Sono tante le cause del flop di Inter, Juventus e Milan. Mario Sconcerti prova ad analizzare nell'edizione online del Corriere della Sera partendo dalla situazione delle due milanesi: "Dieci anni fa l’Inter era di Massimo Moratti e il Milan di Silvio Berlusconi. Erano al bar sotto casa, li potevi incontrare prendendo un caffè. Oggi parliamo tra noi, discutiamo su opinioni che non hanno più importanza, sono solo una forma di social. Le proprietà non esistono, ormai sono entità astratte. Nessuno rende davvero conto a nessuno. Sapremo mai la vera storia della vendita del Milan? Sappiamo adesso cosa stia davvero succedendo all’Inter? I mecenati spendevano per affermare se stessi, gli imprenditori mettono soldi per riaverne. Questo ha rovesciato il rapporto, ha reso normale finanziarsi con le cessioni. Il problema finanziario applicato a un’industria con produttività incerta ha portato a un calo progressivo nella qualità degli acquisti. Da anni il traguardo del nuovo calcio è diventato arrivare quarti. Non si costruiscono squadre per vincere, ma per andare in Champions. Eppure il quarto posto è sempre una sconfitta, non porta nessuna medaglia in nessuno sport. Ma vincere ha un prezzo troppo alto per noi. Alla base dei dieci anni di dominio Juve c’è questa rinuncia, questa povertà di tutti gli altri".

Ma come è possibile porre rimedio? "Prima di tutto Milano deve tornare al centro del business. Parlo come città, come centro industriale del calcio. È stata in buona parte la sua mancanza in questi dieci anni a impoverire il calcio italiano di investimenti e risultati. Nessuno ha saputo prenderne il posto né come luogo tecnico, quindi capacità di creare competizione, né come finanza per gli altri. La Juve è rimasta sola, bravissima la Juve, ma senza gara il prodotto è via via sceso, la stessa Juventus è rimasta danneggiata dal suo vuoto. Milano vale gli stessi scudetti della Juventus con successi europei decisamente superiori. È una ricchezza che non usiamo più da troppo tempo".

Sezione: Focus / Data: Sab 20 marzo 2021 alle 19:14
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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