Giampiero Marini, vecchia gloria interista da calciatore e allenatore, è stato ospite di Radio Nerazzurra per una chiacchierata nella quale non ha nascosto l'amore per i colori nerazzurri, rimasto intatto negli anni. "La mia squadra non era l'Inter, ma non dirò qual era - dice - Ci tengo comunque a dire che adesso ho solo i colori nerazzurri. Il mio rapporto con l'Inter è iniziato nel 1975 e fui acquistato dal Varese che militava in serie A. E da lì ho cominciato la mia esperienza da giocatore insieme ai campioni notevoli tipo Facchetti, Mazzola, Bertini tanto per fare alcuni nomi. Erano un esempio per noi giovani. Eravamo abbagliati dalla loro personalità. Abbiamo preso esempio da loro. Erano dei professionisti seri, sempre i primi ad arrivare all'allenamento e gli ultimi ad andar via. Perciò dobbiamo ringraziare loro se siamo riusciti ad andare avanti".

Fondamentale l'arrivo di Eugenio Bersellini. "Ha cambiato radicalmente il modo di allenarsi - racconta Marini - Ha preso la guida di una squadra giovane ed è riuscito a far diventare questi ragazzi giovani, in breve tempo, dei giocatori di spessore. Poi siamo riusciti a vincere un campionato, due Coppe Italia, un Mondialito di club e sette giocatori nella nazionale ai Campionato del Mondo dell'82. Bersellini è stato veramente un innovatore, a mio giudizio. Per lui c’era il lavoro e basta. Lavoro, ritiro, lavoro. Adesso sarebbe inconcepibile un allenatore come Bersellini. Però, a mio giudizio, ha dato il là e ha trasformato tutta la struttura dell’Inter. La priorità per un calciatore è l’allenamento. Bersellini non tollerava distrazioni. Con Bersellini si cominciava al martedì fino alla domenica sempre concentrato. Allenamento e alimentazione giusta: era proprio un maniaco del lavoro. Non lasciava passare niente a nessuno. Al mio amico Becca si rivolgeva spesso minacciandolo che se non si fosse impegnato in allenamento la domenica avrebbe giocato in porta. Lui si adeguò e, grazie anche a Bersellini, fece due-tre anni all’Inter in cui le persone venivano a San Siro per vedere esclusivamente Beccalossi".

Eppure proprio Beccalossi non entrò nella rosa del 1982. "In quegli anni era difficile entrare in Nazionale perché ai tempi Bearzot sceglieva 18-20 giocatori e con quelli, li portava avanti per fare gruppo. Anche se uno non stava bene o non giocava bene o non giocava titolare, Bearzot lo convocava e lo faceva giocare. Lo responsabilizzava e gli dava sempre fiducia. Questa è stata la forza per la quale l'Italia in quel periodo è diventata forte perché eravamo veramente degli amici. Becca in quel periodo meritava sicuramente di entrare in Nazionale perché come ho detto prima Becca divertiva, però purtroppo la filosofia di Bearzot era quella".

Alla fine Marini ha fatto vent'anni all'Inter. "L’ho detto anche prima, vesto spesso nerazzurro. Io sono rimasto 20 anni all'Inter perciò come fai a non sentirti una bandiera. Sono orgoglioso. Ho avuto la fortuna di fare il calciatore e vincere. Ho conosciuto delle persone di spessore come il presidente Pellegrini e il presidente Fraizzoli. Meglio di così! Ce l'ho nel cuore: è il mio amore. I momenti più belli? Sicuramente i periodi di Bersellini dal ‘79 all'82 quando abbiamo vinto tanto, il periodo che ho allenato il settore giovanile e poi sicuramente anche quando abbiamo vinto la Coppa Uefa ’94-‘95". Un'annata particolare: malissimo in campionato, vincitori in Europa. "In quel periodo all’Inter c’erano parecchi giocatori infortunati, anche giocatori di peso tipo Ferri, Bianchi, Ruben Sosa, Berti. E perciò, quando presi io la squadra era impensabile di poter cercare di vincere il campionato e la Coppa Uefa. In campionato ormai eravamo dietro 10-11 punti quindi abbiamo optato per la Coppa Uefa. Però appena abbiamo recuperato gli infortunati, io ero convinto di vincere o quantomeno di giocarcela fino in fondo. Poi dopo che abbiamo battuto il Borussia Dortmund è stato tutto in discesa".

Che cos'è l'Inter lo spiega bene proprio Marini. " Essere interisti vuol dire parlare spesso dell'Inter. Guardare sempre partite dell'Inter più che delle altre squadre. essere documentato. Nella mia vita l'Inter ha dato tanto. Ho trascorso vent'anni con questo club e grazie all’Inter ho avuto la gloria e tutto. Troppo Bello. Mi ritengo davvero fortunato".

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Sezione: Radio Nerazzurra / Data: Gio 25 febbraio 2021 alle 12:52
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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