Quelli che vanno a San Siro per vedere l’Inter.
Quelli che dopo la vittoria a Genova e il pareggio del Milan a Firenze, ci credevano ancora all’Europa, quella che conta.
Quelli che anche dopo l’addio di Mourinho hanno continuato a rifare l’abbonamento, perché l’Inter è l’Inter.
Quelli che domenica sera hanno guardato gli spalti della Scala del Calcio, vuoti per oltre metà,
e hanno pensato alla crisi economica. E alla crisi dell’Inter.
Quelli che hanno comprato il biglietto per Inter-Atalanta.
Quelli che hanno rispettato in silenzio il minuto di silenzio, tutti.
Quelli che hanno letto lo striscione della Nord dedicato a Califano e hanno pensato che l’Inter è tutto meno che noia.
Quelli che hanno visto entrare in porta il pallone calciato da Rocchi, hanno detto non ci credo, si sono alzati dal seggiolino, hanno guardato negli occhi il vicino, hanno applaudito ed esultato, ripetendo non ci credo.
Quelli che hanno fischiato sonoramente Alvarez quando invece di calciare in porta ha tirato una ciabattata in fallo laterale.
Quelli che hanno visto fare una doppietta in pochi minuti ad Alvarez, hanno detto non ci credo, si sono alzati dal seggiolino, hanno guardato negli occhi il vicino, hanno applaudito ed esultato ripetendo non ci credo.
Quelli che hanno subito pensato: non sono tranquillo manco sul 3-1…
Quelli che hanno visto l’arbitro Gervasoni fischiare un rigore che neanche il prete dell’oratorio poteva dare – perché non esisteva proprio – e si sono chiesti cosa fosse mai successo in area.
Quelli che non hanno ancora capito a cosa possano servire gli arbitri d’area salvo che a prendere freddo.
Quelli che hanno ben capito a cosa servono gli arbitri d’area: a togliere responsabilità all’arbitro, cioè che può sbagliare in libertà assoluta, tanto c’è l’arbitro d’area.
Quelli che quando Cassano si toccava la gamba pensavano a uno scherzo per imitare Palacio.
Quelli che hanno visto fare una tripletta a Denis in pochi minuti e non ci hanno creduto. E neanche oggi, a due giorni dalla partita, ci credono.
Quelli che hanno visto Ranocchia sbagliare un gol a un centimetro dalla porta, hanno chiuso gli occhi e pensato: tanto è un film.
Quelli che quando Ranocchia ha sbagliato a un centimetro dalla porta erano già a piazzale Lotto.
Quelli che alla rissa finale non sapevano cosa pensare.
Quelli che nonostante questa stagione da incubo sognano la Coppa Italia. Almeno fino al 17 aprile.
Quelli che, i vicini di casa, quest’anno stanno sicuro a zeru tituli.
Quelli che si lustrano gli occhi con Kovacic.
Quelli che non vedono l’ora arrivi l’estate.
Quelli che uscendo da San Siro avevano bisogno dell’Ufficio Facce di Jannacci per riconoscersi.
Quelli che amano l’Inter.

Scusami, caro Enzo. Per due motivi. Il primo: non sono neanche lontanamente all’ altezza dei tuoi quelli che… Il secondo: sono interista e non posso che invocare il tuo perdono milanista.

Quelli che sembra ieri che te ne sei andato, quelli che ci mancherai moltissimo.

 

Sezione: Vintage / Data: Mar 09 aprile 2013 alle 17:08
Autore: Marco Pedrazzini
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