"È molto più difficile sostituire l'attaccante che non il difensore perché i primi sono pochissimi e hanno cifre spaventose. Probabilmente la difesa sarà il settore in cui siamo costretti ad agire, ma con Ausilio e Baccin stiamo già ipotizzando alternative valide, se dovesse partire uno dei nostri difensori”. Con un flashback lungo più di un anno, torniamo al 20 giugno 2022 per ripescare le dichiarazioni rilasciate da Beppe Marotta a Rai Radio 1. Parole profetiche che spiegano, non certo risolvono, le diverse zona d’ombra del mercato estivo dell’Inter edizione 2023. Quello che per intenderci, a meno di un arrivo last minute, impossibile da escludere vista la materia fluida di cui trattiamo, si concluderà con il colpo di coda Benjamin Pavard. Il difensore, appunto, che però è costato come un attaccante, nonostante il contratto in scadenza tra meno di un anno. Trenta milioni di euro più due-tre di bonus che finiranno nelle casse del Bayern Monaco, a definizione di una rara, vedendo i tempi che corrono per la società di Steven Zhang, operazione a titolo definitivo. Alla fine il francese ha chiuso un cerchio che si era aperto proprio quattordici mesi fa, quando Milan Skriniar sembrava dovesse fare posto in rosa a Gleison Bremer, poi finito alla Juve. Lo slovacco è rimasto a Milano, si è infortunato, non ha rinnovato e, infine, è approdato al PSG con un anno di ritardo dopo averci flirtato per mesi.
Insomma, se n’è andato a zero, condizionando in parte le strategie future della dirigenza di Viale della Liberazione. Che nelle scorse settimane ha avuto a che fare con la ‘variante araba’ (Brozovic all’Al-Nassr), un padre decisamente ingombrante (Samardzic), oltre alla solita potenza di fuoco della Premier League (André Onana volato al Manchester United). In mezzo i molteplici assalti falliti agli obiettivi per l’attacco, di volta in volta descritti dai media come prioritari: dopo il famigerato voltafaccia di Romelu Lukaku, ora a Roma con Paulo Dybala, a comporre la coppia dei sogni dell’ad nerazzurro nell’estate 2022, la Beneamata si è ritirata dalla corsa per Alvaro Morata, Gianluca Scamacca, all’Atalanta grazie ai soldi dei Red Devils per Rasmus Hojlund, e Folarin Balogun, ieri ufficialmente nuovo giocatore del Monaco per una cifra vicina ai 40 milioni di euro più 20% della futura rivendita garantita all’Arsenal. Le famose cifre spaventose di cui parlava Marotta e che tornano attuali a poche ore dal gong che sancirà la fine di questa strana sessione in cui l’Inter ha annunciato ben undici nuovi arrivi, tra cui - oltre a Marcus Thuram - Marko Arnautovic e Alexis Sanchez a completare il reparto d’attacco per una spesa totale di 10 milioni di euro per tre cartellini. L’obiettivo aziendale è stato centrato, come evidenziato in maniera puntuale dal Corriere dello Sport: il saldo del mercato quasi perfettamente a zero, con 109 milioni di ricavi da cessioni a coprire 105,5 milioni di costi per l’acquisizione di nuovi giocatori. Inoltre, il monte ingaggi dovrebbe abbassarsi di una ventina di milioni, per effetto della sostituzione di giocatori dallo stipendio pesante con altri a cui verranno riservati trattamenti economici in linea con gli standard delle concorrenti italiane più virtuose.
Solo il campo, in seguito, darà le risposte che interessano davvero ai tifosi, che si stanno dividendo sul fatto se l’Inter sia davvero più forte di quella che è arrivata in finale di Champions ma anche a 20 punti dal Napoli. La sensazione è che la rosa sia più equilibrata nei valori tra titolari e seconde linee e che in alcuni settori ci siano giocatori più funzionali al credo calcistico di Simone Inzaghi. Il valore assoluto si è abbassato, ma la 'carta' conta fino a un certo punto (certi principi di gioco fissi e l'autostima che dà l'essere vicecampioni d'Europa non si compra al mercato). Avere Lukaku a mezzo servizio, Skriniar distratto o Brozovic infortunato non aggiunge nulla al rendimento di una squadra, è lapalissiano, ma ragionando idealmente non si può nascondere che fossero dei top che, negli anni precedenti, hanno permesso alla squadra di trionfare in Italia. Ignorarlo significa non ricordarsi che il gap dalla vetta nello scorso campionato è stato determinato anche, se non soprattutto, da queste assenze. Ora è così sicuro che i sostituti sapranno fare meglio? Non è scontato. Per, ora, accontentiamoci della profezia di Marotta che almeno ci aiuta a capire l'estate nerazzurra.
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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