Stagione nuova, obiettivi nuovi. Ma quello in campo questo pomeriggio al Maradona di Napoli non è un confronto qualunque: non per Lautaro, Barella, Bastoni, Dumfries, Dimarco... Troppo vivido il ricordo di ciò che è stato e che sarebbe potuto essere con 'i sé e i ma' del caso, gli stessi che quest'anno però rimangono fuori dalla porta e per scrivere un'altra storia che la squadra di Cristian Chivu sembra ben predisposta a voler scrivere al meglio. Il titubante avvio stagionale sembra un ricordo e al netto di quello che il campo dell'ex San Paolo dirà, il tecnico romeno non ha dubbi sull'obiettivo: fare il proprio gioco e passo del percorso. Sotto l'ombra del Vesuvio, i vicecampioni d'Italia si presentano con un copia e incolla dell'Olimpico arrivando trascinati dall'entusiasmo delle sette vittorie consecutive tra campionato e coppe. Sentimenti inversamente proporzionali a quelli della squadra di Antonio Conte reduce dal travolgente ko di Eindhoven in Champions e dalle sconfitte contro Milan e Torino in campionato.

La squadra di casa entra però decisa come dichiarato dal capitano nel pregara e si rende subito pericolosa insidiando l'Inter dalle parti di Sommer che sulle prime più che correre un rischio con la palla tra i piedi e in controllo sulla pressione però degli azzurri, lascia correre un brivido sulla schiena dei tifosi nerazzurri che nel primo quarto d'ora sussultano tre volte: con Bastoni su occasione da corner, con Calhanoglu che spedisce sul fondo e con Lautaro che si lascia però murare da Milinkovic Savic. Un barlume di timore ai nerazzurri il Napoli lo infligge al 25esimo con Neres che lascia partire un tiro insidioso che taglia tutta l'area piccola senza che nessuno ci arrivi, prima che il gelo cali letteralmente sulla squadra ospite al 30esimo con un rigore assegnato a favore della squadra di casa che si fatica a decifrare: nessuna 'infrazione' da parte di Acerbi, altrettanto per Mkhitaryan... e Mariani difatti non fischia nulla, diversamente il guardalinee segnala però un non ben compreso sospetto fallo che il VAR conferma ed è rigore per il Napoli. Neres è pronto a sfidare Sommer viene fermato da uno scalpitante Antonio Conte dalla panchina che manda a gran voce Kevin De Bruyne sul segno bianco a undici metri dallo svizzero e non sbaglia nella sua previsione. Il belga calcia forte e batte l'ex Bayern Monaco che non arriva a fermare la palla che si gonfia alle sue spalle e vale il vantaggio dei campioni d'Italia. I partenopei però non fanno neppure in tempo ad esultare che un'altra pessima notizia si abbatte sulla già complicata situazione 'sanitaria': l'ex City non riesce a muoversi e scoppia in lacrime mentre si tocca il flessore della coscia destra che lo costringe ad uscire dal campo a braccio qualche secondo dopo l'out di Mkhitaryan, anche lui per un problema al flessore (della coscia sinistra). Due pedine importanti per compagine costrette all'uscita anzitempo ma se per l'armeno nerazzurro la situazione non è definita e verrà chiarita nelle prossime ore, quella del centrocampista azzurro sembra preludere a qualcosa di serio che manda in ansia tifosi, tecnico e compagni che subiscono il contraccolpo tattico e mentale, quest'ultimo particolarmente inflitto dagli avversari. L'Inter non si perde d'animo e reagisce immediatamente con la rabbia di chi è consapevole che qualcosa le è stato ingiustamente tolto e quel qualcosa sono i potenziali tre punti che al momento il tabellino assegna ai campioni in carica. Dumfries al 38esimo, Bastoni cinque minuti dopo fanno tremare i tifosi del Maradona che sentono tremare l'incrocio dei pali colpito dal difensore italiano col 95 sulle spalle e anche il vantaggio. Il duplice fischio di Mariani che manda in confusione persino gli addetti ai lavori per un'ammonizione a Gilmour che sembrava già ammonito e salva i padroni di casa dall'apnea nella quale stavano sprofondando. 

La ripresa comincia con lo stesso ritmo con il quale si era 'freezata' e l'Inter entra bene con il solito atteggiamento a trazione anteriore che tiene sull'attenti Milinkovic Savic: subito Calhanoglu a farsi vedere dalle sue parti ma il turco calcia fuori. Il Napoli però non dimentica il suo dna e al 54esimo il solito McTominay approfitta di una ripartenza concessa dai nerazzurri e su assistenza di Spinazzola beffa tutta la linea difensiva degli ospiti e con un diagonale imprendibile punisce un timoroso Sommer che non esce e resta seduto a terra con la palla alle sue spalle che finisce in rete e fa esplodere il Maradona. Doppio vantaggio che fa esplodere d'energia i campioni d'Italia e della classifica ma non uccide i dirimpettai: l'Inter va verso le parti dell'estremo difensore granata, ma l'azione finisce con un primo piano su Lautaro che reclama un fallo di mano che Buongiorno effettivamente commette e dopo l'OFR Calhanoglu va dal dischetto e riapre una gara che con freddezza e cinismo gli uomini di Antonio Conte riportano dalla loro parte spezzando ancora una volta l'inerzia che la Beneamata aveva portato dalle suo lato. Al 67esimo Anguissa brucia tre difensori, manda al bar un infuocato Dumfries, che qualche minuto prima si era lasciato infiammare dalle provocazioni degli azzurri in panchina, e con una veronica manda alle spalle di Sommer un gran pallone che mette in luce ancora una volta però il lavoro da fare da Cristian Chivu e il suo staff che nei prossimi giorni avranno da passare al vaglio un paio di letali errori che dovranno essere limati per evitare rovinosi episodi che, come a Torino anche a Napoli, mandano in fumo una gara che ad onor di cronaca non avrebbe dovuto portare all'epilogo poi scritto. Esposito al posto di Bonny, già poco prima del gol del camerunese, Sucic, Frattesi e Luis Enrique al posto di Calha, Barella e Dumfries non portano gli squilli sperati e la squadra nel frattempo abbassa adrenalina e asticella dell'umore e quasi si abbandona al destino di sé stessa. All'87esimo un corner prova a riaccendere una miccia che però si perde in un tiro moscio del brasiliano che finisce sul fondo. 

I sei minuti di recupero non aiutano l'Inter che non riesce più a risalire con la verve dei primi sessantacinque minuti quindi a impensierire i rivali, galvanizzati dal doppio vantaggio che gli riconsegna la vetta della classifica e buon umore al netto delle brutte notizie dall’infermeria che continua a riempirsi con giocatori importanti per Antonio Conte che difficilmente questa sera potrà versare lacrime ai microfoni. E chissà proprio nel post gara cosa avrà da dire il leccese, oggi particolarmente graziato da un potenziale grave tilt della direzione arbitrale in campo e in sala a Lissone. Buone risposte per Chivu, ma anche qualche brutta notizia che riapre 'vecchie' problematiche e impone riflessioni, analisi, lavoro senza aprire però tristezza alcuna.

Sezione: Focus / Data: Sab 25 ottobre 2025 alle 20:07
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
vedi letture
Print