"Una risata ci salverà". Non è chiaro a chi si debba attribuire questa espressione, ma è chiaro che in questo momento tutti i tifosi dell'Inter stiano sorridendo come Marcus Thuram assieme al fratello Khephren nel tanto discusso finale di Juventus-Inter. E ironia della sorte questi sorrisi sono provocati proprio dalla doppietta del francese all'Amsterdam Arena, gara d'esordio di un mega girone di Champions League che si preannuncia scoppiettante. Dopo il doloroso scivolone dell'Allianz Stadium, l'Inter dunque si rialza nella serata giusta e lo fa con una prestazione di grande personalità e solidità difensiva, in grado di anestetizzare in piccole dosi la verve fanciullesca dei padroni di casa, come al solito zeppi di giovani di bellissime speranze e forse non ancora maturi per certe serate.

Marcus Thuram ha continuato, risate a parte, sulla stessa lunghezza d'onda dell'esibizione sabauda, forse anche di più. Due colpi di testa in fotocopia, su assist di Calhanoglu e sovrastando il sempre apprezzato Klaassen, hanno fissato lo 0-2 finale che poteva essere anche più rotondo vista la spensieratezza dei lancieri nella fase difensiva quando i buoi erano ormai evasi. Ma poteva essere ben altro risultato senza il riflesso di Yann Sommer su Mika Godts, mandato in porta a bordo di un cinquantino da un errore tattico piuttosto grave. Ecco, dopo aver schivato le pietre grazie anche alla protezione mediatica del proprio allenatore, lo svizzero ha dimostrato di avere le spalle più larghe di quanto sembri ed è risalito in sella, lasciando da parte le polemiche post-Juventus. Chivu, in tal senso, si è dimostrato ottimo professionista in psicologia applicata allo sport, perché è stato ripagato dalla fiducia confermata in un suo giocatore del quale il popolo reclamava la testa su un vassoio d'argento. Un rischio calcolato, che ha portato risultati e ha rafforzato la sua posizione nello spogliatoio: ora i calciatori sanno che, a prescindere dai loro errori, non perderanno mai l'ala protettrice del proprio allenatore.

A proposito di ali, l'Inter vola su quelle di Thuram ma anche sulle spalle enormi di Pio Esposito, che merita una menzione a parte. Anche lui una scommessa vinta ieri sera dal tecnico romeno, che lo ha gettato nella mischia dall'inizio in una partita non certo oratoriale e dal significativo peso specifico per la stagione della squadra. Il centravanti di Castellammare di Stabia è stato spettacolare nel modo di interpretare il proprio ruolo, tendendo una mano a qualsiasi compagno ne avesse bisogno, ripulendo palloni luridissimi e proteggendo possessi come se fosse una guardia del corpo. Con la serata di Amsterdam, al pari dell'esperienza al Mondiale per Club, Pio ha accumulato parecchi punti del programma Millemiglia della Champions League. E già non si vede l'ora di rivederlo, magari timbrando il cartellino come avrebbe meritato.

Avanti così, dunque, primi 3 punti nell'Europa che conta e testa già al Sassuolo. Farsi prendere degli isterismi non ha senso, finché la squadra dà l'idea di sapere quel che sta facendo. I blackout vanno ancora corretti, ma con il lavoro accadrà anche questo. Intanto godiamoci questa piacevole notte europea, visto che l'ultima oltre tre mesi fa non aveva lasciato grandi ricordi. E lasciamo tranquillo Marcus, che rida quando gli pare finché trascina l'Inter in questo modo. 

Alla fine, chissà, sarà proprio una risata a salvarci.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 settembre 2025 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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