Sicuramente la rinuncia di Massimo Moratti alla carica di presidente onorario, con la conseguente dimissione dal CdA dei membri del partito morattiano (Ghelfi, Manzonetto e il figlio Angelomario, ndr) ha destabilizzato e non poco la giornata di ieri dell'Inter e potrebbe avere ripercussioni su quelle future. Sulla Gazzetta dello Sport si prova a fare un riassunto di quello che è successo da quando l'avvicendamento fra il tycoon indonesiano Thohir e Moratti è avvenuto nel novembre scorso. 

Che farà Moratti? - Nella serata di ieri si era sparsa la voce di un'impossibilità di Moratti di poter vendere il 29,5% del pacchetto azionario nerazzurro in suo possesso prima del novembre 2016, ma questo non riguarda l'ex presidente nerazzurro che può disfarsi delle sue quote in ogni momento, ma la possibilità che Thohir possa far prevalere la prelazione su questo pacchetto sono poche: "L'uno non vuol cedere e l’altro non vuol comprare. Ecco perché, nonostante il terremoto di ieri, si assisterà a una convivenza forzata per un bel po’. In teoria ci sarebbe una terza via: diluire la quota attraverso le mancate adesioni ai futuri aumenti di capitale. Ma nei piani di Thohir non sono previsti". Teoricamente le quote detenute ancora da Moratti possono valere un centinaio di milioni di euro e questa parte, si legge sempre sulla rosea, potrebbe essere dismessa per racimolare qualche soldo nel giro di qualche anno dopo che l'Inter e la nuova proprietà ne abbia ripulito il bilancio. "Moratti, infatti, medita di sostituire nel cda il figlio Mao, Ghelfi e Manzonetto con tre uomini di fiducia nelle vesti di controllori. Secondo lo statuto, un certo ostruzionismo i morattiani potrebbero esercitarlo: non tanto sugli acquisti di mercato superiori a 20 milioni (non rientrano nel budget della nuova Inter), quanto sulle operazioni che coinvolgano i soci di maggioranza, sulla costruzione di un nuovo stadio, sull’utilizzo di linee di credito o stipule di mutuo, su partecipazioni o cessioni del marchio".

La volontà di Thohir - Il presidente nerazzurro non avrebbe intenzione di mettere mano nel suo personale portafoglio per ripianare il debito precedente alla sua gestione, come dimostra la manovra di rifinanziamento per 230 milioni effettutato da un pool di banche in cui sono inclusi contratti di sponsorizzazione, crediti dei diritti tv, marchio come "pegno". "Thohir - si legge sulla Gazzetta -ha deciso di rivoltare l’Inter come un calzino perché era l’unico modo per condurla nella nuova era, quella dell’autofinanziamento e della globalizzazione. Alternative non ce ne sono: o il progetto indonesiano riesce o la Beneamata finisce nelle mani delle banche".  

Un inizio burrascoso con Mao da paciere - Che ci siano stati dei problemi di relazione fra i due azionisti principali dell'Inter già si poteva presupporre, ma che già ci fossero al momento della prima visita a Milano del tycoon non era immaginabile: "L'entourage di Thohir voleva cambiare alcuni termini della bozza del mega contratto che avrebbe sancito il passaggio di proprietà. Anche allora fu Mao a riavvicinare le parti. Troppi equivoci Ma il rapporto tra i due soci, che pure avevano promesso di procedere a braccetto per il bene dell’Inter, è proseguito tra troppi equivoci. Vivendo dall’altra parte del mondo, Thohir avrebbe voluto un Moratti più presente e vicino alla squadra. Non avendo più le leve del comando, quest’ultimo invece si è progressivamente defilato, anche perché rispettoso dei nuovi rapporti di forza. Una rivoluzione inizialmente soft si è poi trasformata in uno tsunami che ha travolto molti uomini vicini a Moratti. E alla fine le dimissioni irrevocabili di Moratti hanno creato un bel problema a ET". 

Nodo Pirelli - Nel corso della conferenza stampa post assemblea dei soci  Michael Bollingbroke ha parlato in merito alla partnership con Pirelli che potrebbe interrompersi nel 2016: "L’Inter punta ad ottenere di più degli attuali 13milioni annui, ma le dimissioni dei Moratti potrebbero allontanare le parti. Vero anche che Pirelli in Indonesia ha interessi non da poco. Il tema è delicato, una decisione definitiva potrebbe arrivare non prima di primavera".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 24 ottobre 2014 alle 10:54
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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