Chi avrebbe scommesso sul flop dell’Argentina nella gara d’esordio al Mondiale in Qatar? Pochi, per non dire (quasi) nessuno. E invece l’Albiceleste, reduce dalla recente e storica vittoria della Copa America e farcita di campioni come il pluri Pallone d’Oro Lionel Messi, cade clamorosamente 2-1 contro un’Arabia Saudita che tanti - per non dire (quasi) tutti - davano invece per spacciata prima del fischio d’inizio di Slavko Vinčić. Con buona pace delle migliaia di schedine strappate e buttate nel cestino e del mate andato di traverso dalle parti di Buenos Aires e di Bahìa Blanca, dove in concittadini di Lautaro Martinez si son visti strozzare in gola l’esultanza per le due reti del Toro (oltre a quella della Pulce) annullate per fuorigioco. A fare festa grande è invece Riyadh, dopo che Al-Shehri al 48' e Al-Dawsari al 53' insaccano due reti per il sorpasso-lampo alla Seleccion che vale un miracolo sportivo che resterà impresso nella storia delle selezione araba.

Perché a volte, nel calcio, succedono cose imprevedibili e che sulla carta appaiono (quasi) impossibili. Come vedere l’Inter festeggiare lo scudetto 2022/23, per esempio. Nella prima parte di stagione i nerazzurri si son resi protagonisti di vere e proprie imprese - come la qualificazione agli ottavi di Champions League nel girone di ferro con Bayern Monaco e Barcellona - ma anche di cinque batoste già messe in archivio in campionato. Troppe, e quasi tutte nei big match. I ko contro Lazio, Milan, Udinese, Roma e Juventus hanno fatto scattare l’incubo legato alle sfide d’alta classifica con le dirette concorrenti, parzialmente allontanato prima della lunga sosta per il torneo in corso in Qatar con il prezioso successo di Bergamo contro l’Atalanta. Un rendimento che al momento vede il Biscione viaggiare a 11 punti di distanza da un Napoli che finora è stato praticamente perfetto e che merita di stare in vetta. Senza la minima discussione. 

Al rientro dalla lunga pausa - che può essere un fattore chiave per tutti, in positivo o in negativo - nell’ancora lontano mese di gennaio 2023, proprio gli azzurri del grande ex Luciano Spalletti faranno tappa a San Siro per continuare la spedita corsa verso il sogno tricolore. Il primo ostacolo da saltare sarà proprio l’Inter: una sconfitta tre le mura amiche scriverebbe probabilmente (ed ufficialmente) la parola 'fine' sulle residue ambizioni scudetto della squadra di Inzaghi, a quel punto 'condannata' a giocarsi le sue carte in Champions League, in Coppa Italia e in Supercoppa con l’obbligo di andare a caccia di un vitale piazzamento tra i primi quattro posti in campionato; in caso di successo, però, i nerazzurri accorcerebbero la distanza dalla vetta e riaprirebbero una Serie A che appare oggettivamente già abbastanza indirizzata. Ma l’esempio dell’Argentina (e dell’Arabia Saudita) ha rinfrescato la memoria su una delle regole non scritte del calcio: mai dire mai.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 23 novembre 2022 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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