Mourinho a cavallo contemplava le fiamme da un altipiano lontano. La sua missione era compiuta: il Papato era di nuovo salvo.
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Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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