Cambiare Nazione e stile di vita non è mai facile. Per nessuno. Figuriamoci se sei un ragazzino adolescente. Ma se sogni di diventare un calciatore professionista e chiama l’Inter è impossibile dire di no. Comincia così, più o meno, la carriera di Paulino de la Fuente, talento emergente oggi tesserato dell’Alavés, che in esclusiva per FcInterNews, ricorda la trafila con i nerazzurri, e non solo.
Come vanno le cose in Spagna?
“Benissimo. Con l’Alavés B abbiamo centrato la Promozione in terza Serie. Ora sono in ritiro con la prima squadra. Spero quest’anno di poter esordire in Primera. Ci credo, sto bene. Il club mi aiuta. La scorsa stagione sono andato in panchina e adesso lavoro sodo per poter scendere in campo nella divisione che corrisponde alla vostra Serie A”.
Ha giocato dei playoff da protagonista.
“L’importante era centrare l’obiettivo. Erano tre anni che l’Alavés B cercava la promozione. L’abbiamo raggiunta e ne siamo super felici. Ma adesso non devo fermarmi qui. Voglio lavorare sodo, farmi apprezzare dal mister della prima squadra. Col sogno, come detto poc'anzi, di esordire con loro”.
Lei è arrivato giovanissimo in Italia.
“Ho vissuto a Milano dai 16 a quasi 19 anni. Circa due anni e mezzo. Sono stato da Dio. Ho trovato dei compagni che mi hanno aiutato molto. Ragazzi che ancora oggi considero veri amici. Devo poi ringraziare anche la società e i vari tecnici che ho avuto. Peccato che ero un bambino. Quindi un giorno mi sono incazzato e ho deciso di andare via. Sarei potuto rimanere, fu probabilmente un errore lasciare l’Inter”.
D’altronde non è facile affrontare determinati cambiamenti quando si è piccoli.
“Sì, ma ripeto. Io sono stato aiutato da tutti. Dopo tre mesi sapevo già l’italiano. Il motivo? Invece che dormire parlavano con me. Per questo è impossibile che io parli male dell’Inter. Spendo solo parole di gratitudine per i nerazzurri”.
C’è qualcuno da ringraziare oltre a loro?
“La mia famiglia, mi hanno sempre supportato. Mio padre Pau e mio zio Oscar adesso seguono tutte le partite dallo stadio. E quando ero in Italia mi facevano comunque sentire la loro vicinanza”.
Che ricordi ha di mister Vecchi?
“Di un grande allenatore. Mi faceva lavorare tantissimo. Con lui ho imparato tanto”.
Dagli allievi alla Primavera passando per la Beretti. Porterà dentro di sé tantissimi ricordi.
“Abbiamo vinto praticamente tutto. La squadra era fortissima. C’erano calciatori come Radu, un portiere fortissimo, che giocava da Dio. Già allora si capiva che sarebbe arrivato lontano. Ma mi lasci citare anche Bonazzoli, Baldini, Zonta o Dimarco. Tutti giocatori che promettevano strabene”.
È ancora in contatto con loro?
“Sì, ho tantissimi amici. Si figuri che vado in vacanza con Zonta, per me Loris è come un fratello. Ma sento praticamente tutti, soprattutto quelli degli Allievi Nazionali”.
Prima ha citato Radu. Lo vede come possibile futuro primo portiere dell’Inter?
“Senza dubbio. Quando qui parlo di lui con i miei amici specifico che sicuramente sarà il dopo Handanovic. Deve essere lui, non vedo altre opzioni”.
Lei tra l’altro si è allenato con la prima squadra dei nerazzurri. Con Mancini allenatore.
“Che esperienza! Le dico subito una cosa. Icardi era tanto roba. Kovacic era di un altro pianeta: andava al doppio rispetto a tutti gli altri, aveva davvero un altro passo rispetto agli altri. Tanta roba. Non è un caso che poi sia finito al Real Madrid. Mateo è troppo forte”.
Il croato è un esempio da seguire?
“Assolutamente, anche se lui gioca più interno, quindi a livello di caratteristiche vorrei imitare Sergio Canales”.
Un sogno per il futuro?
“Esordire in Primera con l’Alavés. Mi hanno sempre aiutato e sostenuto tantissimo. Se poi un giorno potrò, ad esempio, giocare la Champions con l’Inter, sarebbe favoloso. Ogni anno torno a Milano e tutti mi salutano, io ho un bellissimo ricordo di loro, e lo staff dei nerazzurri evidentemente prova lo stesso per me. E ne vado fiero. Ma oggi devo ancora formarmi e allenarmi sodo. Non vedo l’ora di avere la mia opportunità con il team spagnolo, sono sicuro che potrò fare bene, anche perché negli allenamenti sono pronto a dare sempre il massimo”.
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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