Forse non tutti lo sanno, ma uno dei primi ad allenare Jonathan, ormai dato per prossimo acquisto dell'Inter (mancano solo i dettagli) è un italiano. Per la precisione Angelo Luca Buzzi, milanese tifoso dell'Inter, dal 1992 in Brasile dove dal 1996 lavora come allenatore. Ha avuto Jonathan nei Giovanissimi del Cruzeiro dal 1999 al 2000 e con lui (allora 14enne) ha vinto il campionato panamericano. FcInterNews.it ha avuto il piacere e l'onore di intervistarlo, parlando della sua carriera, del suo tifo e ovviamente di Jonathan.

Mister, quando ha deciso di trasferirsi in Brasile e perché?
Mi sono transferito definitivamente in Brasile nel '96, già lo frequentavo dal '92 perché facevo esplorazioni scientifiche geografiche (speleologia subacquea, ndr).

In quali squadra ha lavorato e dove lavora attualmente?
Ho iniziato in Brasile con il calcio in un progetto universitario qui a Belo Horizonte, dove abito e ho famiglia, poi nel secondo semestre 99 ho avuto l´opportunitá di entrare al Cruzeiro dove era difficile affermarsi ma alla fine ci sono rimasto 7 anni, montavo le squadre dei giovanissimi che poi passavano nelle mani di Emerson Avila, attuale allenatore della nazionale brasiliana under 17, e per Nay Franco allenatore delle nazionali under 18, 20 e 23 gialloverde. Dopo il Cruzeiro ho iniziato in squadre proffessionistiche minori, ho disputato da allenatore un campionato Bahiano 2008, il Candango nel 2009 che sarebbe il campionato di Brasilia, e nel 2010 sono stato coordinatore delle giovanili del Rio Claro nello stato di Sao Paulo, attualmente sono fermo aspettando qualche cosa interessante.

Ha allenato anche in Italia prima di approdare in Brasile?
In Italia ho fatto il corso della Figc nel 1987 e ho coordinato le prime scuole calcio della mia cittá, Mandello Lario, oltre a allenare le varie cattegorie della societá Mandellese.

La sua carriera calcistica prima di allenare?
Ho giocato a livello regionale fino alla promozione, calcolando che all´epoca il livello era bem piú qualificato, ho finito con il Calcio a 5 a Lecco, qui in Brasile da Master ho avuto la fortuna di giocare e divertirmi con vari campioni del passato, e per essere accettato a giocare con loro bisogna avere tecnica, la stessa tecnica che serve pra insegnare ai ragazzi nel periodo formativo.

Lei ha allenato anche Jonathan, prossimo acquisto dell'Inter, cosa può dirci di lui?
Jonathan è un bravo ragazzo e buon calciatore, con me nei giovanissimi nel 99 e nel 2000 è arrivato come attaccante, ma per la sua grande capacità di corsa l´ho dirottato all´esterno dove ha poi giocato durante la sua carriera. Ha molta tecnica,è un giocatore completo, usa bene i due piedi, puó giocare tranquillamente anche a sinistra, ma la cosa che piú impressiona è la velocità unita alla tecnica, quindi un giocatore duttile che gioca sia nella linea di 4 difensiva ma che rende al massimo come ala in un 3-5-2 e variazioni o come esterno nella seconda linea in 4-4-2 e variazioni. Inoltre, non dimentichiamoci che pur giovane con i suoi 24 anni ha innumerevoli presenze in Serie A e nella Libertadores, e saprà adattarsi rapido al nostro calcio. É da anni che lo indico in Italia ma il fatto che ancora non aveva il passaporto pregiudicava il suo arrivo in Europa, il Ds Corvino che conosco personalmente èstato uno dei primi ad ammirare le sue qualità. Sono sicuro che con un normale tempo di adattamento farà molto bene.

In un'intervista dice che vorrà essere in Italia nel momento in cui un suo ragazzo giocherà con un'italiana: sarà a San Siro per vedere Jonathan?
Effettivamente in una vecchia intervista che avevo fatto nel notiziario dell´Associazione Italiana Allenatori Calcio nel 2004 avevo la certezza che degli innumerevoli bravi giocatori che ho allenato qualcuno prima o poi avrebbe calpestato l´erba di San Siro e che mi sarebbe piaciuto ritornare alla scala del calcio per vederli giocare nello stadio dove da ragazzo mi siedevo nei distinti a vedere il grande Evaristo Beccalossi. Bene sarebbe una grade soddisfazione per me poter vedere Jonathan a San Siro se verrà acquistato dall´inter, spero sia lui a invitarmi già che oltre ad aver contribuito a insegnargli calcio e valori umani, sono un suo vero amico, lui sa quanto l´ho aiutato, speriamo mi inviti davvero!

Quali differenze ha riscontrato tra il calcio italiano e quello brasiliano?
Quando ho iniziato a fare l´allenatore in Brasile mi sono preoccupato di adattarmi al loro calcio ma cercando di dare le basi generiche europee, qui all´epoca non c´era una cultura di linee di squadra alta, di sistemi e variazioni, quindi ho dato enfasi a questi insegnamenti, per i ragazzi avere delle nozioni basiche di come si sta in campo è importante anche in prospetto futuro di carriera. Questo ha sempre aiutato i giocatori, qui si gioca poco senza palla, e il difficile è responsabilizzare i ragazzi a giocare per il collettivo già che per antonomasia i brasiliani vivono di qualitá tecniche e individuali, quindi sono sempre riuscito a dare responsabiltà tattiche senza influire nelle abilitá personali. Poi c´è un fattore importante, molti allenatori pensano prima ai risultati che a preparare e migliorare i ragazzi, quindi per molti è piú facile cambiare giocatore che insistere nel migliorare le tecniche di chi hanno, questo è dovuto alla quantità di ragazzi che giocano al calcio qui. Il massimo è avere giocatori bravi e perfezionarli, nel calciare e nei vari gesti tecnici, ho sempre fatto questo, instancabilmente, ma sono venuti i risultati, facevo squadre divertenti belle da vedere, che esaltavano il collettivo, difficile era convincere ragazzi brasiliani a giocare con un solo tocco ma quando capivano l´importanza anche loro si divertivano di più. Infine penso che in Brasile pur essendoci un lento miglioramento tattico vince ancora chi ha giocatori di qualitá.

Ci sono altri giovani talenti che vuol consigliare alle squadre italiane?
Talenti in Brasile ce ne sono tanti, giusto sarebbe accompagnarli già da giovani e adattarli precocemente alle esigenze europee.
Prima di indicare talenti bisogna precisare che alle squadre italiane servono giocatori comunitari figli di discendenti europei, il lavoro da fare è questo, osservare e accompagnare giovani talenti comunitari. Logicamente senza perdere d´occhio anche giocatori senza possibilità di essere comunitari quando hanno qualità in eccesso, senza dimenticare che portando un ragazzo giovane in Europa può con il tempo ricevere la cittadinanza. Di giovani bravi ce ne sono, bisogna solo seguire i tornei giovanili importanti per captare il giocatore quando ancora nessuno lo conosce, e sembra che il nostro presidente Moratti abbia parlato propio di questo in questi giorni. Una nuova filosofia che Barcellona e Manchester già fanno da tempo, penso sia la strada giusta. Preferisco indicare e parlare dei giocatori che ho avuto, è più facile fare una analisi con maggiori certezze. Ci sono due bravi giovani in Italia: Zé Eduardo a Parma, nazionale brasiliano del '91, e Jonathas, centravanti '89, che gioca a Brescia, ma i due attualmente non sono comunitari. Poi a Taranto c'è un altro mio ragazzo, Lucas Chiaretti, un '87, lui ha il passaporto e sta facendo bene oltre ad assersi ambientato bene, penso che arriverà presto nella massima serie. Altri che sono in Brasile sono 2 difensori centrali, Thiago Heleno, un '88 con molta esperienza titolare al Palmeiras, e un altro alla Ponte Preta, un '89 di nome Wellington, oltre a Bernardo, '90, che è attualmente capocannoniere nella serie A e gioca nel Vasco de Gama. Non poteva mancare un portiere che può essere comunitario, Rafael, un '89, attuale riserva Di Fabio al Cruzeiro. Mi fermo qui anche perché se potessi dedicare tutto il mio tempo solo ad osservare giocatori potrei ottenere ottimi risultati grazie all´esperienza maturata in questi anni qui in Brasile. Chi lo sa, un giorno magari potrei lavorare per la nostra Inter, non si sa mai, penso che avere qualcuno di fiducia qui può essere interessante...

Lei è un interista sfegatato: chi dovrebbe acquistare l'Inter per migliorare?
Bella domanda. Guarda io da anni sogno Fabregas all´Inter, ma penso che l'Inter deve fare il cammino che sembra abbia iniziato già a fare, che consiste nel ringiovanire la rosa e concentrarsi nella ricerca dei talenti; i Fabregas bisogna accaparrarseli prima che costino cosí tanto. Di Ganso so che è buon giocatore, potrete rendervene conto durante la Coppa America se sarà fisicamente al top.

Come vede la scelta di Gasperini?
Penso che l'Inter abbia fatto un'ottima scelta, Gasperini è un allenatore che sa variare sistemi di gioco e ritengo questo molto importante, anche se per far questo ci vorrà un lavoro certosino sono fiducioso e ritengo interessante aver affidato la squadra a un allenatore italiano, che inoltre ha fatto molto bene a Genova mostrando oltre ai risultati un calcio bello da vedere che ritengo sia basilare per far divertire i tifosi.


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Sezione: Esclusive / Data: Mar 28 giugno 2011 alle 17:30
Autore: Domenico Fabbricini
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