Marotta entrò nello studio di Agnelli alle 10:27.
"Sei in anticipo di tre minuti", lo accolse il presidente smettendo di fissare l'allenamento della Juve dalla vetrata che offriva una panoramica completa del campo centrale di Vinovo.
"Mi piace guardare al futuro", rispose fiero Marotta sedendosi su di una delle due poltroncine sistemate davanti alla scrivania.
"Del tuo futuro, come ben sai, dovrai tornartene ad occupare tu...", aggiunse Agnelli e si mise a sedere sulla poltrona dall'altro lato.
Lo sguardo di Marotta si rivolse al tetto, ma avrebbe voluto volgerlo verso il pavimento.
"...ma non è questo che mi preme ora, Beppe", continuò Agnelli con tono di voce severo, "ovviamente saprai del vile attacco subito da Ronaldo".
"Certamente presidente".
"Un attacco al cuore della Juve".
"Inammissibile".
"Sai cosa faremo adesso, Beppe?".
"No, mi dica presidente".
"Un comunicato. Via social".
"Mi sembra davvero un'idea ottima presidente".
"Bene, comincia a scrivere".
Marotta tirò subito fuori dalla giacca un taccuino e una penna, nel frattempo Agnelli era di nuovo in piedi e aveva cominciato a passeggiare lungo lo studio.
"E basta con 'sta storia... Anzi no. Meglio: ancora con questa storia di vent'anni fa?".
"Sarebbero 9 gli anni presidente, ma se mi permette suggerirei un approccio un pochino più soft. Quello dei social è un mondo delicato...", suggerì Marotta che si era interrotto a metà nello scrivere.
Agnelli smise di girovagare: "Mi sono sempre fidato di te in questi anni, Beppe. Sentiamo".
Marotta si prese qualche attimo per riflettere. Poi abbassò lo sguardo, ma avrebbe voluto rivolgerlo al presidente, che era rimasto immobile a fissarlo nell'attesa delle sue parole. 
"Perché non dire ad esempio: Ronaldo ha dimostrato in questi mesi la sua grande professionalità e serietà, apprezzata da tutti alla Juventus".
"Mi piace. Continua", fece Agnelli soddisfatto.
"Le vicende asseritamente risalenti a quasi 10 anni fa, non modificano questa opinione, condivisa da chiunque sia entrato in contatto con questo grande campione".
"È fatta, dai twitta!", ordinò Agnelli battendo le mani.
Marotta posò rapido il taccuino e la penna sulla scrivania di fronte a sé e tirò fuori dalla giacca il suo smartphone.
"Perché qui da noi alla Juve l'unica cosa che conta è...".
"Vincere presidente", completò Marotta mentre si affrettava a pubblicare la prima parte del comunicato.
"Bravo Beppe. Ti metto alla prova. Fino alla fine". 
Anche a Marotta scappò un sorrisino. "Fatto, inviato".
"Ottimo, fammi leggere". 
Marotta alzò lo smartphone verso Agnelli che si avvicinò per l'ultimo esame: "Perfetto".
"Grazie presidente. Lo stile Juve non si dimentica".
Agnelli notò l'espressione commossa di Marotta. "Sai direttore", rispose, "forse tra noi due sarebbe potuta finire diversamente. Adesso va', io devo fare una telefonatina a quelli del giornale rosa". 


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Sezione: Il Calcio Parallelo / Data: Mar 09 ottobre 2018 alle 00:10
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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