Lavoratore instancabile, ormai punto di forza della Germania, acquisto top dell’Inter. Robin Gosens per arrivare a Milano ha davvero fatto la gavetta. Un percorso che Harry van den Ham, il primo allenatore del tedesco in una squadra professionista, ha bene in mente: “Il primo ricordo che ho di lui è di una trasferta, un giovedì sera, ad Haarleem, per una partita del Vitesse. Il loro allenatore Peter Bosz è un mio amico e dovevo visionare un altro giocatore per portarlo eventualmente all’FC Dordrecht, la mia squadra. Appena però vidi Gosens, me ne innamorai calcisticamente. Giocava a centrocampo, domandai cosa facesse lì e per quale motivo non giocasse in prima squadra. Chiesi maggiori informazioni, provai a portarlo subito da noi perché puntavamo alla promozione nella Serie A olandese. Aveva tutto: dinamicità, spinta, doti nell’uno contro uno, box to box. Dissi: ‘Dammelo in prestito e con me esploderà’. Inizialmente non fu possibile finalizzare il trasferimento, ma poi ci riuscimmo, lo pagammo 5 mila euro”.

Robin oggi ha cambiato ruolo.
“Anche da noi capitava giocasse esterno, ma solitamente lo utilizzavamo a centrocampo per la sua potenza. Ho parlato tanto con lui. Inizialmente non capiva come potesse giocare, quindi lo misi in panchina. Venne a chiedermi spiegazioni, gliele diedi. Questo mi piacque molto, significa ci tenesse a migliorare, per davvero. Robin ebbe un’attitudine pazzesca, migliorò settimana dopo settimana. Il suo comportamento fu da applausi, un esempio da seguire. È una persona straordinaria”.

E risultò decisivo per voi.
“Perdemmo una partita e quella successiva era quella contro l’Emmen, una nostra diretta concorrente per la promozione. Dissi a Robin: ‘Hai un gran tiro. Arriva ai sedici metri e calcia! Convinciti che puoi farcela’. Segnò una doppietta con due botte dalla distanza. Si prese la squadra sulle spalle e ci condusse alla vittoria. Ispirò il nostro 5-0, che partita!".

Anche fuori dal campo era uno su cui contare.
“Negli allenamenti e nelle partite era dominante, uno che dava più del 100%. Se i suoi compagni davano il 99%, li portava al 100%. Fuori è un ragazzo tranquillo, forse un po’ timido. Anche la sua personalità è migliorata da questo punto di vista. Se oggi gli mando un messaggio, risponde subito. Non si è montato la testa, l’Inter è un premio per tutto quello che ha fatto”.

Ha compiuto un bel percorso insomma.
“Doveva inserirsi nel nostro tipo di gioco. Lo volevo nel vivo, capace di segnare e determinare il risultato”.

Si aspettava arrivasse così lontano?
“Sinceramente, no. Rimasi molto sorpreso quando venne convocato dalla Germania. Ma attenzione: tutto è meritato. Ha fatto passi da gigante, quanto successo è unbelivable. Avevo lavorato con un ottimo calciatore, ora è un top player a livello mondiale. Un calciatore moderno, davvero forte. In Olanda sosteniamo che la mentalità degli atleti tedeschi deve essere presa da esempio: lui rappresenta a pieno tale concetto. E badi bene: io mi aspetto che l’Inter non sia il suo ultimo step. Chi lo sa, magari vincerà la Champions con i nerazzurri”.

Simone Togna

Sezione: Esclusive / Data: Mer 09 febbraio 2022 alle 20:06
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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