Innanzitutto, calma. Come contro il Benfica, si è appena concluso il primo tempo di una partita lunga 6 giorni e 180 minuti. Ce ne sono altri 90 più recupero da giocare e il Milan, scampato il pericolo di perdere con un punteggio ben più netto dello 0-2 finale, ha legittime aspirazioni di remuntada. Intanto però se vorranno realizzare l'impresa martedì prossimo dovranno superare una squadra forte, fortissima che in questo momento sta bene fisicamente e mentalmente. Inter-Monza sembra lontanissima nel tempo, da quello schiaffone di Caldirola i nerazzurri, toccando il fondo, hanno preso una rincorsa sensazionale per uscire dal pozzo e rivedere la luce. Tra Champions League, campionato e Coppa Italia, partendo dallo 0-3 di Empoli, sono arrivate sei vittorie consecutive, con 17 reti fatte e appena una subita, gentilmente concessa alla Lazio dall'errore di Acerbi. E se i numeri non fossero sufficienti, si vada a rivedere il primo tempo del derby, in una cornice soprattutto rossonera. Dominio assoluto, due reti, un palo clamoroso, un paio di parate decisive di Maignan e un rigore prima concesso dall'arbitro e poi (giustamente) negato dal VAR. Chi non ha pensato al recente 0-6 di Verona, trascinato da un selvaggio ottimismo, alzi la mano. 

E qui emerge il vero, unico rammarico della serata: non aver vinto con un risultato più rotondo, anche alla luce delle occasioni avute nella ripresa che sono state più numerose rispetto allo stesso Milan che, a detta di Pioli, ha giocato meglio nella ripresa ma hanno saputo produrre solo un tiro a giro impreciso di Messias e un destro di Tonali che ha scheggiato il palo. Di vere parate l'inoperoso Onana non si è mai reso protagonista, in parole semplici. Ah, altro rammarico: il solerte Martinez Munuera, bravo a correggere Gil Manzano sul rigore concesso a Lautaro, come mai si è fatto sfuggire il pugno di Krunic a Bastoni in piena area di rigore (rosso e penalty da regolamento)? Gesto non viuolento, ma punibile a prescindere. Consoliamoci: non abbiamo lasciato ai cugini neanche la soddisfazione di lamentarsi dell'arbitraggio. Anzi, Pioli ha avuto il coraggio di farlo. Ma giustamente, come dice lui: chi vince festeggia, chi perde spiega...

Adesso testa al Sassuolo, che come potenziale offensivo è superiore persino al Milan (dimostrato sul campo, mica in teoria). Un ottimo crush test in vista del ritorno, nella San Siro nerazzurra, contro i rossoneri. La pratica non è ancora archiviata, va lasciata lì sulla scrivania in attesa di riprenderla tra cinque giorni e chiuderla definitivamente. C'è ancora da lottare, come ha detto Inzaghi (vediamo chi ha il coraggio di metterlo alla porta adesso...) serve ancora un grandissimo sforzo per coronare il sogno della finale di Champions League. Ma se l'Inter che si presenterà al cospetto dei rossoneri sarà la stessa vista ieri sera, possiamo dormire sonni tranquilli. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 11 maggio 2023 alle 00:10
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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