Non ci si libera di un’indole con un colpo di spugna. Ci vuole tempo e più di una stagione ma l’Inter vista in scena a Reggio Emilia per ben 70 minuti ha mostrato il senso di un progetto.
Vincere contro il Real Sassuolo, che da anni infila prestazioni al di sopra della media contro i nerazzurri, vale doppio e ha delle spiegazioni che vanno al di là del semplice risultato.
Conte ha messo in piedi la squadra facendola lavorare durante la settimana come una pattuglia di Navy Seals, spreme i giocatori chiedendo loro qualcosa di piu rispetto alla media che si traduce in quella intensità di gioco, nei raddoppi di marcatura, nel pressing in ogni zona del campo, nelle sovrapposizioni e nell’attenzione che la squadra riesce a dare fino a quando ne ha in corpo.

Conte ottiene dai suoi giocatori un lavoro che solo una squadra senza protagonisti o solisti può dare. Ottiene di più da Candreva, Biraghi, D’Ambrosio di quanto possa avere da giocatori forti ma anarchici.
I giocatori imprescindibili restano oggi De Vrij, Skriniar e soprattutto Brozovic e Lautaro Martinez, autore di una partita magistrale, tra le migliori da quando è a Milano. Segna il primo bellissimo gol, ne manca un secondo pochi minuti dopo, raddoppia ma gli viene annullata la marcatura per un fischio generoso contro Lukaku che si sarebbe appoggiato su Peluso. Fa salire la squadra, vince i contrasti e sembra robusto, tanto quanto il compagno di reparto. Il secondo gol arriva poco prima della sua sostituzione e irrobustisce una prestazione da autentico leader.

Su Lukaku e il grande equivoco sulle sue reali capacità, ribadisco che non è colpa sua se molti non conoscevano le sue caratteristiche e si aspettavano che, per la cifra sborsata, sapesse muoversi come Ronaldo, Matthäus o almeno Adriano. Lukaku è un atleta diverso, abituato a giocare per la squadra ma senza quei numeri che lo renderebbero un autentico fuoriclasse. La sua doppietta è una risposta, specie in occasione del secondo gol, ottenuto con il consueto stop spalle alla porta, protezione del pallone e il destro a incrociare.
Il vero problema, oltre alle assenze in un momento in cui ci sarebbe uno straordinario bisogno della qualità di Sensi, l’alternativa di Sanchez e la praticità di D’Ambrosio, sono gli esterni: Asamoah non può giocare una partita ogni tre giorni ed è stato tenuto a riposo, Candreva ha giocato un’ottima partita con tanta corsa e qualche buon cross ma Biraghi ha commesso qualche sbavatura, specie in occasione del gol di Berardi e, pur avendo mantenuto uno standard decoroso nel resto del match deve dimostrare di essere più di una pedina in una zona tanto preziosa.
Infine Lazaro che ha in pugno il premio Dalbert/Jonathan 2019, con due ingressi in campo infelici. Con lo Slavia Praga un passaggio incredibilmente semplice e fuori misura, poi altre incertezze; con il Sassuolo invece ha esordito con l’errore che ha portato al gol e ha riaperto la partita per i neroverdi e poi l’ammonizione e una palese indecisione.
Stiamo parlando di due porzioni di gara delicate ma il fatto che Conte lo schieri pochissimo e che quando entra combini qualche pasticcio, denota quantomeno una certa fragilità caratteriale.
La speranza è quella di sbagliarci perché si tratta di testa più che di piedi buoni e, quando un giocatore entra in campo con insicurezza, finisce che la memoria delle prestazioni precedenti diventi un peso insostenibile e sbaglia di nuovo, con il pubblico che si spazientisce.
Abbiamo visto tanti giocatori, anche buoni, avere questa esperienza all’Inter.
L’importante è essersi sbarazzati di un'altra bestia nera che da anni giocava partite importanti e prendeva punti come un incomprensibile buco nero in cui l’Inter finiva dentro.
Anche questo dimostra che le cose stanno cambiando
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 21 ottobre 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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