La scorsa settimana è stata decisiva per la cessione dell'Inter da Moratti a Thohir. L'incontro a Parigi è servito a chiarire gli ultimi dubbi del numero uno nerazzurro e questa settimana potrebbe essere quella giusta per le firme sui contratti. Per capire qualcosa in più sui possibili scenari futuri della nuova Inter "indonesiana" targata Thohir, FcInterNews ha sentito in esclusiva Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore ed esperto di calcio e business da sempre vicino alla trattativa. Ecco le sue parole:
Quali sono le prossime tappe della trattativa per arrivare al closing definitivo con Thohir?
"Verrà convocato a breve un Cda per far approvare il progetto dell'ingresso del nuovo gruppo di investitori indonesiani. Poi si andrà in assemblea, quando ci sarà il closing, e ci saranno le perdite da ripianare e l'aumento di capitale da disporre. La quota azionaria verrà quindi acquisita dalla nuova società che fa capo a Thohir e soci. Il 70% del club sarà loro e verranno nominati amministratore delegato e le altre cariche. Il percorso si dovrebbe concludere nel giro di un mesetto con l'assemblea che ratificherà tutto".
E' vero che Moratti ha inserito nel contratto una clausola per il riacquisto del club?
"A me risulta che fin dall'inizio ci fosse un percorso di uscita graduale di Moratti, in un biennio, al termine del quale potrà cedere il 30% e ricavare un introito importante. Sarà il 30% di una società risanata e, magari, rientrata in Champions. La cifra stimabile per il futuro incasso si aggira intorno ai 90/100 milioni. Non mi risultano clausole in favore di Moratti, sarebbe inconprensibile a livello economico che Thohir, con un investimento così importante per portare avanti la squadra a livello di marketing, possa concedere un riacquisto alla controparte".
Quali sono i tempi per l'uscita definitiva di Moratti dal club?
"Il tempo di uscita di Moratti è stato fissato in 24 mesi. Da quanto mi risulta, ed è bene specificare che i contratti devono ancora essere redatti nella versione finale, gli indonesiani dovrebbero avere un diritto a far uscire Moratti anche prima, a determinate condizioni".
Sarà Levien l'uomo forte della nuova Inter?
"Lui è uno dei maggiori soci di Thohir, hanno fatto insieme diversi affari tra media e sport. Potrebbe essere l'uomo a cui affidare il comando della nuova Inter. Ho avuto notizia che dovrebbe entrare in società il prima possibile, magari con un ruolo iniziale di direttore finanziario, poi l'assemblea dovrebbe consegnargli il ruolo di Ceo, l'amministratore delegato all'italiana. Alla luce di questa nomina e degli assetti del nuovo Cda, con una composizione ridotta rispetto attuale e che rispetti i rapporti di quote, verranno nominati gli altri dirigenti della nuova società. Saranno poi definiti i nuovi ruoli di Massimo e Angelomario Moratti e di quei dirigenti che rimarranno in nerazzurro, perchè ritenuti idonei di continuare nel nuovo progetto".
A livello tecnico verranno fatti dei cambiamenti?
"Fare il toto-nomi non sarebbe serio. Secondo l'esperienza del mondo degli affari, se si compra una società si mettono a capo degli uomini di fiducia. Verranno valutati i precedenti dirigenti, che potranno essere confermati o sostituiti".
Qual è la valutazione definitiva del 70% dell'Inter, e l'incasso effettivo di Moratti?
"La quotazione dopo 4 mesi di trattativa è arrivata alla cifra intorno a 250 milioni per il 70%; io a maggio avevo detto 260 per l'80%, non ci si è quindi scostati molto dalla valutazione iniziale. Non rimarranno inizialmente nelle tasche di Moratti. L'accordo prevede il pagamento dei debiti dell'Inter non ritenuti funzionali. Sono linee di credito utilizzate dall'Inter in questi anni e ammontano a circa 200 milioni, o poco più, estranee all'ordinaria amministrazione. Verranno estinte da Moratti e il suo vantaggio risiede nel fatto che in parte erano stati garantiti con il suo patrimonio personale. Le banche non potranno rivalersi sui suoi beni, insomma. Il resto servirà per coprire il buco di bilancio del 2013, pari a 60/70 milioni. Non credo che in questa prima fase Moratti incasserà molta liquidità, ma avrà vantaggi finanziari importanti, come appunto salvaguardare il patrimonio personale. Viceversa il grande vantaggio futuro sarà quello di poter cedere il 30% dell'Inter, quando uscirà definitivamente dalla società, ed ottenendo ottimi ricavi. La cifra ammonterà, come detto, sui 100 milioni".
Quali mosse ha in mente la nuova proprietà per espandere il brand e sulla questione stadio?
"Non posso che immaginare quanto farà la nuova dirigenza, che avrà qualche asso nella manica pronto. E' prevedibile che per lo stadio si prosegua con la sinergia messa in atto col Milan per rivalutare il Meazza. Verrà valorizzata l'area del Trotto, come hospitality per garantire maggiore valorizzazione anche delle sponsorizzazioni. Ristruttureranno San Siro per renderlo uno stadio all'avanguardia. Al momento è accantonato il progetto dello stadio di proprietà, che avrebbe costi elevati e non darebbe introiti nel breve periodo. Se ne riparlerà più avanti. Per quanto riguarda il marchio Inter immagino una grande spinta da parte della nuova società. In Italia il brand viene valorizzato poco e solo il Milan ricava intorno agli 80 milioni. Le grandi europee viaggiano comunque su numeri doppi. L'accordo con Nike non è dei migliori secondo l'ottica europea. E' buono per la situazione italiana e dell'Inter di oggi. Sono 200 milioni per 12 anni, non molto rispetto ai 30 annui che ricavano le big europee dallo sponsor tecnico. Forse è un periodo troppo lungo per quelli che potranno essere i miglioramenti in ambito sportivo della squadra. Serviva sottoscriverne uno di minor durata, ma ormai è stato firmato. La nuova proprietà proverà a sviluppare il marchio in aree, come quella indonesiana, dalle grosse potenzialità. Su quel piano si può fare molto".
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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