"L'Inter che verrà ripartirà per la ventunesima volta (con la qualificazione di ieri salgono a 56 le partecipazioni dei neroazzurri alle competizioni U.E.F.A.) dall'Europa più nobile. La prima (quando l'allora Coppa dei Campioni aveva nel Real Madrid il dominatore incontrastato) fu nel 1963-64 e sappiamo tutti come andò a finire... anzi meglio ricordarlo 3-1 ai madrileni "pentacampeones" (che ne fa l'unica squadra italiana ad averli sconfitti in una finale) e coppa in bacheca. In una serata dalle mille emozioni i 70.000 spettatori presenti al Giuseppe Meazza (a loro non può che andare un 10 e lode con encomio...) hanno assistito all'ultima versione dell'Inter targata Luciano Spalletti. Una squadra a tratti padrona ma che, alla fine, se non fosse stato per il monumentale Handanovic (un numero uno in tutti i sensi...), ci poteva lasciare le penne contro un Empoli che avrebbe meritato miglior sorte. Insomma il solito film visto e rivisto ma questa volta il finale è stato tale da far strappare un sorriso, seppur a denti stretti, con un quarto posto che é, comunque, troppo poco per poter festeggiare più di tanto. La Milano interista (che negli ultimi anni si è quasi sempre lasciata alle spalle i cugini rossoneri... magrissima consolazione...) ripartirà, quindi, dalla coppa più ambita e lo farà (manca solo l'ufficialità...) con una certezza che sta ormai per profilarsi all'orizzonte... Antonio Conte. Al tecnico leccese (il cui primo squillo in panca portò alla promozione del Bari in Serie A...) il compito di riportate la Beneamata dove le compete. Il resto, da oggi in poi, conta poco o nulla anche se bisogna aggiungere che, per ritornare ad arricchire la sala dei trofei, i calciatori che hanno deluso, e non poco (su tutti Icardi bocciatura piena per l'argentino che, non riuscendo a segnare nemmeno dagli undici metri, ha rischiato di far "retrocedere" l'Inter in Europa League...) dovranno fare le valigie. Ma questo, possiamo starne certi, Antonio Conte, il primo grande colpo di Marotta, lo sa molto bene. AMALA...!!!".
Francesco
"Gentile redazione, La stagione 2018-19 si è conclusa ed è giunto il momento dei bilanci: di positivo ci sono due cose: 1) l'aver vinto entrambi i derby ed aver illuso i milanisti fino agli ultimi secondi dell'ultima giornata di poter andare in C.L. per poi farli restare con un pugno di mosche ( e per un interista stagionato che ha vissuto gli sfottò dei milanisti durante l'era Berlusconi è il massimo della gioia calcistica); 2) l'abbandono definitivo del poco amato presidente indonesiano, il quale durante la sua presidenza è riuscito a farmi rimpiangere persino Fraizzoli il che non era facile. Di negativo ci sono state tante cose, ma vorrei soffermarmi su quella che considero la più grave: la rottura insanabile dentro lo spogliatoio e la gestione dilettantistica con cui è stata affrontata la questione: può una società seria a metà stagione, con alcuni obbiettivi che erano ancora raggiungibili, delegittimare il capitano e l'allenatore mandando tutta la squadra in tilt? Dalla prossima stagione non ci potranno più essere alibi poiché Marotta programmerà la stagione dall'inizio con un nuovo allenatore; l'arrivo di Conte può significare solo una cosa: tornare a vincere subito, poiché non è il tipo che si accontenta di arrivare secondo o terzo, tenendo ben presente che non è un allenatore dai lunghi progetti: siederà sulla nostra panchina al massimo per due stagioni, poi saluterà sperando nel frattempo di aver vinto qualcosa. Un ultima cosa la voglio dire su Icardi: quando finirà la sua carriera e i riflettori si spegneranno, gli resterà il grande rimpianto di quello che sarebbe potuto essere e non è stato: diventare un simbolo importante per l'Inter come lo è stato qualcuno prima di lui, poiché da noi sarebbe quasi certamente diventato il più grande cannoniere della nostra storia secondo solo all'irraggiungibile Meazza, mentre altrove si tirerà dietro ancora per qualche anno prima di chiudere la carriera. Cordiali saluti a tutti voi e a risentirci alla prossima stagione. AMALA".
Davide
"Gentile Redazione, chiuso il campionato con l’agognato accesso alla prossima CL - ma con tanti brividi alla schiena che manco Edgar Allan Poe e Vincent Price, insieme, avrebbero saputo mettere - il sottoscritto non si mimetizzerà fra coloro che ritengono di poter pregustare, già a breve, una nuova libidine (si fa per dire). Cioè quella di salire sul carro dei detrattori di Mauro Icardi, convinti che nella sessione estiva di calciomercato si materializzerà “finalmente” la sua paventata cessione. Nemmeno dopo quel rigore sbagliato che ieri sera avrebbe potuto chiudere (teoricamente) la partita. Ma è doveroso, a questo punto, riavvolgere un po’ il nastro. Nell’immediata vigilia della gara decisiva contro l’Empoli, taluni - anziché fare propria l’arte del silenzio, soprattutto in versione social - avevano addirittura pensato che per proteggere “meglio” il numero 9 ed il resto della squadra dalla tensione montante, fosse opportuno redigere un comunicato dal tenore di ultimatum. Tra questi si erano distinti i capi della Curva Nord nerazzurra che, nemmeno si credessero Bud Spencer e Terence Hill, ne avevano forse scambiato il testo per la sceneggiatura pallonara di una loro pellicola di culto del 1967 parafrasandone, dunque, il titolo in “Dio Perdona, la CN no”. Peccato solo che nel frattempo l’attore napoletano fosse passato a miglior vita e che il collega veneziano avesse invece smesso di menare le mani per dedicarsi alla catechesi nelle vesti (talari) di Don Matteo. Per la serie: era meglio che i curvaioli avessero speso diversamente il loro tempo, richiud endosi magari in un cineforum polveroso a guardare chessò, un film con Cicciolina o Moana Pozzi .... Dato a Cesare quel che è di Cesare, personalmente ritengo che Icardi non sia stato la Xylella di Appiano Gentile - area notoriamente priva di ulivi - ossia quel virus che, metaforicamente parlando, avrebbe intaccato il già precario equilibrio dello spogliatoio nerazzurro. Per maggiori info, citofonare pure a Perisic, Nainggolan ed allo stesso Spalletti. Insomma Mauro non è stato quello che Renzi si è rivelato per il PD, come ha brillantemente ironizzato in chiave politica una commentatrice che scrive per un noto quotidiano nazionale. Il fatto poi che la consorte di Icardi sia diventata anche la sua procuratrice non può essere certo bollato come peccato originale. Mortale invece si è rivelato quello della società nerazzurra che non ha battuto ciglio di fronte all’inopportunità delle ospitate televisive della show girl argentina, laddove magari era risaputo che in certi studi TV si perseguissero lo spettacolo ed il gossip ad ogni costo piuttosto che la diffusione di una sana informazione. La professionalità di Icardi, poi - almeno fino allo scorso 13 febbraio - era stata sempre esemplare ed al di sopra di ogni sospetto, manco si fosse trattato di Gian Maria Volontè: a proposito di cinema..... Poi è vero che i 53 giorni che Icardi ha trascorso in infermeria da malato immaginario sono stati la risposta un po’ troppo puerile e tutt’altro che etica alla degradazione subita. Avrebbe anche potuto risparmiarsi/ci la penosa deriva fotografica hot sui social propinata negli ultimi giorni. Ma tant’è: la storia (pregressa) di Icardi all’Inter resta, nonché il patrimonio tecnico societario - per quanto svalutato - certificato dalle 124 marcature realizzate a soli 26 anni ad una media di più di 20 reti per ognuna delle 6 stagioni disputate in nerazzurro. “Solo” 17 gol in 37 presenze in quella appena conclusa, nonostante tutti i casini successi: altro che annus horribilis, come hanno invece cianciato di recente sedicenti TG sportivi (tanto per esem plificare, Dzeko ha chiuso la stagione con 14 reti e 3 presenze in più di Icardi; Immobile, di gol, ne ha segnati 19 ma in 46 presenze; da ultimo Mandzukic, con appena 10 reti in 33 presenze). Mi piace inoltre pensare che Icardi abbia anche pagato l’assurdo integralismo tattico del tecnico di Certaldo, col suo smaccato ostracismo verso il modulo a 2 punte. Preclusione che ancora oggi si è incerti se interpretare come un “accanimento terapeutico” nei confronti di Icardi (evidentemente a Spalletti non dev’essere bastato avergli fatto perdere la fascia di capitano) o, piuttosto, come una MERA INCAPACITA’ dell’allenatore toscano di schierarlo dall’inizio con Martinez, magari in un 4-4-2 o in un 4-3-1-2. E’ infine indiscutibile un ultimo rilievo: nonostante gli sforzi encomiabili di ampliare il suo raggio di azione - su induzione, peraltro, dello stesso tecnico - Icardi rimarrà sempre un classico centravanti da area di rigore (una specie di Boninsegna 2.0) mentre Martinez - che ama svariare su tutto il fronte d’attacco - appare più una seconda punta. Ergo, almeno sulla carta, Mauro e Lautaro potrebbero essere davvero una coppia ben assortita. Forse anche agli occhi del neo tecnico salentino e nonostante gli esiti negativi di quelle frazioni di gara stagionali in cui i due argentini avevano già giocato insieme. E se a favore di tale “esperimento” si è espresso ripetutamente pure Ciccio Graziani - indimenticato ex gemello del gol con Paolino Pulici - qualcosa di vero ci sarà. Anche se pare invece che il destino dell’ex capitano nerazzurro sia proprio segnato...".
Orlando
"Come spesso è accaduto e da me scritto, mi trovo d'accordo con l'editoriale di De Carlo che ancora una volta dimostra lucidità e chiarezza nell'esporre i fatti sia tecnici che "ambientali" che nel bene e nel male condizionano la squadra e il club dai tempi di Leonardo (che per me doveva a suo tempo essere riconfermato) fino all'epilogo di questa travagliata stagione. Ora è tempo di bilanci senza isterismi e rancori. Mi limito solo a fare una considerazione generale sulla attuale rosa nella quale è più che evidente l'assenza di veri leader nei ruoli chiave. E' verissimo che Handanovic sia tra i pali uno dei più forti in circolazione, che Skriniar e De Vrij formano una delle coppie centrali di maggiore affidabilità, che Brozovic con Spalletti sia diventato un play di buon livello, ma nessuno di loro per diversi motivi è in grado di gestire i tanti momenti critici durante le partite e ieri sera ancora una volta ne abbiamo avuto la dimostrazione. Ergo occorre che Marotta e spero Lele Oriali, facciano le scelte equilibrate e funzionali per la prossima campagna di mercato. Operazioni come quelle di Dalbert e Joao Mario (e mi fermo qui....) no sono più tollerabili e Ausilio solo per questo dovrebbe avere la dignità di dimettersi. A Spalletti va dato merito di avere tenuto la barra dritta nonostante una certa rigidità tattica e alcune scelte discutibili. Comunque grazie mister! Gradirei un vostro riscontro, solo per il piacere di leggervi e di avere un contatto più diretto. Grazie e cordiali saluti".
Francesco
"Gentile Redazione, sottopongo qualche riflessione di fine stagione, sperando che i vostri editorialisti vogliano condividere i loro pensieri. Oggi in molti, giocatori compresi, stanno ancora festeggiando, specie sui social, come se la vittoria di ieri fosse arrivata alla fine di un’impresa titanica. Io ho un po’ di amaro in bocca, benché sia contentissimo di poter vedere almeno altre sei partite di livello il prossimo anno, sono molto deluso dall’atteggiamento della squadra che ha fatto di tutto per mandare alle ortiche un terzo posto che era già blindato settimane fa. Premetto di stimare Spalletti, anche se quest’anno ha sbagliato tutte le partite chiave, eccezion fatta per i derby e per la partita di ieri. È comunque scandaloso che ormai da mesi non si faccia altro che parlare di Conte, come può un allenatore lavorare serenamente? In società, poi, nessuno si occupa di stanare queste maledette talpe? Sembra che le riunioni le facciano direttamente i conferenza con i giornalisti di gossip… Premetto di stimare anche Conte, che ha sempre lavorato molto bene, sia in Italia che all’estero… Ma al tempo stesso è pazzesco che non si riesca mai a tirare fuori un allenatore bravo con un briciolo di DNA nerazzurro. È stata data una possibilità a Stramaccioni e mai una a Giuseppe Baresi che, in epoca post-Mou, sarebbe stato il sostituto perfetto, essendo stato suo vice… Per non parlare di Cambiasso, che anziché farlo lavorare fin da subito con i ragazzi delle giovanili, è al confino in un salotto di commentatori… Premetto di non stimare Icardi, né la consorte manager, ma la sua gestione è stata totalmente scellerata. Nessuno ci ha mai spiegato perché non ha più la fascia di capitano. Spero almeno abbiano capito che il valore del giocatore è crollato, ma l’esperienza di Marotta in tutto ciò? Non avrebbe potuto gestirla lui in un modo più furbo? Se certe cose si chiariscono nello spogliatoio, perché è uscito fuori tutto questo circo? Premetto poi di essere un fan dei giocatori di prospetto, che diano anche una mano alla Nazionale: allora mi auguro di vedere in Nerazzurro gente come Chiesa, Barella, Lorenzo Pellegrini, Pinamonti (che farebbe ottime cose con un minutaggio adeguato). E spero che vengano valorizzati giocatori come Politano e Lautaro che hanno ancora molto da imparare, seppur avendo avuto un impatto positivo nella prima stagione all’Inter. Soprattutto mi auguro di non vedere altri “Zaniolo” partire nell’anonimato e fare le fortune delle squadre avversarie; sarebbe anche ora che i Primavera servissero la prima squadra oltre che fare plusvalenze nelle sessioni di mercato".
Paolo
VIDEO - GIOIA, DISPERAZIONE, ANCORA GIOIA: INTER-EMPOLI VISTA DA TRAMONTANA
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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