Il vicepresidente dell'Inter Javier Zanetti, intervenuto durante il talk al Salone dei Cinquecento a Firenze nell'ambito della cerimonia del premio 'Fair Play Menarini - I campioni si raccontano', ha raccontato cosa gli hanno lasciato questi tantissimi anni vissuti in Italia: "La cosa più bella è il rispetto da parte di tutti che ho ricevuto quando ho smesso. Paolo Maldini che dice che sono stato leale non lo dimenticherò mai. Mi sono innamorato dell'Inter dal primo giorno ad Appiano Gentile. C'erano Ottavio Bianchi e Massimo Moratti. Io sono passato dal Banfield all'Inter e mi ha cambiato la vita. Mia mamma faceva la casalinga e mio padre il muratore, eravamo una famiglia umile dove non ci mancava niente, ma in Argentina era un periodo difficile io e mio fratello studiavamo. Siamo cresciuti con quei valori che mi hanno accompagnato e mi accompagneranno per tutta la vita".

Zanetti prosegue: "Lavorare con mio padre è stato uno dei momenti più belli: io giocavo nell'Independiente ma mi dissero che non ne facevo più parte e iniziai a lavorare con mio padre per un anno. Poi mi disse tenta ancora con il calcio e quelle parole sono state di impulso. Poi ho superato il provino in un'altra squadra, ho conosciuto mia moglie che giocava a basket e siamo cresciuti insieme". Chiosa sulla sera del suo addio al calcio: "Avevo 41 anni, ho dato tutto e quella sera è stato molto emozionante. Mi sono passati in un flash 20 anni all'Inter con cui ci sarà sempre un legame molto forte. Di più non potevo chiedere al calcio".

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Sezione: Focus / Data: Sab 30 novembre 2024 alle 19:32 / Fonte: ADNKronos
Autore: Christian Liotta
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