Doveva essere la prima vittoria dell’Inter davanti agli occhi di Thohir (nel 2014, senza dimenticare il derby natalizio del girone d’andata) e così è stato, finalmente. L’Inter versione casalinga non convinceva, e tuttora non convince del tutto, ma i tre punti sono fondamentali per l’obiettivo Europa e per tornare a far valere il fattore campo tra le mura amiche. Il calcio champagne si può vedere altrove, ma la squadra è solida come non si vedeva da tempo.
Da qui a fine stagione, parola di Mazzarri, l’Inter dovrà fare il massimo, ma sarà sostanzialmente un laboratorio per capire la strategia in vista di giugno, quando partirà la rivoluzione, necessaria, con addii annunciati di chi ha fatto la grande storia recente del club. Motivi per sorridere ci sono, con qualche chiave di lettura valida per essere ottimisti in previsione della fase cruciale della stagione.
Il tecnico si è trovato l’emergenza più pericolosa, quella difensiva, soprattutto contro una squadra di Ventura. Nessun motivo di essere ansiosi, a posteriori, al massimo una problema, dolce, in più per Mazzarri. L’ex Napoli ha caricato i suoi, spiegando che la chance era da sfruttare. Detto fatto, con un Ranocchia raramente così autoritario, nonostante una situazione psicologica non facile, al rientro dopo le panchine e l’addio sfumato per un soffio; un Campagnaro impreciso davanti, ma solito guerriero dietro; la certezza Rolando e la piacevole sorpresa, nel finale, Andreolli. Samuel e Juan scalpitano, forzatamente ai box, ma la competizione d’ora in poi sarà durissima. E Mazzarri si può godere un po’ di solidità, persa nella fase centrale della stagione.
Solo la difesa chiave del successo? No, anzi. Queste sfide, quella di ieri e le prossime sette (nell’ordine Verona, Atalanta, Udinese, Livorno, Bologna, Samp e Parma) sono quelle in cui l’Inter doveva, ma non è riuscita, a spiccare il volo nel girone d’andata, con punti dilapidati qua e là sanguinosamente. I nerazzurri però sono cambiati, o lo sono sembrati. Nel secondo tempo di ieri la squadra era piuttosto stanca e non ha mai dato l’impressione di poter far davvero male alla retroguardia granata. Qualche tempo fa il copione avrebbe previsto un pareggio, meglio se negli ultimi minuti, quello che sa di beffa, di occasione persa. Non se a centrocampo si riesce a tenere palla, respirare e palleggiare, congelando la sfera. Hernanes ha avuto un impatto enorme sul gioco dei nerazzurri, migliorando anche chi gli sta affianco. Guarin, non in grande spolvero contro il Toro, è rinato e lo stesso vale con Kovacic, che è stato la vera chiave per non abbassarsi troppo, e rischiare, contro gli uomini di Ventura. Il croato non è perfetto tatticamente, ma il dialogo col Profeta tra piedi buoni esalta le sue qualità, ora serve tempo per migliorare e fare qualche passo avanti tatticamente (come ammesso dall’ex Dinamo Zagabria nell’intervista pre amichevole nazionale). Lo stesso brasiliano ha dato soluzioni in più e da solo può risolvere le partite contro le cosiddette “piccole”, che si chiudono in difesa, il peggior avversario per la squadra di Mazzarri finora.
Impossibile non citare quanto l’inserimento di una prima punta (Milito, ma soprattutto Icardi) abbia giovato a Palacio e in generale alla pericolosità della squadra. Il Trenza non porta più da solo la croce, con tutta la difesa addosso, per quanto rimanga il vero trascinatore (ieri l’ennesima conferma). I nerazzurri hanno sempre crossato tanto, senza mai avere peso in area. Il peso che sta dando Mauro Icardi, utilissimo anche per tenere palla, e con la voglia di spaccare il mondo dopo sei mesi di purgatorio.
Mazzarri e l’Inter sono pronti a sette gare "abbordabili", ma solo sulla carta, quelle decisive da qui a fine stagione. Le squadre chiuse, l’incubo dei nerazzurri e del tecnico solo qualche giornata fa, ora fanno meno paura. Una difesa solida, in tutti gli interpreti e un attacco di peso fanno ben sperare, ma un centrocampo dai piedi buoni può davvero dare la svolta per non emulare quanto fatto all’andata. Un motivo per vedere il futuro prossimo con ottimismo e scacciare i brutti ricordi. Un’occasione da non buttare una seconda volta.
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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