Se da un lato Chivu si è dimostrato superiore, non raccogliendo le provocazioni verbali del collega, dall'altro il club nerazzurro non ha mandato giù l'atteggiamento di Conte, peraltro un ex. Secondo la Gazzetta dello Sport, infatti, l'Inter ha derubricato a "cose di campo" il battibecco con Lautaro, ma non si intende passare sopra alle successive affermazioni dell’allenatore napoletano, considerate ancora ieri molto gravi, sia nella forma che nel contenuto.

"Dall’aver tirato in ballo il collega Chivu che, al contrario di tutti, ha scelto la nobile strada del fairplay evitando ogni accenno di polemica, all’aver attaccato direttamente Marotta, «il dirigente che fa l’escalation», tutto è considerato come inopportuno nella sede nerazzurra - spiega la rosea -. Ingiusto, anche alla luce delle dichiarazioni presidenziali sul caso Mariani: «Il rigore del Napoli ha indirizzato la partita, serve chiarezza, Rocchi aveva detto “basta rigorini...”», ha detto Marotta, senza però togliere nulla alla prova di McTominay e compagnia. Quando gli sono state riferite quelle parole, Antonio ha armato il bazooka: «Io non lo avrei permesso da allenatore a un mio dirigente, in questo caso presidente, di intervenire così. Così sminuisce anche il tecnico, io mi sono sempre difeso da solo, non ho bisogno di papà». A dirla tutta, quando esplodeva in tv, pare che Conte fosse convinto che il collega romeno non avrebbe parlato ai media: pensava che avrebbe preso la scena solo il suo ex dirigente, ben conosciuto tra Torino e Milano. L’uomo con cui ha vissuto questa tempestosa storia italiana, fatta di addii e ritorni, brevi idilli e lunghi conflitti".

Una sceneggiata, quella di Conte. Per certi versi anche "furba", che prova a innervosire l'avversario, come quando dichiara: "L’Inter è la più forte, poteva vincere di più in questi 4 anni...". "Eccola, l’altra frase risultata aspra al palato nerazzurro, in mezzo al resto, anche perché in casa nerazzurra tutti ricordano certe esplosioni dell’ex allenatore: dalla notte della rimonta subita a Dortmund in Champions nel 2019 al pari col Parma in un San Siro deserto nel 2020 (con rigore non dato a Perisic), più volte il Conte interista aveva reclamato alla sua maniera l’urgenza di un intervento dei dirigenti. In pratica, l’esatto contrario della tesi elaborata sabato", sottolinea la rosea.
 

Sezione: Copertina / Data: Lun 27 ottobre 2025 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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