"Com'eravamo? All'inizio, un gruppo di signori in bianco e nero, italiani e un po' svizzeri. Allora lo svizzero era uno straniero, anzi un emigrante e Milano era una promessa di futuro. Parlavamo di calcio, come adesso, c'era il Milan, come ora, ma non volevamo averci a che fare. In quella sera del 9 marzo 1908, ci eravamo ritrovati a cena al ristorante, vicino al Duomo, c'era il pittore Muggiani, ci fece vedere lo stemma, nero, azzurro e d'oro.

Pensavamo che si potesse giocare a calcio, al football inglese, anche se non si era italiani, così ci siamo chiamati Internazionale.

Fratelli del Mondo, scrivemmo nell'atto costitutivo.

Abbiamo vinto il primo di diciotto scudetti un anno dopo. Siamo saliti sulla vetta d'Europa e del Mondo.

Chi siamo? Gli stessi, a pensarci bene. Abbiamo una fiducia incredibile in quel passaporto da campioni che ci ha portato nel palmares tanti titoli, solo che molte cose sono cambiate.

Adesso parliamo molte lingue, ci rivolgiamo a decine e decine di milioni di tifosi nel mondo, ma abbiamo conservato quello stemma dipinto a mano, in anni in cui il computer regala grafiche standardizzate.

Adesso che decine di generazioni passate oltre due guerre sono state con noi, nel bene di tante vittorie e in anni in cui non abbiamo vinto, adesso che siamo sopravvissuti a una dittatura che ci mise al bando definendoci l'Ambrosiana, dopo che ci hanno traghettato in una repubblica rinata, in una Milano ricostruita, in un sessantotto che aveva comunque fiducia nel calcio, adesso, nel 2011, diciamo grazie a loro, i Soci fondatori, che ebbero l'intuito di capire cosa saremmo diventati.

Adesso, che diecimila bambini nel mondo vestono la nostra maglia nel nome di Inter Campus, e cerchiamo di restituirgli il sorriso su campi sterrati dove l'abbandono dell'infanzia è la regola, non siamo poi così diversi.

103 anni, oggi. Mai facili, prendiamo posizioni azzardate per il buon senso comune, che forse non è così buono. Siamo onesti, lungimiranti, vivevamo e viviamo una grande avventura. Fare grande l'Inter. Oggi come allora.

Nel mezzo, tantissimi nomi. Giocatori, allenatori, dirigenti, presidenti. I Moratti su tutti, un nome nella leggenda lunga 103 anni. E i tifosi. Tantissimi, un'enormità sparsa ovunque, lo specchio del mondo nel 2011, dialetti diversi, ma anche etnie, religioni, tradizioni differenti unite da una fede unica.
Nera, azzurra al confine della notte. Spruzzata d'oro. Iniziata il 9 marzo 1908, verso l'ora di cena".

Sezione: News / Data: Mer 09 marzo 2011 alle 10:03 / Fonte: Susanna Wermelinger per Inter.it
Autore: Redazione FcInterNews
vedi letture
Print