Mi stupisco che non sia stata ancora chiamata in causa la premeditazione per spiegare razionalmente la regolarità con cui l'Inter vince le partite 1-0. Ormai – si è detto da varie parti portando a suffragio i 7 risultati da copia-incolla nelle prime 12 giornate - i successi di misura non possono essere più considerati frutto della casualità. Come se il calcio fosse uno sport di calcolo, di speculazione, e non una materia che è difficile da ridurre unicamente ai numeri. Mi sorprendono allo stesso modo coloro i quali tentano di spiegare definitivamente la loro asserzione sulla solidità di squadra basandosi sulla conferma di eventi che si somigliano, ma che fondamentalmente non c'entrano molto l'uno con l'altro. Insomma, gli 1-0 dell'Inter mi ricordano i cigni bianchi di Popper, che poi ne basta uno nero per confutare la legge universale che si era cercato di stabilire attraverso un ragionamento induttivo. I vari cigni neri - li potete riconoscere anche voi in maniera lampante – potevano essere Belotti, Dzeko o Destro, quegli attaccanti che nelle ultime tre partite  hanno sbagliato quei gol clamorosi che avrebbero aperto un'alternativa spiazzante alla più confortante routine. E badate bene che il vero punto del discorso in questa continua esaltazione della vittoria di misura non è nella fase difensiva (condotta magistralmente dai nerazzurri), bensì nella fase offensiva (non ho detto attacco) che ha portato in dote la miseria di 12 gol in 12 partite. Tradotto: se l'Inter continuerà a fondare le sue possibilità di vittoria sul minimo vantaggio, poi dovrà anche saper far fronte a quei momenti in cui gli avversari troveranno la via del gol, perché arriveranno inevitabilmente (Palermo e Sampdoria docet). Inutile levare gli scudi adducendo che esistono casi vincenti di squadre poco prolifiche per riaffermare la bontà di questa filosofia, perché qualsiasi paragone con epoche diverse, anche se vicine, è spesso improprio e non tiene conto del contesto in cui è calato.
E allora, dopo questa mia invettiva agli apologisti dell'1-0 (specifico che non è una critica al pragmatismo della squadra di Mancini), permettetemi di concludere anche con una postilla critica diretta a quelli che 'se l'Inter comincia a giocare, poi saranno guai per tutti'. L'Inter è quella che abbiamo visto, e non capito fino in fondo, in questo terzo di campionato, quella stessa squadra che, anche grazie a tutti i vestiti che il tecnico di Jesi le sta cucendo addosso, continua a mantenere il proprio carattere sornione. Una peculiarità che rende la formazione nerazzurra praticamente imperscrutabile, anche se i cigni bianchi (alias gli 1-0) cominciano ad essere tanti. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 10 novembre 2015 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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