Nel mentre, quando il mondo è in ansia per le sorti di Astrazeneca -fatto, questo, che rende di per sé anche queste righe sufficientemente fuoriluogo - una nutrita schiera di tifosi di Juventus e Milan si azzuffa e non trattiene la rabbia per il rinvio della partita che l’Inter avrebbe dovuto disputare il prossimo sabato, contro il Sassuolo, ma che - come noto - non disputerà per i noti motivi sanitari.

Handanovic, D’Ambrosio, De Vrij e Vecino (due titolari e due riserve) sono infatti risultati positivi al Coronavirus, altri probabilmente ne arriveranno.

L’ATS di Milano, che ha bloccato la squadra, viene tacciata in ogni modo, un po’ come accadde al buon Guido Rossi negli anni gloriosi di Calciopoli.

A proposito di Calciopoli e di campionati falsati, l’accusa principale che viene mossa alle Autorità è quella di avere falsato anche questo di torneo. Ma si tratta evidentemente di una tesi che non regge o che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe avere una qualche rilevanza nei bar del sottobosco da zona rossa.

Perché - vedete - se di episodi falsati si deve parlare, allora non occorrerà memoria ferrea per ricordare che la tarantella di Juventus-Napoli, innescata da questi ultimi e poi nutrita ultimamente anche dai primi, non l’ha inventata l’ATS di Milano; la tarantella delle partite scorse del Toro non l’hanno inventata Marotta e Ausilio; la faccia di Cragno non è rotta per un colpo di Pinamonti. I rigori come i pop corn al cinema non sono stati assegnati all’Inter. Per dire.

È che quest’anno funziona così. O si accetta la situazione o non si gioca. Nel primo caso, sarà bene tenere saldi i nervi e non reagire come se all’Inter fossero stati assegnati tre punti a tavolino. O come se il campionato andasse avanti punto a punto - come dice Flavio Tranquillo - e non con distanze siderali tra la prima e le altre.

È difficile - lo capisco - accettare una capocciata di Lautaro all’85esimo, o un tiraccio di Skriniar tra le gambe dei Gasperini boys o, peggio, uno di Sergio Oliveira tra quelle di CR7, ma va così, purtroppo per molti. Ed è bene che si prosegua, affinché il calcio italiano non perda quel poco di credibilità che gli resta.

Oppure, dicevo, si può prendere il pallone e portarselo a casa, come si faceva ai miei tempi quando si perdeva la partita nel giardino di casa o come ha fatto pure CR7 dopo una strepitosa tripletta al Cagliari. Uguale.

Ma non è il caso di azzuffarsi fino a questo punto. L’Inter recupererà la partita, come la recupereranno gli altri e alla fine tireremo le fila. Con calma. Senza strepiti irrispettosi. Senza agitarsi. Senza fretta, ma senza tregua. 

Giancarlo De Cata

Sezione: Calci & Parole / Data: Gio 18 marzo 2021 alle 20:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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