L’ufficialità della notizia più attesa nell’ambiente nerazzurro è arrivata nel primo pomeriggio di oggi: Adriano e l’Inter hanno risolto consensualmente il contratto che legava il giocatore al club. Un annuncio che ormai tutti aspettavano, per ufficializzare la fine di una storia, una storia bella e tormentata, come quella tra l’attaccante e il club che lo ha scoperto e portato in Italia nel 2001. Dopo otto anni, dicevamo, la tanto attesa parola fine è arrivata. Si presume che, adesso che il divorzio è ormai bello che sancito, tutto dovrebbe tornare nella normalità…e invece no! Perché, inaspettato al punto tale che, se fossimo nel pieno di un film thriller, probabilmente verrebbe annunciato dalla celeberrima introduzione della quinta sinfonia di Beethoven, su Via Durini arriva un nuovo, incredibile, fulmine a ciel sereno: a scagliarlo ci ha pensato, ancora una volta, Zlatan Ibrahimovic.

Ad accendere la miccia, sono state le dichiarazioni rilasciate dallo svedese nel corso di un’intervista ad Eurosport, durante la quale, pur tenendo a precisare che con l’Inter ha un contratto e all’Inter sta bene, ha altresì dichiarato: “Ma allo stesso tempo, ora vorrei provare qualcosa di nuovo. In Italia ho vinto tutto, ma c'è un momento nella tua vita, come quando ero all'Ajax, in cui dici a te stesso che vuoi provare qualcosa di nuovo”. Impossibile non interpretare queste parole come un nuovo, acuto, “mal di pancia” dello svedese, successivo di poco più di un mese a quello arrivato dopo l’eliminazione dalla Champions League per mano del Manchester, che aveva portato Ibra a rilasciare già alcune dichiarazioni “ambigue” quando si è trattato di parlare del suo futuro in nerazzurro.

Ogni proselito a quelle parole fu scongiurato dal pronto intervento di Mourinho, che in poco tempo ha saputo placare sul nascere il ciclone. Ma passa poco più di un mese, ed ecco che la storia si ripete, per via di queste parole, che però, occorre precisarlo, risalgono allo scorso 7 aprile. In mezzo, l’ipoteca sullo scudetto, quello che per lui rappresenterebbe il quinto da quando è qui in Italia (su cinque campionati disputati, non fa mai male ricordarlo), e l’eliminazione dalla finale di Coppa Italia, arrivata ieri dopo una gara di ritorno nella quale è lui a realizzare il gol della speranza e a sfiorare in un paio di circostanze quella che avrebbe di fatto riaperto i giochi qualificazione, sforzo imponente e pur tuttavia vano. Ma soprattutto, in mezzo ci sono anche le parole di Marco Tronchetti Provera, che qualche giorno fa ha candidamente dichiarato che di fronte a un’offerta da 100 milioni darebbe il suo benestare per la partenza di Ibrahimovic. Una frase che ha trovato l’opposizione di Mourinho, secondo il quale nessun club sarebbe in grado al momento di mettere sul piatto una cifra tanto pesante. Ma che, probabilmente, hanno nuovamente stimolato al giocatore questo “nervo scoperto”.

Ancora una volta, dunque, Ibra porge un guanto di sfida alla società nerazzurra; nuovo capitolo di una storia che negli ultimi tempi si è ripetuta più o meno a intervalli regolari. Una storia fatta di segnali soprattutto verbali forti da parte di un giocatore, dettate probabilmente dal timore in lui fondato che i continui insuccessi internazionali dell’Inter (ai quali, occorre ricordare anche questo, ha pienamente contribuito facendo scena muta spesso e volentieri nelle partite che contavano), possano ancora fargli vivere come un miraggio quel Pallone d’oro che insegue come l’obiettivo di una vita. E fatta anche di sforzi, tanti sforzi, da parte della società per provare ad accontentare il suo giocatore di punta, soprattutto sul piano economico. Ma una storia che prima o poi deve trovare un finale certo, per evitare di tornare ancora una volta punto e a capo.

E’ ora, perciò, che l’Inter chieda un chiarimento definitivo tra sé e il giocatore; per capire se davvero Ibrahimovic ha voglia di cambiare aria per inseguire nuove soddisfazioni personali, magari "pungolato" da qualche grande club già pronto a mettere sul piatto una super-offerta, e che quatto quatto sta facendo le pulci a lui o al suo procuratore Raiola; o se dietro queste parole sia nascosta una strategia tesa ad ottenere ulteriori soddisfazioni per il suo ingaggio, già di per sé abbondante. Perché alla fine, più che i sogni di Ibra, a logorarsi davvero rischia di essere la calma dei tifosi…
 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 25 aprile 2009 alle 10:26
Autore: Christian Liotta
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