Mario Balotelli è tornato in Italia, al Brescia. E allora Marco Materazzi, alla Gazzetta dello Sport, gli dà a suo modo il bentornato.

Cosa ha pensato quando ha letto, o sentito: «Balotelli al Brescia»?
"Che si vuole rimettere in gioco. E che il campionato brasiliano gli dava meno garanzie di competitività rispetto al nostro".

È la scelta giusta?
"Di sicuro non è una scelta comoda. La definirei una missione: per se stesso e per la sua città. Una missione difficile, e non (solo) perché le squadre che l’anno scorso erano state vicine alla zona retrocessione si stanno rinforzando tutte. O perché ricominceranno a insultarlo: i fischi gli piacciono e lo caricano, gli faranno un favore".

E allora difficile perché?
"Perché se nessuno si offende il Brescia è una provinciale, e lui si è abituato a giocare quasi sempre in grandi squadre. Perché sono finiti i tempi in cui era un giovane: nel Brescia sarà uno dei più vecchi. Dunque perché essere un leader, un trascinatore, sarà un dovere, non solo un diritto. Fare gol non basterà, gli toccherà essere il primo a correre su tutti i palloni, a sentirsi lui a disposizione della squadra, non viceversa. Finora le sue partite spesso partivano da 1-0, magari con gol suo: adesso, se andrà bene, partirà da 1-1".

Lei gli diede uno schiaffo quando gettò a terra la maglia dell’Inter: quel giorno avrebbe mai pensato che nove anni dopo Mario sarebbe stato ancora così indietro nel suo processo di crescita?
"Mario non è indietro, anzi per certe cose è maturato tanto. Mario è così e il vero dubbio che ho sempre avuto è che sia arrivato troppo presto a livelli così alti. Io uno così forte già a 16-17 anni, uno che sfidava non dico me, ma gente come Mihajlovic, Samuel, Cordoba, Lucio, Chivu, non l’ho mai visto: è nato per il calcio, mi dicevo".

E dunque dove sta l’errore, uno su tutti?
"Sapere di essere così bravo lo ha portato a fare meno di quello che avrebbe dovuto. Ha pensato che bastasse il talento".

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 20 agosto 2019 alle 10:19 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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