Sentimenti da parte, non ci stupiamo più dell’esclusione di Julio Cesar da lista e convocati per l’EL. È il calcio. E la crisi… Binomio terribile, quanto irragionevole. Anche lo sport più seguito al mondo deve fare i conti con i duri momenti dell’economia globale, come ha spiegato due giorni fa il presidente del Milan, Silvio Berlusconi, a cui "piange ancora il cuore" per le partenze dolorose di Ibra e Thiago Silva. La crisi del sistema investe senz'altro i nostri club. Questione di bilancio, e di bilanci da fare su giocatori che, sebbene abbiano scritto la storia di una squadra, sono costretti a saldare amaramente il debito con i nostri tempi. Il Fair Play Finanziario sembrerebbe solo un'ombra a confronto, dato che molti - compreso il sottoscritto - si chiederanno quali scienziati ed economisti lavoreranno al PSG, club che da un anno a questa parte si è concesso una spesa pari a 212,6 milioni di euro per gli acquisti, da aggiungere a quella per stipendi non esattamente da precari. Al 2014, termine ultimo dettato da Platini e dall'UEFA per far quadrare i conti, l'ardua sentenza.

Si tratta di regole secondo alcuni, anche di buon senso per altri che - prendendo ad esempio il patron del Napoli De Laurentiis - si sono schierati apertamente contro gli ingaggi folli e inopportuni di russi e sceicchi, ricchi pionieri che ora governano il nostro calcio. Ma non tutto oro è ciò che luccica, come dimostrano gli attriti politici e le voci su un'imminente vendita del Malaga da parte di Abdullah Al Thani (fratello di Tamin del PSG), colui che solamente un anno fa aveva preso in mano le redini del club spagnolo con i propositi di traghettarlo sul tetto d’Europa. Passione ed etica rimangono il cuore pulsante di questo sport: è la storia dell’Inter, dei Moratti e non solo. Un Ibrahimovic si può vendere oppure comprare. La gloria in Europa no, per quella non esiste un valore.

Crisi che equivale a calo d'appeal, meno gli incassi garantiti ogni anno dalla Champions. La matematica non è un'opinione, neanche per l’Inter che ha stilato un nuovo piano per il bilancio. E allora via ai tagli e agli investimenti intelligenti, aprendo al progetto per il nuovo stadio e agli investitori dalla Cina. Stasera, all'esordio in Europa League a Spalato, scenderà in campo Mudingayi. C'è chi l'ha già bollato come 'brocco', chi si esalta per l'eventuale acquisto di Lucas. Molte volte la via più giusta è l'equilibrio, visto che oggi Stramaccioni ha già gli uomini contati e difficilmente il belga, insieme agli altri convocati Cambiasso, Guarin e Benassi, riuscirebbero a formare la cosiddetta diga in mezzo al campo durante la stagione. In tanti sono infortunati (Obi, Mariga e Stankovic nel reparto), ma dare il via al nuovo corso in piena emergenza apre chance anche all'Hajduk. Auspicabile il rinforzo in mediana.

Formazione, quella allenata da Miso Krsticevic, che se ha guadagnato l’accesso ai preliminari, l'ha fatto con merito. Avrà il vantaggio del fattore campo in questo match d'andata, mentre l'Inter, per fortuna, vanta ancora giocatori con una discreta esperienza internazionale alle spalle, su tutti Wesley Sneijder che con Milito, Cambiasso e Zanetti (e forse Samuel) formerà il blocco degli ex eroi del triplete. E pensare che proprio in questi giorni c’è chi ha parlato di un possibile coming-back al Real di Mourinho… Voci rimbalzate dalla Spagna e che, dopo la mancata smentita dell’agente Lerby, potrebbero tenerci con il fiato sospeso sino agli ultimi giorni di mercato. Wes, che ha detto più volte di volte di voler restare a Milano, è sempre stato un professionista e certamente non rifiuterebbe un'offerta da una big qualora fosse la stessa Inter a giovarne, a differenza dello 'scaricato' Pazzini.

Mercato che per anni ha tenuto calde le estati nerazzurre e che stavolta si affianca al cammino ufficiale sul campo. Stasera infatti la nuova Inter accende i motori. Ovviamente a Spalato non sentiremo nessun inno da Champions, quella che ci ha fatto emozionare per dieci stagioni consecutive. Non sarà l’Europa delle grandi, ma è da qui che bisogna ripartire, con Sneijder, Stramaccioni e Mudingayi, per tornare presto al top. L'ultima volta si chiamava ancora Coppa UEFA, oggi è Europa League: per incassi e prestigio, l’Inter continuerà ad onorarne la storia. Il calcio insegna che anche un anno senza musichetta può regalare soddisfazioni, oltre a rinnovate certezze in vista del futuro.

Twitter: @DaniAlfieri

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Gio 02 agosto 2012 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri
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