Eh sì, ci tocca parlarne. Qualcuno storcerà il naso, qualcun altro farà finta di nulla, altri ancora bolleranno il tutto come "vittimismo". Ma la realtà è che, in un calcio sempre più equilibrato, i dettagli fanno una enorme differenza. Enorme. Nel turno in cui alla Juventus viene tolto un gol inizialmente assegnato, al Torino idem, al Napoli anche, il Var diventa muto in Sassuolo-Inter. Perché? Non si sa. Ci raccontano che il protocollo è cambiato, che il campo di azione del Var è stato ristretto, che si interviene solo in caso di chiaro errore. Troppa soggettività. Chiaro errore per chi? Per cosa? Se non sono chiari errori quelli del Mapei Stadium, allora quali sono i chiari errori? Se questo è l'inizio, armiamoci di tanta pazienza. Ma tanta.

L'arbitro Mariani scorge nella trattenutina-ina-ina di Miranda un fallo punibile con il penalty: gol, 1-0. Poi c'è la scarpata su Icardi, tra piede e pallone: tutto regolare. Andiamo avanti. Poi c'è il solare fallo di Magnanelli su Asamoah​​​​: il ghanese è in prossimità dell'area piccola, da solo, in anticipo, palla al piede, può fare 1-1 e viene steso da dietro con colpo alla gamba di appoggio e contemporanea spinta sulla schiena. Mariani zitto, anzi no: fallo per il Sassuolo. Perché il successivo tocco di Martinez su Duncan viene visto. Quello sì. E il Var? Che fine ha fatto il Var? Qualcuno pensi al Var! Niente. Magari sarà andato... al bar. O, magari, utilizzavano una connessione scadente. E si sa: di questi tempi, con i buffering che corrono, forse le trasmissioni si saranno interrotte sul più bello. Vuoi vedere che se non han dato rigore ad Asamoah non è per incompetenza ma per colpa di Dazn? Il dubbio resta. E, scansando l'ironia, ci viene davvero più facile pensare a un corto circuito del sistema video piuttosto che immaginare come in cabina di regia arbitrale abbiano visto tutto e deciso di lasciar correre. Perché per qualsiasi protocollo esistente quello è un chiaro rigore e non concederlo è un altrettanto chiaro errore dell'arbitro. Chiarissimo. Enorme. Accecante.

"Sono episodi che ti incasinano la partita", Spalletti dixit. Episodi come il campo di patate (checché ne dica il buon Carnevali), come la condizione fisica precaria di molti (Brozovic, Vecino, Perisic, Vrsaljko), come le assenze pesanti (Nainggolan, Skriniar), come gli arrivi dell'ultimo momento (Keita Baldé), come le difficoltà lampanti (Dalbert). Fa tutto parte dello stesso gioco, tutto parte del gran disegno che poi si concretizza in quei 90 minuti. Escludere dall'analisi anche uno solo di questi tasselli vuol dire raccontare un'altra storia. Poi è anche corretto assegnare a ciascuna di queste variabili il giusto peso. E in un match che finisce 1-0 su rigore, il metro arbitrale – visti gli episodi del Mapei Stadium – non può non avere un peso specifico decisivo. Scusate se è poco.

Consola il fatto che fosse solo la prima giornata e, soprattutto, che l'Inter vista in campo fosse lontana, lontanissima parente di quella che, presumibilmente, sarà protagonista per tutta la stagione. E quando diciamo "lontana parente" ci riferiamo ai protagonisti in campo, alla brillantezza fisica e alla lucidità mentale.

Per il resto, ossia per le direzioni arbitrali tanto in campo quanto al Var, beh... lì ci si può davvero far poco. Anzi, l'Inter non può farci proprio nulla. Magari basterà potenziare la connessione internet. Magari quando le partite saranno trasmesse da SkySport andrà meglio. O magari no.

VIDEO - SASSUOLO-INTER 1-0, RABBIA E DELUSIONE PER TRAMONTANA

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 agosto 2018 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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