Mai riposo fu più meritato. Perché quest'anno Samuel Eto'o ha avuto parecchio lavoro da compiere, mettendosi sulle spalle il peso dell'attacco interista e collezionando l'incredibile score di 37 reti messe a segno, tra le varie competizioni, con la maglia nerazzurra. Raggiunto a Lodi dai microfoni di SportWeek (settimanale in allegato con La Gazzetta dello Sport), dove sta girando il nuovo spot di Sky per l'imminente stagione calcistica, il bomber camerunese parla delle sue ferie: "È la possibilità di disconnettermi da tutto. Metto in un angolo tutti i pensieri, gli impegni e le preoccupazioni che mi tengono occupato per il resto dell'anno e mi concentro soltanto sulla mia famiglia, sui figli". La meta delle vacanze, spiega Eto'o, deve essere "un posto lontano dal Camerun e da dove gioco al calcio. Quest'anno ho fatto un giro prima per le isole della Grecia, poi non mi sono fatto mancare l'annuale puntata a New York". La celebre città statunitense è uno dei luoghi che da sempre affascinano il Re Leone: "Ci trovo ogni volta la libertà che cerco. Posso camminare insieme ai bambini senza che qualcuno mi fermi a ogni metro per scattarmi una foto. Scelgo sempre posti dove, se pure mi riconoscono, fanno finta di niente. E nella Grande Mela sono abituati, alla celebrità! (sorride, ndr)".

Per Eto'o è difficile scegliere tra mare e montagna: "Prendo il sole sdraiato sul lettino e sorveglio i bambini che giocano in acqua. Al massimo, entro in piscina, ma solo nei punti in cui si tocca. Io non so nuotare. In montagna, invece, esco ogni mattina alle 7. Niente di impegnativo, cammino, ascolto il silenzio e respiro aria buona". In mezzo ai boschi, aggiunge, "mi concentro su me stesso e sui colori della natura. Mi rilasso. Riempio i polmoni di ossigeno e l'anima di buone sensazioni". La vacanza di Eto'o non conosce né computer né televisione: "Spengo tutto, tranne i telefonini. Quelli sono sempre accesi". Niente sport, per il camerunese, in compagnia della sua famiglia: "L'unico che mi concedo è correre dietro ai miei figli. Gioco a pallone solo con loro. Etienne (seduto accanto, ndr) ha 8 anni e in questa stagione ha segnato 48 gol. È più forte di me", afferma, e il figlio ride. Dalle vacanze spensierate al ritorno in campo, non sarà difficile riabituarsi alle pressioni e alla vita di città? "No. Io sono il tipo che torna e il giorno dopo è pronto per riprendere a lavorare. Anzi, se la vacanza finisse alle 7, alle 8 potrei scendere in campo, già sintonizzato su quello che devo fare". D'altronde i tifosi nerazzurri non ne hanno mai dubitato.

Sezione: FOCUS / Data: Sab 09 luglio 2011 alle 11:56
Autore: Daniele Alfieri
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