L’Inter torna a lavorare in vista degli impegni di inizio anno, dopo aver tenacemente chiuso la prima parte della stagione, riuscendo a conservare il primo posto in classifica, per quanto in coabitazione e con una significativa amarezza per la modalità con la quale è uscita dalla Champions.
Sono due facce di un’annata che mantiene alto il livello di aspettativa, specie ora che il gruppo sta di nuovo tornando ad essere quello di inizio stagione.
Le premesse per il 2020 passano attraverso questi punti: il recupero degli infortunati, il calciomercato, le spine di Godin e Politano e il tipo di squadra che scenderà in campo in Europa League.
Partiamo dalle buone notizie. L’Inter ritrova Sensi, forse in campo dal primo minuto contro il Napoli insieme a Brozovic e Vecino o Gagliardini. Barella e Sanchez saranno disponibili da metà gennaio e salteranno Napoli e Atalanta. Possibile averli con il Cagliari in Coppa Italia il 14 gennaio o a Lecce il 19. Questo esaurirebbe il problema della lungo degenza di giocatori determinanti per il gioco di una squadra che, senza il loro livello, non ha lo stesso impatto con le squadre di prima fascia.
Sarà utile capire se Stefano Sensi ha bisogno di una preparazione e una gestione diversa considerato che all’Inter ha avuto due infortuni sempre agli adduttori, mentre al Sassuolo gli stop sono stati caratterizzati sempre da problemi muscolari, ad eccezione della frattura alla mano dello scorso anno.
Il calciomercato è invece il solito gioco ad incastri. La prima esigenza è quella di avere almeno un nuovo acquisto nei primi giorni di gennaio, le soluzioni prospettate ora sono le seguenti:
arrivo di Darmian, considerato che gli altri due obiettivi (Alonso ed Emerson), come prevedibile, sono costosi o richiedono trattative estenuanti. Il terzino italiano non entusiasma i tifosi, non è un superlativo assoluto del ruolo e ha 30 anni ma Conte ha bisogno di uomini funzionali ai suoi movimenti non necessariamente fenomeni. Gli esempi sono sotto gli occhi: se ha Perisic e gli chiede di interpretare il 3-5-2 nel ruolo di seconda punta e non lo soddisfa, vi rinuncia, se ha Icardi preferisce Lukaku, anche se non sapremo mai come sarebbe andata con un altro procuratore che non fosse Wanda Nara, se ha Politano vale lo stesso ragionamento di Perisic, se ha Godin gli chiede di interpretare un modulo a costo di perderlo, come sembra che stia accadendo. Darmian è un soldato ma i tifosi temono il giocatore ordinario che si rifugia nel passaggio scontato, nella giocata ordinaria, come accade oggi con Biraghi, il quale nella Fiorentina era molto più coraggioso. È in atto il tradizionale braccio di ferro col Barcellona che sta pensando a Lautaro Martinez e persino a Sensi e fa muro su Vidal, il quale sta tentando di forzare lo strappo coi catalani. Le possibilità che il cileno arrivi sono alte ma i tempi sembrano lunghi. Se dovesse maturare l’Inter avrebbe un titolare di grande spessore e si potrebbe concentrare serenamente sull’obiettivo Kulusevski a giugno. In attacco la situazione è più serena ora che Sanchez sta tornando, se si farà qualcosa probabilmente sarà in direzione di Giroud, sostituto naturale e di spessore di Lukaku ma senza troppa fretta.
Dunque due, forse tre acquisti e il pensiero ad una seconda parte di stagione in cui ci si augura di non avere lo stesso problema di un reparto quasi azzerato dagli infortuni.
L’Inter è una squadra che può vincere qualcosa solo se ha i titolari, perciò è ragionevole chiedersi che intenzioni avrà Conte con il Cagliari in Coppa Italia e con il Ludogorets in Europa League. Supponendo che prenda davvero Darmian e Vidal l’Inter avrebbe una squadra titolare composta da:

Handanovic; Skriniar, De Vrij, Godin (?): D'Ambrosio (Candreva), Vidal (Sensi), Barella, Brozovic, Darmian; Lautaro Martinez e Lukaku.

Ed è presumibile pensare che la squadra alternativa, dedicata alle coppe scenderebbe in campo con:

Handanovic, Bastoni, Ranocchia, De Vrij; Lazaro, Gagliardini, Vecino, Sensi (Borja Valero), Asamoah (Biraghi); Sanchez, Esposito o l’eventuale nuovo attaccante.

Con queste premesse l’Inter è artefice del suo destino e dipenderà dalla sua attitudine ma, a prescindere dall’esito in Campionato è fondamentale tornare ad alzare un trofeo, riabituarsi ad essere una squadra da vertice, ricordarsi che sapore ha vincere un titolo.
Se si sceglie una competizione sulle altre (il campionato) si finisce come il Napoli di due anni fa.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 29 dicembre 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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