“ET telefono casa”. Per il momento rimane solo tra i capolavori di Steven Spielberg perché i tifosi nerazzurri non possono lamentarsi dell’assenza del presidente nr. 20 della loro storia perché a Milano è già tornata, come un boomerang, la ThohirMania. Skype e le videoconferenze ad oggi possono aspettare perché Erick Thohir, soprattutto in questa prima fase di insediamento, vuole essere più che mai presente e questo non può che essere il primo grande segnale, positivo, per i tifosi dell’Inter che adesso aspettano, speranzosi di vederne altri come quelli che sta facendo mostrando l’Inter.

La WM 2.0 infatti c’è, i giocatori danno l’anima, ma i punti persi a Trieste, Torino, Bergamo e Bologna non possono che pesare. Troppo facile, troppo scontato parlare a posteriori, questo è ovvio, ma i punti lasciati per strada sono tanti e la classifica avrebbe potuto essere ancora più sorprendente. Il boomerang-ET deve quindi avere il coraggio di intervenire subito nel mondo Inter, non considerando questa come un’annata così tanto di transizione come ha detto, ma ritenendola fin da ora come il punto di partenza di un grande progetto, sotto tutti i punti di vista, mercato e società in primis. I chilometri di distanza non possono essere un ostacolo, la sua mano c’è e ci sarà, sempre e comunque, ET è un boomerang, quindi nessun pericolo, lui ritornerà sempre a casa. Giusto dar fiducia al gruppo attuale, Mazzarri è riuscito a creare un’alchimia speciale tra tutti i giocatori, c’è affiatamento, la squadra lotta, cerca sempre il risultato per tutti i 90’ minuti ma un aspetto è chiaro: manca qualcosa, manca quel giocatore in grado di aiutare Palacio quando è troppo solo, manca un bomber che porti altri punti come avrebbe fatto il Milito che non c’è, mentre Icardi e Belfodil, tra un pesce di nome Wanda e il Ramadan, continuano a faticare. Un nuovo bomber serve anche e soprattutto in previsione futura, sarebbe bello che Erick si presentasse con un bel regalo da tanti gol, impacchettato da lui stesso.

Ecco il segnale numero 2. Società: sarà rivoluzione? Difficile prevederlo ora, i tempi non sono maturi in questo momento e quindi ogni discorso sarà rinviato alla prossima estate. Superfluo e scontato dire, però, che il tycoon osserverà, studierà e valuterà l’operato degli attuali elementi dell’organigramma societario. Sabatini, Berta, Pradè, Sartori e Leonardi, praticamente un’intera squadra di dirigenti è stata accostata alla nuova ThohInter. Anche in questo caso, però, serve un altro segnale, niente impedisce di pensare ad un’Inter 2014-2015 ancora guidata dal BrancAusilio ma, indipendentemente dal “nome”, in società servirà un uomo forte, che metta la faccia nelle situazioni difficili e che difenda sempre la squadra, quando Thohir non potrà essere in Italia, un altro segnale per esserci, sempre, come un boomerang, appunto. 

“Stadio, business, rapporti con i club, mercato e progetto”, questi i virgolettati negli ultimi giorni dell’indonesiano, e qui il “cerchio si chiude”: il progetto è chiaro, affascinante, ambizioso, intrigante, coraggioso, con la Champions League 2016 all’orizzonte, ma i segnali sono troppo importanti per poter tornare a essere la vera Inter. Thohir vede in Arsenal e Borussia Dortmund i modelli da seguire, questo è vero, ma noi siamo in Italia, la pazienza non è la stessa di Premier League e Bundesliga. Ed eccoli ancora qui, sempre loro: i segnali, troppo importanti per tornare grandi. Presenza, mercato e società, il tycoon dovrà partire proprio da loro, dai fondamentali segnali, i segnali che danno inizio al progetto. La Thohir-Mania è solo questo? Il marchio Inter nel mondo? I famosi top players? Calma, ogni cosa a suo tempo. Il boomerang è appena partito, diamogli fiducia. ET il milanese, non telefona a casa, ma ci ritorna.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 29 novembre 2013 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
vedi letture
Print