L’Inter esordirà tra pochi minuti nella Guiness Cup. Battesimo di fuoco contro i campioni d’Europa: il Real di Ancelotti. Presto per parlare di calcio vero, viste le defezioni da entrambe le parti (con le due compagini zeppe di giovani o giocatori già pronti a salutare per fare esperienza altrove), ma anche senza Ronaldo i Blancos fanno paura. Obiettivo evitare figuracce, consapevoli che il risultato conta il giusto a questo punto dell’anno. Si aspettano, si spera, segnali dal campo per Mazzarri, come il tecnico si è augurato nel pre gara. Ma tutto in funzione dell’Europa, quella vera per l’Inter. Il preliminare di fine agosto, con la speranza che in futuro la sfida con le Merengues non sia solo calcio estivo. 

Mentre la squadra è impegnata nella trafila degli States, la dirigenza lavora sul mercato. Medel e attaccante (forse due) sono le priorità, ma come dimenticare il centrale difensivo. Se è vero che WM giocherà principalmente con la difesa a 3, alternandola con quella a 4, facile pensare che arriverà un rinforzo nel reparto. 

Il superfavorito risponde al nome di Rolando. Fosse per lui sarebbe già in California questa sera, ma i Dragoes sono botte ga cara, anche a un anno dalla scadenza. Guerra aperta, e per contrappasso un’Inter tranquilla sulla sua posizione. In attesa che qualcosa si muova (ma non all’infinito). E se non fosse il portoghese? Allora Campagnaro. Almeno così dicono da casa Inter, ma i fatti parlano di addio annunciato, quasi scontato. Il rapporto col tecnico, dopo un’annata turbolenta, non è ai massimi. Nulla di irrecuperabile, ma si respira aria di divorzio. Lui aspetta che gli venga comunicato ufficialmente cosa fare. L’entourage si guarda attorno da tempo, ma senza che il Toro di Moron regali nulla sull’ingaggio, importante, che percepisce a Milano (e c’era stata anche una promessa di rinnovo). 

Due strade percorribili, ma tortuose. Meno lo sarebbe la permanenza di Ibrahima Mbaye. L’uomo della provvidenza nell’amichevole col Prato, con la capocciata che è valsa l’1-0 ed ha evitato una due giorni di titoloni e aria pesante sul nuovo gruppo nerazzurro, nonché sul progetto (tipico sparare giudizi a questo punto dell'anno, vizio tutto italiano). Lui si impegna, una chance l'ha chiesta perfino Thohir per il senegalese. Il centrale lo può fare, come l’esterno. Ma i fatti ora parlano di probabile nuovo prestito, per fare esperienza. Con un futuro a Milano tutt’altro che scontato, soprattutto senza rinnovo.  

E così le tre strade, più o meno tortuose, potrebbero aprire all’arrivo del giocatore meno prevedibile, ma che piace, e parecchio. Si tratta di Eder Balanta, colombiano classe 1993 del River (reduce dalla trafila Mondiale con il gruppo di Pekerman, non uno qualunque). Mancino, giovane, forte e spavaldo nel tentare l’anticipo. Un metro e 81 centimetri di muscoli, sa giocare a 3, 4 o anche da esterno all'occorrenza. Il futuro è suo (da limare tecnica e tattica, ma c’è eccome il materiale su cui lavorare). L’Inter un sondaggio lo ha fatto, tramite intermediari. Il River spara alto, sugli 8 milioni, ma deve cedere per fare cassa. Con i bonus i due club si potrebbero venire incontro. Di mezzo resta il fatto che Balanta è extracomunitario e si aspetterà di capire il futuro della punta (nonché le cessioni) prima di affondare il colpo. Chissà poi che il terzo tentativo non sia quello buono per il ragazzo di Bogotà per approdare nella nostra Serie A. 

L’Italia Balanta sembra avercela nel destino. L'ha, per così dire, sfiorata due volte. Il Napoli a settembre scorso, in gran segreto, ha mandato un emissario a Firenze per parlarne con Passarella (che era lì in vacanza, ufficialmente). L’ex presidente spara alto: 20 milioni. Il Napoli però non si spaventa e propone Edu Vargas, che piace ai Millonarios, per abbassare il cash. Finita lì, perché l'ingaggio del cileno è troppo alto, ma l’ipotesi Italia si ripresenta poco più di un mese fa. Roma e Juve? No, anche se piace a entrambe. È la Fiorentina, a cui viene offerto dal presidente D'Onofrio. La valutazione cala: questa volta i milioni sono 10. La Viola ringrazia e declina al momento l'invito. 

E così Balanta aspetta ancora l’Europa, pronto al grande salto nel calcio che conta. Un giovane così nel progetto Thohir ci starebbe benissimo, anzi di più. Il potenziale è sotto gli occhi di tutti. Non resta che aspettare, sia all’Inter che a lui, che gli eventi si susseguano, per vedere se i tasselli andranno tutti al loro posto. Perché l’Italia sembra essere nel destino del colombiano, che per ora l'ha solo sfiorata. E non è detto che il terzo tentativo, in fondo, non sia quello buono. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 27 luglio 2014 alle 00:00
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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