Il trasferimento di Balotelli dall'Inter al Manchester City fu uno dei più discussi della scorsa estate. SuperMario lasciò un grande vuoto tecnico-tattico all'interno della squadra. Un vuoto che non è stato ancora colmato, almeno non del tutto. In estate, dopo la sua cessione, l'Inter provò a rimpiazzarlo con Biabiany e Coutinho. I due giovani, in teoria seconde linee, si trovarono su palcoscenici per cui non erano ancora pronti a causa dei molti infortuni ai titolari. E proprio Biabiany, a gennaio, fu ceduto alla Samp nell'operazione Pazzini. L'attaccante che serviva è finalmente arrivato, anche se non può essere considerato l'erede di Supermario. Pazzini ha un ruolo diverso, ma in alcuni casi ha rivestito l'importanza che aveva Balotelli. Il Pazzo infatti, quando è entrato nel secondo tempo, ha spesso cambiato il volto alla partita mettendo a segno pure gol decisivi. Le epiche rimonte contro Palermo e Cesena portano la firma di Pazzini, entrato in entrambi i casi nella ripresa. Un po' il ruolo che Balotelli si era costruito con Mourinho: entrava dopo e dava la scossa alla partita. Forse però Pazzini è più simile a Cruz che a Balotelli. L'argentino entrava e segnava, ma non cambiava il gioco della squadra. Balotelli magari segnava poco, però dai suoi piedi sono nati molti gol.

Ora, a quasi un anno dalla cessione, non si può ancora dire se l'Inter abbia fatto bene a vendere Balotelli. Certo, la cessione era inevitabile, perché Mario aveva incrinato il suo rapporto con i compagni, i tifosi e l'ambiente. Una valida ragione, insieme ai 28 milioni, per liberarsene. Dal punto di vista tecnico però è stato rimpianto. Perché l'Inter quest'anno non ha mai avuto dei ricambi all'altezza, dei giocatori che potessero cambiare la partita entrando dalla panchina. E in campo è mancato qualcuno che sapesse saltare l'uomo con continuità, qualcuno che creasse pericoli, un giocatore dal dribbling facile e dalla spiccata fantasia. In alcuni momenti ci ha pensato Eto'o, che però doveva pensare pure a segnare. Per quanto riguarda la fantasia, la luce di Sneijder si è accesa a intermittenza, senza mai brillare. 

Sarà dunque fondamentale questa campagna acquisti per trovare un giocatore con queste caratteristiche. Ed è proprio il giocatore che Branca e Ausilio stanno cercando. I nomi sono quelli di Sanchez, Hazard, Tevez, Nasri e Hulk. Le possibilità che arrivino sono più o meno in quest'ordine, con il cileno nettamente favorito. Sono tutti giocatori abbastanza simili, che possono giocare sulla fascia ma anche accentrarsi. Dribbling, fantasia e assist non mancano a nessuno di loro. L'unica differenza è che Balotelli può giocare anche da prima punta, anche se è meno propenso al sacrificio. Proprio sulle doti caratteriali si cerca di migliorare i difetti che aveva Mario e che sono ancora il suo grande limite. Quindi, a un anno di distanza, con quei 28 milioni ancora da spendere, la società vuole trovare l'erede di Balotelli. Questo non significa che un giocatore importante dell'attuale rosa sarà ceduto. Gli unici a rischiare sono Pandev e Coutinho, che però andrà solo in prestito. Perché giocatori del genere sono forti dal primo minuto, ma possono essere decisivi a partita in corso. Soprattutto nelle partite che contano, che sono quelle in cui l'Inter ha fatto più fatica quest'anno. Ma anche nelle partite contro le serrate difese delle provinciali. Quelle, insomma, che ti fanno vincere i campionati.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 20 maggio 2011 alle 00:01
Autore: Guglielmo Cannavale
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