"Contro il Cagliari è andata molto bene, Chivu sta cercando di recuperare parte di quanto perduto in quelle due giornate nefaste a San Siro con l’Udinese e a Torino con la Juventus, riuscendo a non perdere ulteriore terreno rispetto a squadre che marciano più velocemente". Questo il pensiero di Paolo Bonolis, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

In attacco non ci sono più solo Lautaro e Thuram.
"Quei due restano titolari, parliamo di una coppia fortissima, che però non può giocare qualsivoglia partita per 90 minuti. Fortunatamente quest’anno in panchina c’è gente in grado di dar loro respiro. L’anno scorso abbiamo vissuto un incubo con le tre riserve, appena si alzavano loro ci cadevano le p... a noi. Senza alternanza davanti abbiamo perso per strada punti che poi ci son costati lo scudetto. Adesso con Bonnie e Pio Esposito sembra che le cose possano andare meglio. Del giovane Pio mi piace soprattutto il carattere, quando ha detto di essere consapevole di dover ancora migliorare su tutto ha dimostrato un grande senso di responsabilità professionale che in un ragazzo di vent’anni non è cosa così facile da rintracciare".

Parliamo di Chivu?
"Lo conosco e so che è una persona responsabile e soprattutto molto allegra. Chiaramente avverte il peso del dover fare grandi prestazioni. Al contempo ha una serietà tale che lo porta a ragionare in un modo molto utile per un allenatore: cerca di evitare di fare danni, quindi cammina cauto, mantiene una struttura precedente alla sua gestione, cercando pian piano di aggiungere quei sapori propri della sua visione del calcio. Come un pressione maggiore e un baricentro più alto".

Pensare alla Champions è diventato doloroso?
"Noi abbiamo giocato due finali, credo sia molto più doloroso non esserci arrivati mai. Poi è vero che una l’abbiamo persa per un pelo e che l’altra è stato un tonfo micidiale, però siamo arrivati lì, godendo di trionfi importanti. Il calcio per il tifoso fondamentalmente è gioia, poi è vero che l’umanità in genere tende a ricordare solo ciò che è andato male, ma è un errore. Quella delusione non può compromettere tutte le gioie che l’hanno preceduta".

La più grande che le ha regalato l’Inter?
"Una gioia immensa è stata la vittoria per 3-2 sulla Samp dopo essere stati sotto 2-0, poi chiaramente il Triplete... Io ho un ricordo bizzarro perché il giorno della finale di Madrid ero negli Stati Uniti per la laurea di mia figlia, l’ho vista in un bar del Vermont circondato da tedeschi. E la gara dello scorso anno col Barça? Il gol di Acerbi mi ha mandato ai pazzi, ho gridato come se mi stessero macellando...".

Sezione: Copertina / Data: Mar 30 settembre 2025 alle 10:34 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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