Niente Mauricio Isla, niente Radja Nainggolan, niente Samuel Eto’o. Sì, nonostante la trepidante attesa, la speranza che qualcosa si potesse davvero muovere negli ultimi istanti di calciomercato è svanita nel nulla insieme alle pretendenti dei numerosi calciatori dati in partenza. Il mercato dei nerazzurri era già stato programmato da tempo, l’idea era quella di fornire già in ritiro una rosa completa a Walter Mazzarri, una squadra pronta a recepire i nuovi dettami tecnico-tattici, una rosa all’altezza per far bene fin dai primi giorni.
E’ stato, tuttavia, un mercato senza botti e allora al tifoso interista non resta che aggrapparsi al grande cambiamento. Finalmente è arrivato Erick Thohir? No, ancora no, ma manca poco. Ogni giorno può essere quello buono, eppure il Massimo Moratti che ci viene descritto continua a tentennare fra una percentuale destinata al tycoon indonesiano che oscilla fra il 30 e il 70. Una differenza importante, quel 40% di quote societarie, che potrebbe confermare il suo ruolo di guida nerazzurra presente e futura o, al contrario, ne farebbe il socio di minoranza defilando non di poco la sua figura presidenziale. I dettagli, in operazioni come queste, non sono trascurabili. Ci sono in ballo cifre che, concedetemi il giochino, si aggirano intorno ai 3 o 4 Bale. E se per il talento gallese il corteggiamento del Real Madrid è durato ben più di una singola estate, va da sé che il raggiungimento dell’accordo che segnerà la storia e il futuro nerazzurro possa durare ben più di una semplice stagione.
E allora spazio al grande cambiamento il cui nome e cognome risponde a quello di Walter Mazzarri. Il nuovo allenatore nerazzurro è riuscito nei primi 100 giorni di insediamento in tutto ciò in cui avevano fallito i suoi predecessori. La politica del lavoro sta pagando in termini di condizione atletica, convinzione nei propri mezzi e, soprattutto, risultati sul campo. La conferma è sotto gli occhi di tutti con Ricky Alvarez, Jonathan e Yuto Nagatomo sopra tutti trasformatisi da giocatori messi sulla graticola a più riprese nella scorsa stagione a nuovi idoli di stampa e tifosi. Il cambiamento dell’allenatore di San Vincenzo pone le sue radici proprio nella rivalutazione di tutti quegli acquisti che, nelle passate stagioni, sono gravati sulle spalle degli uomini mercato Marco Branca e Piero Ausilio.
Anche i due dirigenti, in realtà, hanno contribuito nell’ombra a solidificare le fondamenta di questa rivoluzione. Messi più volte in discussione proprio in virtù degli sprechi di denari seguiti a cessioni ben più sanguinose dal punto di vista emotivo, in questa sessione di mercato il duo del mercato hanno resistito, colpo su colpo, alle offerte (anche valide in tempi di limitazioni economiche) per i propri campioni. Niente nomi di grido, niente top player né grandi ritorni o colpi sensazionali, è vero, ma soprattutto nessun giocatore in grado di fare la differenza che abbia lasciato il campo di allenamento di Appiano Gentile.
Vendere fumo negli occhi e descrivere Mazzarri come il vero acquisto di questo mercato, ovviamente, resta ancora ben lontano dalla realtà. Per tornare competitiva questa squadra ha ancora bisogno di investimenti importanti, di innesti in grado di garantire il cambio di passo e di imprevedibilità ad ogni livello, di giocatori abituati a confrontarsi con un pubblico importante come quello di San Siro, ma, soprattutto di saper incutere timore negli occhi di squadre ben più solide di questa Inter come la tanto celebrata Juventus di Antonio Conte che è attesa al Meazza al rientro della sosta.
Moratti farà sempre il bene dell’Inter. Le problematiche che hanno attanagliato il bilancio sociale dei nerazzurri, tuttavia, lo hanno pian piano convinto che una mano (anche se straniera) per il portafoglio del club sia sempre più necessaria. Le quote, le cifre e le percentuali restano tutt'ora i dettagli che separano l’ingresso di Erick Thohir da questa realtà. Poi toccherà a "mister cambiamento” Walter Mazzarri ma, nel frattempo, #arrivaThohir.
Autore: Emanuele Tramacere / Twitter: @tramacema
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