"Gentile Redazione,
ai nastri di partenza della nuova Serie A molti appassionati nutrivano fondati timori che la truppa nerazzurra - ancora convalescente dopo la “sindrome cinese” (intesa “solo” come esito infausto della tournée in terra asiatica e non certo come pellicola per cinefili o addirittura “trattata” alla stregua dell’ endemica tempesta borsistica) - potesse soffrire anche di un’altra patologia, stavolta tutta “meneghina”, eventualmente procurata dall’allievo (Mihajlovic) in procinto di superare il Maestro (Mancini). O almeno così avevano fatto intendere le “argute” (sic, ndl) considerazioni della maggior parte dei media di settore nella lunga vigilia del torneo. Poi, come spesso accade, il primo turno di A si è proprio “divertito” a rovesciare previsioni e pronostici (proprio come sottolinea il Vs. Alessandro Cavasinni nel suo brillante ed ironico editoriale di oggi) ed è successo che Atalanta e Fiorentina si siano “prestate volentieri” affinch
é la classifica delle due squadre milanesi potesse rispecchiare nella sostanza - anche se solo al termine della prima giornata - quella conclusiva della passata stagione, con i nerazzurri ora con 3 “imbarcazioni” di vantaggio rispetto agli altri “regatanti” dei navigli cittadini. E’ ovviamente una magra consolazione a tal punto che non si saprebbe nemmeno quale menata proverbiale annoierebbe di meno fra la citazione del “Chi ben comincia è a metà dell’opera” oppure quell’altra del “Se il buon giorno si vede dal mattino”. Oddio, Inter-Atalanta s’è giocata di sera come accadrà pure per Carpi-Inter e, molto probabilmente - dopo la pausa per la nazionale - anche per il derby, ma non si può sempre fare fact-checking con i proverbi......
In ottica nerazzurra ciò che, invece, non può che confortare, alla luce anche delle nuove tessere che dovrebbero completare il mosaico manciniano negli ultimi giorni di trattative (leggansi i nomi dei probabili esterni bassi Bruno Peres/Sala e Coentrao, oltre che, soprattutto, dell’ala croata Perisic - con la gustosa alternativa Lamela - di un altro esterno offensivo come Lavezzi e della new entry Lemina, altro che F. Melo, che non serve proprio, nonostante il foglio rosa meneghino non lasci passare giorno senza propinarlo instancabilmente) è la consapevolezza che il progettista, nonché capomastro, del cantiere nerazzurro la smetterà a breve di apporre varianti in corso d’opera per dare finalmente esecuzione e corpo alla sua creatura definitiva. Sia che assuma le sembianze del modulo 4-3-3 (sul quale, in realtà, si alimentano forti dubbi visto che Jovetic non potrebbe non giocare titolare - domenica sera ne ha dato una probante dimostrazione - e men che meno nel
l’unico ruolo possibile di ala) o, più plausibilmente, del “preferito” 4-2-3-1. E non si racconti che l’estenuante telenovela Perisic non possa essere accostata al romanzo a puntate juventino per Draxler, col “colpo di scena” finale dell’ingaggio del finto trequartista Cuadrado o a quell’altro feuilleton rossonero per Ibrahimovic, con l’altrettanto fulmine a ciel sereno di Balotelli che, però, ha proprio il sapore (preventivo) della 3a minestra riscaldata dopo i brodini storici nr. 1 (Shevchenko) e nr. 2 (Kakà). Contenti loro!
In ogni caso, se dovesse davvero andare in porto l’ingaggio dei due agognati esterni offensivi (con duplice scelta fra Lavezzi+Perisic e Lavezzi+Lamela) l’unico schema tattico che potrebbe far coesistere così tante bocche da fuoco (Icardi, Jovetic e due elementi delle predette “griglie”) non potrebbe che essere, appunto, il 4-2-3-1, non a caso il modulo tattico più utilizzato nel circuito dei tecnici delle grandi squadre europee. Poco importa poi se nel centrocampo a due nerazzurro dovesse essere proposto l’ “azzardo” della coppia composta da Gnoukouri (in cabina di regia con compiti alla Pirlo, nonostante la “bocciatura” estemporanea di Mancini a seguito della gara dell’ivoriano toppata a metà contro gli orobici, tra l’altro per la prima volta dall’inizio della preparazione) e da Kondogbia (con mansioni di mastino davanti alla difesa e, all’occorrenza, di incursore/assaltatore). A discapito, quindi, di Brozovic e Medel, relegati a seconde sce
lte, o di Hernanes, candidato a diventare la controfigura del “rifinitore” Jovetic che opererebbe, pertanto, alle spalle di Icardi. Se ne potrebbe ricavare pure lo slogan: Calcio offensivo? In Italia si pronuncia Mancini, in Europa si scrive 4-2-3-1. In effetti, basta dare un rapido sguardo alle formazioni “base” dei cosiddetti top team dei tornei continentali più prestigiosi per far cadere le remore sui due giovanissimi centrocampisti africani nerazzurri: l’anno scorso il Chelsea ha vinto la Premier schierando a centrocampo per lo più la coppia Fabregas-Matic mentre il Man.City aveva replicato proponendo Yaya Tourè-Fernandinho o Fernando; nella Liga spagnola il Real Madrid, dopo aver schierato spesso Kroos-Modric nella passata stagione, quest’anno proporrà forse anche il duo Kroos-Kovacic; nella Bundesliga il Bayern - pur nella baraonda di schemi utilizzati in stagione da Guardiola - aveva stravinto l’ennesimo Meisterschale con il previsto binomio in media
na composto da Alonso e Schweinsteiger (in realtà proposto raramente a causa del grave infortunio di quest’ultimo); quest’anno, forse, ci riproverà confermando lo spagnolo e col subentro di Vidal al posto del mediano tedesco, ceduto nel frattempo al Manchester United. Le caratteristiche tecniche di queste coppie di centrocampisti centrali presuppongono sempre la compresenza del cosiddetto “centromediano-metodista” (come i vai Fabregas, Yaya Tourè, Modric/Kovacic e Alonso) e di una diga “corpulenta” davanti alla difesa (personificata dagli assortiti Matic, Fernandinho/Fernando, Kroos e Schweinsteiger/Vidal). Nella fattispecie interista, i due interpreti dovrebbero essere, rispettivamente, Gnoukouri e Kondogbia.
Di che cosa ci si starebbe a preoccupare? Dell’ insufficiente (per alcuni) tonalità muscolare di Assane? Della (ancora) poca brillantezza fisica di Geoffrey? Non scherziamo, per favore! Sì, certo, difetteranno di un po’ di esperienza, ma la acquisiranno giocando; e poi ci sono giocatori che si mettono in luce perché, appunto, appaiono più “pronti” di altri, a prescindere dalla loro carta d’identità: sennò non si chiamerebbero talenti!? Da ultimo mi pare proprio di poter dire, tanto per esemplificare sull’aspetto fisico, che Pirlo - nei suoi 4 anni scudettati alla Juve - non si fosse “bigjimizzato” (mi si passi l’orrendo neologismo), seguendo il “cattivo esempio” di un Del Piero d’annata con anomale frequentazioni farmacologiche.....Mai visto una gazzella paffuta scorrazzare per la savana e sono certo che pure Gnoukouri, idealmente, “sorriderebbe” per questo ardito accostamento, pur non essendo, manco lui, una “iena”, né volendo assomigli
are - si immagina - tanto all’una quanto all’altra.....
Le idee calcistiche di Mancini sono più europee di quanto si possa immaginare; di più, lui ha allenato e vinto trofei in paesi dalle culture e tradizioni calcistiche diametralmente opposte (Italia, Inghilterra e Turchia) e non può che essere considerato un uomo di mondo, anche se non è dato sapere se abbia fatto il militare a Cuneo..... Anzi, mi viene da pensare che Totò (idealmente) perdonerebbe questa “appropriazione indebita” di una delle sue più famose gag, anche se il sottoscritto resta fortemente convinto che - qualora fosse ancora tra noi - il comico partenopeo si vedrebbe costretto a rivisitare, suo malgrado, la geografia delle sue battute dopo che da quelle parti, nel frattempo, hanno trovato le loro “albe” (quella, “al singolare” - guarda caso - sta proprio in provincia di Cuneo....) certi “personaggetti” (come li apostroferebbe il De Luca di Crozza) che rispondono al nome di Flavio Briatore, Daniela Santanchè e Aldo Cazzullo......
Tolta la maschera del satiro dilettante, invito tutti gli appassionati nerazzurri a godersi questo primato inaspettato e gongoliamo (ma non troppo) al solo pensiero di cosa potrebbero produrre in classifica gli esiti di quella serie di “scontri diretti” in programma già domenica prossima: distacchi parziali inimmaginabili persino dalle menti nerazzurre più fervide ma, per pura scaramanzia, non si vuole proprio entrare nel dettaglio. Anzi se ne è già scritto troppo.
Cordiali saluti".
Orlando
"Gentile Redazione buongiorno. Poche parole: Juan Jesus e Ranocchia, per carità bravissimi ragazzi, onesti e attaccati alla maglia, NON sono da Inter. I due J.M. (Joao Miranda e Jeison Murillo) sono di un altro pianeta! Nella gara di domenica sera la lieta novella sono stati proprio loro. A questo punto riterrei corretto permettere a Ranocchia di andare a giocare altrove, perché margini di un suo inserimento in pianta stabile nella formazione titolare sono pressoché nulli. Sulla fascia sinistra Juan Jesus salta l'uomo giusto se gli va bene un rimpallo, ma non sempre sarà così, per il resto si vede che è un ripiego. E direi che sarebbe l'ora di finirla di schierare nelle formazioni titolari di partenza dei ripieghi!Siqueira fa proprio al caso nostro. In attacco PERISIC senza ombra di dubbio!Se non lo prendessimo sarebbe una fortissima delusione. Poi sinceramente penserei, prima che a Lavezzi o a Lamela, ad un attaccante alla Cruz o alla Crespo. Perché i cross in mezzo all'area chi li prende? Le partite quando le difese si chiudono a riccio, le sblocchi o con tiri dalla distanza o sfruttando i cross con bravi colpitori di testa. A Centrocampo val bene anche F Melo. Una volta tanto sogniamo anche noi di fare uno sgambetto alla vecchia signora!Forza Inter!".
Pierangela
"CARA REDAZIONE
ma mi chiedo io:
come si fa a dubitare su chi prendere tra LAVEZZI e LAMELA? Cioe' mi chiedo: uno ha 30 anni e' a fine carriera e ti potra' fare al massimo 2 anni di buon livello, l' altro ha 23 anni e' nel massimo della carriera e costa appena 8 mln di + (per LAVEZZI 12 mln che solo i matti pagano) ma con 10 anni di carriera ancora davanti al contrario di LAVEZZI, e questa gente si chiede su chi andare. Spero che per una volta si faccia la cosa giusta altrimenti vuol proprio dire che qui la gente e' MATTA. Poi continuiamo a puntare gente come PERESIC FELIPE MELO, tutta gente inutile che non ti cambiera' la squadra di una virgola. Se invece puntate su gente come JOAO PEDRO - MAYKE - FABIO CONTREAO - ALEX TELLES - TIELEMANS - CORIC - PRJECA - ANDRE' GOMES - DRAXLER - beh alora possiamo pensare in GRANDE per il PRESENTE e FUTURO ma se comprate gente di 30 e passa anni non possiamo fare altro che vedere vincere gli altri, perche' con i VECCHI i cicli non si sono MAI aperti.
I 2 schemi che Mancinin deve fare :
SCHEMA 1 OFFNSIVO
HANDANOVIC
MAYKE-MIRANDA-MURILLO-ALEX TELLES
BROZOVIC-KONDOGBIA
DRAXLER-JOVETIC-LAMELA
ICARDI
SCHEMA 2 piu' coperto
HANDANOVIC
MAYKE-MIRANDA-MURILLO-ALEX TELLES
BROZOVIC-CORIC-KONDOGBIA
DRAXLER-JOVETIC (LAMELA)
ICARDI
Spero prorpio che mi ascoltiate perche' se fate gli ennesimi errori oltre a rimetterci l' INTER pure i TIFOSI si ribelleranno alle vostre sciocchezze che commettete ogni anno senza mai portare niente di BUONO per noi tifosi.
BYE BYE".
Daniel
"Gent.ma Redazione.
Esporsi a pochi giorni dalla fine del mercato, può essere pericoloso. Lo faccio per premiare la serietà della società a dispetto di certa prostituzione intellettuale che c'è in giro e che ben conosciamo.
Pochi ricordano che il management di Tohir aveva incominciato ad insediarsi ad agosto 2014 e molti sono ancora stati gli innesti fatti durante l'anno.
Io credo che la qualità delle persone scelte sia la più grande garanzia per noi interisti. Abbiamo davanti persone che hanno carriere alle loro spalle di grande spessore, che appunto vengono qui per proseguirle. Non me ne frega niente se non sono interisti: sono dei professionisti che stanno ricostruendo la società. Nessuno ha fatto proclami, se non che fra quattro-cinque anni l'inter deve ritornare fra le top ten d'europa. Vedremo fra cinque anni.
Nel frattempo stanno iniziano il secondo anno di lavoro; le premesse ci sono tutte.... anche quelle legate al mercato.
A questo proposito ecco i sogni per gli ultimi giorni:
Perisic, Lamela, Borini, Coentrao, Sala.
Per me possono salutarci Guarin ed Hernanes oltre a chi è già in esubero da mesi
Forza Inter. Amala".
Andrea
"Per la prima volta, dopo cinque anni, tra le pieghe di una partita mediocre, ho intravisto un potenziale enorme.
Non nel tiky-taka sterile e lento del centrocampo, non nella difesa, rocciosa ma poco pressata, non nel gol capolavoro ma occasionale di Jovetic, ma in tutto questo messo insieme.
Ho avuto la sensazione di vedere una bestia incatenata e ringhiante, il cui collare teso sta per cedere.
Se il Mancio trova la chiave di volta, il meccanismo che ora sembra inceppato, dà la sensazione di voler girare come un orologio svizzero.
Possiamo diventare l'Atlético Madrid d'Italia".
Vittorio
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