Presente e futuro dell'Inter si giocano su due binari paralleli, il treno è sempre quello della Champions, la fermata ancora ignota, il macchinista almeno fino a giugno rimane Inzaghi, a meno di un clamoroso e definitivo fuoripista che porterebbe la dirigenza a giocarsi l'ultima carta per salvare la stagione con Chivu, tecnico decimo in classifica con la sua Under 19. Da una parte il diktat societario è un piazzamento tra le prime quattro, al momento sfumato nonostante il turnover misuratissimo anche nelle sostituzioni già in queste prime tre sfide dell'aprile di fuoco, dall'altra le notti europee che fanno sussultare i cuori dei tifosi nerazzurri e, soprattutto, brillare gli occhi alla dirigenza interista, che pur avendo riposto nel cassetto l'obiettivo seconda stella non disdegnerebbe affatto di ritrovarsi con un +12,6 milioni di euro sborsati dai cassieri della UEFA a ogni squadra semifinalista. Se poi l'Inter dovesse alzare anche la coppa delle grandi orecchie sotto il cielo di Istanbul, le valutazioni su Inzaghi potrebbero addirittura cambiare, oppure potrebbe essere arrivato il momento di spegnere la Play...

I difetti della squadra vista a Salerno rimangono i soliti, così come i pregi. Ottimo l'impatto, in fiducia Asllani e Gosens, eppure nel mezzo, o meglio alla fine, arriva l'ennesimo colpo ancora più beffardo firmato dal grande ex. Candreva stenta a crederci (di solito i suoi cross sbagliati finivano sulla schiena del difensore o al terzo anello), figurarsi Onana e tutta l'Inter che pensavano già archiviata la pratica ritorno ai 3 punti. Lukaku va a scusarsi sotto la Curva Nord per le occasioni fallite, non ce n'era bisogno perché gli ultrà hanno visto che Big Rom "ha peccato di precisione ma il cuore lo ha buttato in campo", Ochoa fa il record di parate in Serie A e ringrazia anche il belga che la palla non la butta mai dentro. Secondo le statistiche da inizio stagione a oggi, l'Inter fa un gol ogni dieci tiri in porta. La sfortuna non esiste e allora le colpe ricadono inevitabilmente su chi quegli attaccanti li allena, guarda caso un attaccante egli stesso quando giocava, meno oggi quando occorre attaccare il momento negativo: "Nulla da rimproverare ai ragazzi", neanche stavolta, Inzaghi si mostra inerte e stralunato per "qualcosa che non avevo mai visto". La squadra lo segue, sulla stessa linea d'onda.

Secondo altre analisi, invece, l'Inter a meno 23 punti dal Napoli non ha più stimoli in campionato e allora dà tutto solo nelle gare di coppa. L'occasione migliore per ridare lustro all'annata, dopo le mille fallite sotto porta, si presenta così proprio domani nel primo round dei quarti di Champions contro la capolista della Liga portoghese, reduce dal ko contro il Porto di Sergio Conceiçao dopo una striscia di dieci vittorie consecutive. Si gioca allo stadio denominato da Luz perché il progetto dell'architetto Lavelle nel 2003 prevedeva che si usasse il più possibile la luce naturale. Lì Inzaghi e i suoi dovranno ritrovare quel barlume che ormai manca dallo scorso 5 marzo, giornata dell'ultima vittoria per 2-0 contro il Lecce a San Siro (l'ultimo successo in trasferta risale al 28 gennaio contro la Cremonese). Sarà la gara in cui saranno chiamati a riaccendersi i fari che appaiono spenti fin da da troppo tempo: Lautaro, da quel rigore sciagurato contro lo Spezia, Brozovic, dall'infortunio con conseguente peso della rivalità con Calhanoglu, Lukaku, in area la versione mignon del gigante che fa a sportellate con il proprio marcatore per supportare la manovra della squadra. Una notte per scacciare le ombre e tornare a rischiarare il cammino verso giugno.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 10 aprile 2023 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
vedi letture
Print