Inutile girarci intorno: con l’arrivo della nuova proprietà i tifosi nerazzurri si aspettano di tornare competitivi non solo in campo, ma anche e soprattutto sul mercato ritornando, se possibile, ai fasti della prima era Moratti quando in ogni sessione i fuochi d’artificio erano all’ordine del giorno. Mi spiace illudere chi nutre questo desiderio, ma almeno per il luglio e agosto prossimo questo desiderio deve rimanere chiuso nei cassetti dei propri comodini

È giusto rimarcare questo concetto, non per sminuire la nuova proprietà, ma per non dare false speranze a chi si fa prendere da facili entusiasmi: è comprensibile che nel leggere certe cifre la fantasia voli, ma ci sono altri numeri da osservare prima. Questi numeri sono quelli che interessano la UEFA e quelli che da qualche anno a questa parte condizionano le notti di Piero Ausilio. Per farla semplice le uscite dell’anno contabile (che per l’Inter finiscono il 30/6) non devono superare le entrate. A questo poi vanno aggiunte le varie limitazioni imposte dalla federazione europea che obbligano l’Inter a raggiungere quota -30 milioni alla voce passività. Dunque, non potendo ripianare direttamente i nuovi proprietari, occorrerà del tempo perché il tutto si sistemi.

Sarebbe bellissimo potervi raccontare di come l’agente di Messi sia a Milano o di come Ausilio vada a trovare l’entourage di Douglas Costa per portarlo ad Appiano Gentile, ma purtroppo non è possibile e non è veritiero. Questo non vuol dire che non si possa immaginare l’arrivo di Yaya Touré, ma sono necessarie determinate situazioni (fra cui l’assenza del cartellino) proprio perché i nerazzurri prima devono adempiere alle richieste della UEFA e poi potranno tornare ad operare con serenità e tranquillità. Per un’altra sessione Gardini e Ausilio, con l’importante aiuto di Mancini, dovranno fare di necessità virtù.

Sì, Gardini e Ausilio. Perché non sono previsti avvicendamenti nel management della parte sportiva nerazzurra, né in quella economica perché quando una persona entra per la prima volta in una casa altrui difficilmente, per quanto autoritario sia, ritinteggia immediatamente le pareti. Specialmente se in quella casa c'è ha fatto bene, come nel caso della dirigenza dell'Inter. Poi ovviamente con il tempo Mr. Zhang vorrà delle persone fidate anche a Milano, visto che lui verrà con il contagocce in Italia, ma tutto è ancora di là da venire. 

L’accordo che ha portato il gruppo Suning alla guida dell’Inter è un capolavoro economico figlio dell’ottimo lavoro svolto da Thohir e dai suoi uomini: sfido chiunque a comprare una casa, un po’ cadente, per venderla solo tre anni dopo a più del doppio del valore iniziale. Non avrà comprato i campioni a cui aveva abituato Moratti, non avrà riportato l’Inter in Champions (ci sono anche gli avversari in campo, ricordiamolo), ma ha dato un futuro a questa squadra. Non si tratta di piaggeria o di buonismo nei confronti di qualcuno, ma di un mero discorso economico e i numeri lo dimostrano. Questa società potrà avere un futuro che potrà ricalcare quell’Inter che fu, ma questo lo dirà solo e soltanto il tempo. Intanto si adopererà al meglio per rinforzare una rosa che per lunghi tratti è stata in vetta al campionato e che dunque ha delle ottime basi: la sicurezza di avere le spalle coperte dà un po’ più di margine di manovra a chi opera sul mercato. Sognare per il futuro è lecito, ma adesso occorre proseguire sulla buona strada tracciata sinora. 

Mi permetto un piccolo off-topic per concludere: tempo fa avevo chiesto di non essere illuso in merito ad un possibile ritorno di Ibrahimovic. Ora faccio un appello proprio allo svedese: ti prego, non mostrare solamente le bandiere e le sciarpe dell’Inter nei video promozionali se non hai in mente di tornare a Milano. Ne va delle coronarie di molti.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 11 giugno 2016 alle 00:00
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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