Tuttosport intervista oggi l'arbitro Massimiliano Irrati, a pochi giorni dall'inizio della Serie A. Argomento della discussione, i tanti casi in cui è utile capire come interpretare il regolamento. Esempio classico. i falli di mani. "Bisogna andare incontro al diritto di muoversi dei giocatori: devono giocare con i piedi e la testa, ma per farlo devi coordinarti e per coordinarti devi muovere le braccia. Qualcuno però a volte le utilizza in modo improprio. Ci sono casi in cui è il regolamento a prevedere che un tocco di mano non sia punibile, come l’autogiocata: il calciatore che fa un movimento naturale per rinviare il pallone e se lo rinvia su un braccio non può essere punito", spiega Irrati.

Secondo punto: i rigori punibili e non. "La prima cosa è osservare l’atteggiamento di attaccante e difendente, focalizzandosi prima di tutto sul difendente: fa un movimento verso l’attaccante? E’ lui che genera il contatto? In questo caso si parte da una situazione di punibilità. Se al contrario è l’attaccante a provocare un determinato contatto siamo lontanissimi dalla punibilità. Se il contatto, anche creato dal difensore, è minimo, è un contatto di gioco, è un tocco, non crea un impatto sull’attaccante, non provoca conseguenze, non va punito".

Irrati spiega poi che per parlare di "chiara occasione da gol" (punibile con il cartellino rosso) vanno valutati quattro aspetti: "la distanza dalla porta, la direzione, il possesso del pallone e la presenza di altri difendenti". Se ne manca uno soltanto, la sanzione sarà il cartellino giallo per aver fermato "un'azione promettente".

Quanto al fuorigioco, in alcuni casi sarà determinante il concetto di "deviazione" e "giocata". "Per giocata si intende una situazione in cui il difendente è in controllo del pallone. Per controllo si intende non solo il possesso, la palla tra i piedi, ma la possibilità di giocarlo deliberatamente: la palla arriva da una certa distanza, il difendente è in pieno controllo del corpo e non deve fare scivolate o interventi difficili per giocarla e dunque è un suo errore a far sì che arrivi all’attaccante. Il concetto non è cambiato molto, ma l’Ifab ha dato delle specifiche per rendere la valutazione più oggettiva possibile", dice ancora Irrati.

Infine il Var. "Serve a eliminare gli errori in quelle situazioni che, mostrate a 100 persone, le trovano concordi sulla stessa valutazione. Nel calcio però ci sono anche situazioni che puoi guardare e riguardare senza trovare una soluzione univoca: il var non è stato pensato per queste, perché non possono essere rese oggettive".

Sezione: Rassegna / Data: Gio 11 agosto 2022 alle 10:06
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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