Quella di Giuseppe Dragone, osservatore del Lecce per oltre dodici anni, ma con un passato nel Casarano sotto la protezione di Pantaleo Corvino, è una piccola storia che, ad un certo punto, incrocia l’Inter e il mondo nerazzurro. Una vicenda da raccontare, tutta d’un fiato, e che FcInterNews.it lo fa in esclusiva.

Giuseppe, questa storia quando comincia?

“A febbraio 2010”.

Raccontaci.

“Mi chiamò al telefono Roberto Samaden, direttore del settore giovanile nerazzurro”.

Un passo indietro: tu lo conoscevi già?

“Sì, ci eravamo conosciuti al Torneo di Gallipoli, categoria esordienti, nel 2002/03”.

Capito. Andiamo avanti: cosa ti disse?

“Mi prospettò la possibilità di collaborare con la società nerazzurra”.

In che veste?

“Osservatore nerazzurro per il Sud Italia”.

Spieghiamolo a chi mastica poco calcio.

“In pratica, avrei dovuto segnalare – alla società nerazzurra – giovani calciatori, seguiti dal sottoscritto, qui in Puglia, ma anche nelle regioni limitrofe, come Basilicata, Campania”.

E tutto questo nel corso di una telefonata?

“No, dopo ci furono altri step, fino a quando – su invito dello stesso Samaden – sono salito su a Milano”.

Quando?

“Dal 18 al 21 aprile 2010”.

Ospite dell’Inter?

“Sì, esatto: sono stato 3 giorni lì, a spese dell’Inter. Andai al Centro Sportivo Interello a vedere l’allenamento degli esordienti nerazzurri”.

Chi ti accompagnò nella visita delle strutture?

“In primis Samaden, ma poi ho avuto modo di conoscere e parlare anche con il Direttore Sportivo, Piero Ausilio e con Giuseppe Giavardi”.

Ricordiamo, a beneficio dei più giovani, chi è stato e chi è Giuseppe Giavardi.

“Classe ’53, ex giocatore dell’Inter nel 1974-75 – in quella squadra militavano, tra gli altri, anche Bordon, Facchetti, Mazzola, con mister Luis Suarez – e che ora ricopre la carica di Coordinatore degli Osservatori della società nerazzurra”.

In quell’occasione, segnalasti qualcuno?

“Sì, portai due giovani talenti classe ’97: fecero tre allenamenti, ma poi non se ne fece nulla a causa della giovane età”.

E la tua collaborazione con l’Inter?

“Ne parlammo in quei giorni, anche in maniera approfondita: ma, alla fine non riuscimmo ad arrivare ad un punto comune”.

Per quale motivo?

“L’Inter voleva che io svolgessi questa attività di osservatore continuativamente, ventiquattro ore su ventiquattro”.

Mentre tu non hai voluto rinunciare al tuo posto di lavoro.

“Sì, sono un dipendente pubblico e svolgo l’attività di osservatore, sia per conto di società che privatamente, nel pomeriggio e nei fine settimana”.

Samaden e Ausilio come li descriveresti?

“Persone squisite, ospitali: si sono comportate benissimo. Da un punto di vista professionale, sono molto competenti e la testimonianza è vedere quello che sono riusciti a creare all’Inter”.

Tu come nasci osservatore?

“Sono “figlio” di Pantaleo Corvino, ho iniziato con lui, prima a Casarano e poi a Lecce: ci siamo sempre occupati del settore giovanile”.

La classica vita spesa sui campi spelacchiati.

“Esatto: per vent’anni ho setacciato tutta la provincia di Lecce alla ricerca di giovanissimi calciatori”.

Facciamo qualche nome.

“Luigi Falcone, ora nel Lecce; Filippo Falco, in prestito al Pavia;  Alessandro Scialpi, in compartecipazione tra Lecce e Varese; Luca Pompilio, anche lui a Varese; e poi Ugo Gabrieli, che ora gioca a Barletta”.

Vai forte con gli estremi difensori.

“Diciamo di sì: l’ultimo è stato Stefano Russo, classe ’89, di proprietà del Parma, ha fatto il terzo portiere fino allo scorso anno, ed ora è in prestito B alla Nocerina”.

Veniamo all’oggi: hai visto l’Under 21 a Casarano?

“Sì: ci sono ragazzi che, nei prossimi anni, faranno la storia del calcio italiano”.

Da chi cominciamo?

“Manolo Gabbiadini dell’Atalanta è il nuovo Inzaghi. Mi ha impressionato molto anche Alessandro Florenzi, del Crotone”.

Una parola sui nerazzurri.

“L’Inter ha lavorato molto bene: Francesco Bardi, e ci metto anche Mattia Perin, sarà il portiere della Nazionale maggiore tra qualche anno”.

Luca Caldirola?

“Mi ha impressionato per forza e presenza fisica, senso della posizione e dell’anticipo: è un ’91 che ha già alle spalle un anno di massima serie olandese”.

Giulio Donati?

“Lo conosciamo troppo bene: lo scorso anno è stato qui a Lecce. È  un esterno destro basso di spinta: lo penalizza solo il fatto di non avere l’altezza giusta per il ruolo…”.

Chiudiamo con il nome di un giovanissimo calciatore di cui sentiremo parlare.

“Ma ti avverto che dobbiamo fare il nome del Milan…”.

Sentiamo.

“Si chiama Yuri Meleleo, di Cutrofiano (prov. di Lecce): è un ’97 che è una via di mezzo tra Valeri Bojinov e Fabrizio Miccoli. L’Inter se l’è fatto scappare e il Milan, invece, è stato più lesto a chiudere la trattativa”.

Ed ora dove gioca?

“Il Milan, grazie alla mediazione del direttore sportivo Mauro Pederzoli, l’ha spostato nei Giovanissimi Nazionali del Novara”.

Non hai avuto tanta fortuna con l’Inter.

“Mai dire mai: anche se loro hanno un metodo di lavoro differente”.

Sentiamo.

“Preferiscono investire su giovani ragazzi presi dalla Lombardia, così da non dover aumentare i costi a dismisura andando a prendere i fuori regione, oppure prendono ragazzi – di 16-18 anni – anche stranieri, pronti per essere inseriti nella Primavera”.

 

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Sezione: Esclusive / Data: Gio 24 novembre 2011 alle 15:40
Autore: Giuseppe Granieri
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