Quando Antonio Conte vinceva lo scudetto con l'Inter dopo undici anni di astinenza, si diceva che comunque la stagione non poteva definirsi esaltante per la prematura eliminazione in Champions League, la vera vetrina per una grande squadra. Quando Simone Inzaghi brinda in Supercoppa e Coppa Italia (seconda finale consecutiva) e porta l'Inter im semifinale di Champions contro ogni logico pronostico di inizio torneo, si dice che, in fondo, sia la lunga maratona del campionato il vero termometro per misurare la forza di una squadra e del suo allenatore, visto che, passati i gironi, si tratterebbe di fare bene solo in sette partite dove conta anche la fortuna. Fece bene dunque Josè Mourinho a centrare il leggendario triplete per non cadere nella centrifuga chiamata Inter. Ma forse anche lo Special One non fu esente da attacchi gratuiti, in fondo aveva perso la Supercoppa a Pechino contro la Lazio di Ballardini, come è possibile?

All'Inter sembra tutto più difficile per il tecnico di turno, comunque stia andando una stagione. Da sempre è così. E il dato si è naturalmente amplificato nell'era dei social dove l'“out”, in questo caso riguardante Simone Inzaghi, predomina. La critica è sacrosanta, sia da parte dei media che la devono esercitare per professione, sia da parte dei tifosi che pagano, soffrono e hanno tutto il diritto di esternare. Ma quando manca il rispetto per il professionista che in due anni, al netto di pregi e difetti, ha pure dimostrato di essersi affezionato all'Inter in maniera sincera e importante, non va bene. E' indubbio come le undici sconfitte patite finora in campionato, pesino come un macigno. Come è indubbio che in almeno quattro occasioni, solo il fato abbia condannato la Beneamata al ko. Così come è giusto sottolineare che una rosa forte come quella nerazzurra non debba seriamente rischiare di rimanere fuori dalla prime quattro, peraltro dopo aver visto il Napoli scappare troppo presto, senza mai entare in una ipotetica lotta scudetto che in questa stagione caratterizzata dalla dittatura partenopea, non è mai esistita. Per nessuno.

Dopo aver eliminato il Benfica nei quarti di Champions, in campionato l'Inter è tornata a vincere ad Empoli dove, dopo un primo tempo alla camomilla, si è scatenato Romelu Lukaku con due gol, specie il secondo, alla Lukaku. Tre giorni dopo a San Siro è arrivata la vittoria di “corto muso” contro la Juventus che certifica una nuova finale di Coppa Italia il prossimo 24 maggio a Roma contro la Fiorentina. Domani, nuovamente all'ora di pranzo, i nerazzurri avranno un passaggio cruciale contro la Lazio, seconda in classifica. Il mister ritrova la sua ex squadra, caduta a San Siro nelle ultime tre stagioni. L'Inter, attualmente sesta con due punti di ritardo dalla quarta piazza, ha il dovere di vincere, ma non sarà affatto semplice contro la squadra di Sarri che ha gioco e interpreti per fare male a chiunque. Inzaghi ha deciso, giustamente, di ricorrere ad un mini turn-over che permetta di salvaguardare le forze senza intaccare la competività della squadra. Tutti dovranno dare qualcosa di importante in questo finale di stagione, ecco perchè mercoledì la Curva Nord ha intonato cori per i cosiddetti “panchinari” durante la gara contro la Juventus.

Da qui sino al termine di un'annata così particolare, l'Inter deve essere blocco unico. Tutti per uno, uno per tutti. Questo discorso vale anche per proprietà e società. In questo momento il tecnico che potrebbe portare l'Inter a giocarsi una finale di Champions League, va protetto e incoraggiato, mentre ultimamente la porta di Appiano è stata lasciata colpevolmente aperta agli spifferi che non nascono mai dal nulla.

A fine stagione poi si tireranno le somme e si valuteranno i pro e contro del lavoro svolto da questo staff tecnico. Ma ora Inzaghi e i suoi collaboratori meritano il sostegno di tutti coloro che abbiano a cuore le sorti dell'Internazionale Football Club. Si può andare in Paradiso o rimanere con un pugno di mosche in mano. Ma intanto questa Inter se la giocherà. A differenza di troppe stagioni post triplete in cui i tifosi nerazzurri, di questi tempi, avevano già aperto le case al mare.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 29 aprile 2023 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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